In qualsiasi scenario (macro)economico emerge la rilevanza dell’accordo commerciale tra Ue e le nazioni del Mercosur, in particolare per l’Italia. Tale accordo, predisposto in bozza dalla Commissione, è ora in discussione nel Parlamento e Consiglio europei e trova come punto critico la preoccupazione del settore agricolo/alimentare – quello industriale è favorevole - per il rischio concorrenziale da parte dei prodotti sudamericani. La Commissione ha proposto compensazioni per i produttori europei eventualmente danneggiati per limitare i dissensi di alcune euronazioni.
Ma io ed i miei ricercatori suggeriamo una visione compensativa e competitiva più ampia – ricordando il progetto governativo di portare l’export italiano da 620 a 700 miliardi anni - non solo con strumenti assistenziali, ma di mercato trainati da una eurostrategia di geopolitica economica. La conduzione dazista di Trump ha creato per le nazioni esportatrici in America, in particolare quelle con modello economico export-led non facilmente modificabile come Germania ed Italia, la necessità di trovare sbocchi alternativi per il loro export prevedendone una riduzione combinata con la compressione dei margini di profitto.
Poi c’è un altro problema: l’attuale conduzione Trump non appare ben strumentata sul piano cognitivo/strategico – come dettagliato dai colleghi statunitensi nel mio gruppo di ricerca – per vincere la competizione per l’influenza sul Sud globale tra blocco delle democrazie e quello dei regimi autoritari. Pertanto gli stessi colleghi statunitensi ritengono che per qualche tempo debba essere l’Ue a prendere l’iniziativa, ritenendo probabile che poi l’America tenderà a riconvergere con l’Ue stessa dopo il cambio di Amministrazione - sperabilmente prima per un ritorno al realismo da parte di Washington - stando attenti a non divergere troppo con la conduzione Trump nel periodo del suo mandato per evitare divergenza eccessive euroatlantiche.
Tale opinione ha motivato, in particolare nei colleghi italiani e tedeschi con il sostegno di britannici e olandesi, la generazione di uno scenario strategico ipotetico capace di individuare le condizioni sia di un protagonismo globale sostituivo dell’Ue, in collaborazione con il Commonwelth, sia di compensazione via mercato per il settore agricolo europeo. La condizione simulata, in ipotesi preliminare, per ottenere tale risultato ha individuato tre azioni oltre all’accordo Mercosur:
a) accelerazione di un mercato mediterraneo costiero e profondo a dazi decrescenti (Ekumene) enfatizzando l’export alimentare in cambio di energia e minerali critici;
b) accordo commerciale Ue - Regno Unito con traino del Commonwealth ed enfasi su un trattato commerciale Ue – Australia;
c) spinta per integrare l’accordo Mercosur con il Cile e con il residuo trattato ex-Tpp guidato dal Giappone dopo l’abbandono dell’America con un decina di nazioni del Pacifico.
Il tutto precorso da partenariati strategici bilaterali tra nazioni europee ed extra nelle aree target, il più delicato ed urgente con l’India. Tale estensione geoconomica dell’Ue implica investimenti privati coperti da un ombrello geopolitico che, in prima simulazione, appaiono un moltiplicatore finanziario enorme. Prego i governi italiano e tedesco di valutarlo per azione congiunta presso l’Ue, suggerendo un forum preliminare Global Europe, includendo Londra.
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