IL PUNTO 
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    4/8/2024
    Dalla priorità della  decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento
     Il mio gruppo internazionale di  ricerca ha difficoltà nel trovare dati climatici affidabili (cicli e cause), a  parte l’aumento delle temperature medie sul pianeta che è dato certo (Nasa), su  cui costruire scenari economici per capire soluzioni di ecoadattamento. Una  parte delle scienze fisiche dedicate imputa il riscaldamento globale generato  dall’effetto serra causato dalla, semplificando, carbonizzazione dovuta  all’attività antropica. Per loro la soluzione è decarbonizzare, punto e basta.  Ma tanti altri ricercatori delle medesime discipline offrono o spiegazioni  diverse o criticano la soluzione, lasciando gli economisti non ideologizzati e  fedeli per quanto possibile al metodo scientifico – e che non sono fisici o  simili – bloccati. Inoltre i miei ricercatori – specializzati in geopolitica  economica - annotano che il ritmo della decarbonizzazione a livello planetario  è lentissimo, per non dire inesistente, perché una decarbonizzazione accelerata  è in contrasto con i requisiti di sostenibilità economica, tema caldo nell’Ue  ora. Pertanto, al momento, la probabilità che il mutamento climatico non sarà  contrastato in tempo utile (cioè prima di provocare gravi impatti) è molto  elevata. Per tale motivo il mio gruppo di ricerca sta aumentando l’attenzione  sull’ecoadattamento, cioè alla serie di contromisure che permetterebbero la  viabilità dell’ambiente da parte delle attività umane pur l’ambiente stesso  variando, con massima attenzione alla sostenibilità economica. Le soluzioni  ecoadattive ricercate sono sia difensive (microclimi artificiali,  desalinizzatori per cicli idrici potabili abbondanti, prevenzione  epidemiologica, ecc.) sia trasformative (terraformazioni localizzate contro  eventi estremi, per esempio alluvioni). E viene escluso l’abbandono delle  popolazioni di zone impraticabili perché ciò avrebbe alta probabilità di  catastrofe globale. Ai credenti della salvazione via decarbonizzazione va  segnalata una riflessione realistica: l’attenzione sull’ecoadattamento non è in  contrasto con la decarbonizzazione, ma si basa sull’evidenza che questa tende  ad essere molto lenta, e di fatto solo europea: ciò pone il problema di cosa  dobbiamo fare nei prossimi decenni per evitare guai che sono sempre più  evidenti nelle cronache. La risposta è ecoadattarci con tecnologia e  conoscenza. 
  Conoscenza di cosa? Di come è  cambiato il clima nel passato in un pianeta che ha subito continui mutamenti  climatici. Per quale scopo specifico? Una politica di ecoadattamento ha costi  perché implica trasformazioni, cioè investimenti. Non può essere fatta tutta e  subito per insufficienza dei soldi e per lo sviluppo di tecnologie adeguate  nonché di (infra)strutture. Quindi serve individuare una matrice di interventi  graduali basati su priorità. Per questo tipo di ricerca come gruppo abbiamo  deciso di andarci a trovare da soli i dati. Tra le tante fonti abbiamo trovato  utile come input per lo scenario la ricerca della British Antarctic Survey che ha rilevato un’accelerazione dello  scioglimento dei ghiacci nell’interfaccia terra-ghiaccio in Antardide: ci ha  dato un parametro preliminare utile per il calcolo dell’aumento del livello del  mare. La stessa istituzione ci ha avvertito di un progetto che ci ha fatto  saltare sulle sedie: un team interdisciplinare di ricercatori è partito il 30  luglio per la Groenlandia nord orientale – seconda fase del progetto Wandel Dal - per studiare sia gli  antichi insediamenti umani nei periodi 4.500 – 3.850 (popolazioni che venivano  dal Canada?) e 2.900 – 2.250 anni fa sia, soprattutto, il mutamento climatico.  Salto sulla sedia? In questi periodi quella parte di Groenlandia orientale-settentrionale  era abitabile, densa di mammiferi, per esempio il bue muschiato, volatili, ecc.  Segno che c’era un ecosistema verde con molta differenziazione di speci.  Dopo fu abbandonata per una glaciazione  interveniente. Il salto nostro è stato dovuto alla velocità del cambiamento  climatico. L’inserimento di questo dato (molto) preliminare nel simulatore –  oltre alle centinaia già esistenti, per esempio i tempi di desertificazione  dell’Egitto, dello Yemen, ricavabili da reperti archeologici, ecc. -   ha  fatto riflettere su una possibile variabilità del clima che suggerisce di  adattare i territori antropizzati sia al caldo sia al freddo. La particolare  attenzione alla Groenlandia orientale è che non è troppo lontana dalla Corrente  del Golfo che ha mantenuto (finora) abbastanza temperate le temperature  dell’Europa settentrionale. Ma lo scioglimento dei ghiacci tende a modificarla  e ciò potrebbe bloccare tale corrente, innescando un raffreddamento europeo  nell’ambito di un riscaldamento globale. Oppure no? Immaginate le contromisure  necessarie nel primo caso per mantenere viabile il sistema economico.  Aspettiamo con massima curiosità i risultati del progetto groenlandese detto  combinati con quelli di scioglimento dell’Artide. 
Il punto: abbiamo le tecnologie  per difendere da variazioni calde o fredde il nostro sistema? Se ci mettessimo  a studiarle ora, molto probabilmente tra decenni, quando serviranno, certamente  saranno costruibili. Pertanto la soluzione unica della decarbonizzazione appare  un fattore di vulnerabilità: bisogna prevedere anche la necessità di  ecoadattamento, cioè di un ecopragmatismo. Uno potrebbe chiedere quale sia la  relazione tra ciclo naturale del mutamento climatico ed effetto antropico.  Domanda corretta: una relazione probabilmente c’è, ma per capirlo numericamente  dovremmo avere più dati sul cambiamento climatico, chiamiamolo, naturale. In  tal senso il progetto interdisciplinare in Groenlandia ha un rilievo  particolare.
 
