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Carlo A. Pelanda
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IL PUNTO

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9/6/2025

L’effetto stimolativo degli investimenti per la sicurezza

Gli attori finanziari europei stanno iniziando a valutare gli effetti dell’aumento della spesa militare, passando da un’attenzione selettiva ad una sugli effetti sistemici nell’orizzonte dei 15 anni. La correlazione tra investimenti in sicurezza e rivoluzione tecnologica è già evidente. Ma potrà avere effetti espansivi e futurizzanti massimi o minimi in relazione alle scelte politiche delle nazioni. Qui un’analisi preliminare di quelle utili per l’Italia.
Vista la rilevanza morale del tema – che impatta sugli indirizzi del capitale - in società democratiche e debellicizzate per il lungo periodo di pace, va annotato che riarmo e più enfasi sulla sicurezza non implicano una degenerazione bellicista, ma un adattamento realistico alla fine del monopolio mondiale della violenza esercitato dall’impero americano per lo più a sue spese. L’America resta superpotenza, ma non più in grado di mantenere da sola la superiorità globale di fronte a potenze emergenti ostili e molteplicità delle crisi. Pertanto gli europei dovranno spendere di più per la loro sicurezza e deterrenza. In questo scenario sono punti chiave la riorganizzazione delle relazioni Usa – Ue e le scelte tecnologiche. Il primo, oltre al tema dei dazi, ma correlato a quello del contributo europeo alla sicurezza collettiva, troverà un momento di confronto importante nel vertice Nato di fine giugno. La probabilità di convergenza è elevata perché senza europei l’America non può sperare di mantenere lo status di prima potenza globale e senza l’America stessa gli europei non possono costruire un loro potenziale di sicurezza autonomo almeno per i prossimi 10 – 15 anni. Si sta profilando un accordo dove le euronazioni dovranno dedicare il 5% del Pil alla spesa di sicurezza. Sostenibile per l’Italia? Il 2% è già stato deliberato. Un restante 1,5% sarà sostenibile se includerà spese di sicurezza allargata che sono già nella contabilità dello Stato. Il restante 1,5% in prospettiva pluriannuale potrebbe diventare flessibile, per esempio l’inclusione nel computo Nato del programma britannico-italiano-nipponico di un caccia di sesta generazione (Gcap), ecc. In sintesi, per l’Italia la spesa sarebbe sostenibile pur nei limiti del suo spazio fiscale. Ma sarebbe anche molto stimolativa se indirizzata a sostenere innovazioni tecnologiche con ricaduta sul mercato civile. La Germania, come il Regno Unito, sta usando il riarmo massivo per sostituire o rivitalizzare alcuni settori industriali invecchiati, cioè per ricavare molto burro dai cannoni. L’Italia dovrebbe indirizzare le sue scelte di potenziamento nella sicurezza nei settori industriali dove è già forte: spazio, elicotteristica, mare sopra e sotto, missilistica e robotica. E attivare consorzi industriali in tali settori con aziende del G7 più nazioni compatibili e non solo europee. In tale architettura è stimabile un primato globale italiano in almeno 35 settori tecnologici critici utile per vantaggi sia geopolitici sia (geo)economici.

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

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La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui

L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta

Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile

Come ridurre il costo di eventi meteo estremi

Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue

L’Ue è importante oltre sé stessa


Un futuribile Song sostituivo dei Brics

I motivi per meno pessimismo e più ottimismo

Serve una nuova Bretton Woods (digitale)

Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia

Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue

La necessaria evoluzione dell’offerta turistica

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento

La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica

Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria

L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana

Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza

Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività

Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane

L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito

Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa

La svolta di Israele

Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico

La strategia del Kissinger inverso

Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte

Le sfide della nuova Guerra fredda

L’Ue ha una struttura economica forte che dopo cambiamenti le darà un destino positivo

La sicurezza richiede un’economia della deterrenza

Verso la nuova strategia di politica industriale

Italia globale, missione possibile

I motivi concreti per un’Italia ottimista


Mondo turbolento, ma improbabile il caso peggiore

Serve un Consiglio per la sicurezza nazionale sistemica

La priorità del nucleare innovativo

L’America dovrà correggere l’eccesso di americanismo

Riflessioni di minoranza sull’effetto Pax Mediterranea di un presidio statunitense dell’area

La strategia geoeconomica dell’Italia nel cambio di mondo

Soluzioni per una riconvergenza euroamericana

Primi segnali per una riconvergenza euroamericana pragmatica

Come estrarre burro dai cannoni

Il mondo finanziario ha la necessità di moderare Trump

Benefici sistemici del riarmo europeo a date condizioni

In America cresce la pressione per moderare gli eccessi controproducenti

Probabilità di una futura correzione interna degli eccessi di Trump

La rilevanza di un accordo Ue – Regno Unito

Verso la riconvergenza tra America ed alleati

Verso una configurazione bipolare del globo, ma meno conflittuale

Verso un mercato integrato del Mediterraneo

Verso un mondo bipolare, ma con varchi

Motivi per un ottimismo economico non eccessivo

La gestione di uno scenario conflittuale continuo via Nova Pax

Passi avanti della convergenza euroamericana nella Nato

L’effetto stimolativo degli investimenti per la sicurezza

In bilico tra escalation e de-escalation

La ricerca della fiducia finanziaria in un’era metastabile

(c) Carlo Pelanda
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