 
     La forma economica del nuovo mondo bipolare 
    
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     Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica  continuerà  
    
     La priorità di una dedebitazione parziale secca 
    
     Ecco la nuova economia della deterrenza 
    
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     La trasformazione dell’immigrazione in capitale 
    
     La priorità del nucleare di nuova  generazione 
    
     Prestito irredimibile vs tassa  extraprofitti 
    
     Europa estroversa vs Ue introversa 
    
     La posta in gioco è il dominio  del triangolo India-Mediterraneo-Africa 
    
     La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione 
    
     Più G7 contro le crisi multiple 
    
     Verso un triumvirato che salverà  l’Ue 
    
     Dall’irrealismo all’ecorealismo,  lentamente 
    
     La priorità dell’operazione  patrimonio contro debito 
    
     Tardare il taglio dei tassi è un  errore 
    
     Si intravedono i primi passi di  esoindustrializzazione 
    
     La crisi del Mar Rosso impone  scelte forti all’Italia 
    
     La presidenza del G7 come  occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza 
    
     La difesa della fiducia in un  mondo metastabile 
    
     La relazione tra capitale e avvio  della biocibernazione 
    
     La necessità di integrare finanza  pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare 
    
     Verso una ristabilizzazione  geopolitica globale 
    
     Ridurre la vulnerabilità per  poter calcolare il rischio 
    
     L’irruzione dell’AI implica una  rivoluzione cognitiva di massa 
    
     Più risparmio verso investimenti produttivi 
    
     Serve una scienza della dedebitazione 
    
     Il possibile scenario “Dedebiting  EU” 
    
     Necessario accelerare un Piano  Enrico Fermi nell’Ue 
    
     Come adattarsi all’ecomutamento 
    
     Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui 
    
     L’ambiguità della Bce è un  pericolo se non corretta 
    
     Basta alluvioni e siccità estreme:  è possibile  
    
     Come ridurre il costo di eventi  meteo estremi 
    
     Convergenza euroamericana vs.  autonomia strategica Ue 
    
     L’Ue è importante oltre sé stessa
 
    
     Un futuribile Song sostituivo dei  Brics 
    
     I motivi per meno pessimismo e  più ottimismo 
    
     Serve una nuova Bretton Woods  (digitale) 
    
     Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia 
    
     Avviare un’ecopolitica realistica  nell’Ue 
    
     La necessaria evoluzione  dell’offerta turistica 
    
     Più capitale privato per la  proiezione in Africa 
    
     Dalla priorità della  decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento 
    
     La priorità a breve e a lungo di  costruire la fiducia economica 
    
     Abolire il termine finanza ombra  per quella non bancaria 
    
     L’opportunità per una nuova  industria cinematografica italiana 
    
     Europa: meno di un’unione ma più  di un’alleanza 
    
     Più garanzia di sicurezza ad  Israele per ridurne l’aggressività 
    
     Operazione vetrina per  capitalizzare le imprese italiane 
    
     L’attrazione di capitale è più  utile degli investimenti a debito 
    
     Verso la convergenza tra  sostenibilità ambientale ed economica 
    
     Perché l'Ue deve diventare più estroversa 
    
     L’evoluzione del G7 verso una  comunità di difesa 
    
     La svolta di Israele 
    
     Verso il nuovo nucleare ed un  eco-adattamento realistico 
    
     La strategia del Kissinger inverso 
    
     Il potenziale negoziale dell’Ue  con Trump è forte 
    
     Le sfide della nuova Guerra fredda 
    
     L’Ue ha una struttura economica  forte che dopo cambiamenti le darà un destino positivo 
    
     La sicurezza richiede un’economia  della deterrenza 
    
     Verso la nuova strategia di  politica industriale 
    
     Italia globale, missione  possibile 
    
     I motivi concreti per un’Italia  ottimista
 
    
     Mondo turbolento, ma improbabile il caso peggiore 
    
     Serve un Consiglio per la  sicurezza nazionale sistemica 
    
     La priorità del nucleare  innovativo 
    
     L’America dovrà correggere  l’eccesso di americanismo 
    
     Riflessioni di minoranza  sull’effetto Pax Mediterranea di un presidio statunitense dell’area 
    
     La strategia geoeconomica  dell’Italia nel cambio di mondo 
    
     Soluzioni per una riconvergenza  euroamericana 
    
     Primi segnali per una  riconvergenza euroamericana pragmatica 
    
     Come estrarre burro dai cannoni 
    
     Il mondo finanziario ha la  necessità di moderare Trump 
    
     Benefici sistemici del riarmo  europeo a date condizioni 
    
     In America cresce la pressione  per moderare gli eccessi controproducenti 
    
     Probabilità di una futura  correzione interna degli eccessi di Trump 
    
     La rilevanza di un accordo Ue – Regno Unito 
    
     Verso la riconvergenza tra  America ed alleati 
    
     Verso una configurazione bipolare  del globo, ma meno conflittuale 
    
     Verso un mercato integrato del  Mediterraneo 
    
     Verso un mondo bipolare, ma con  varchi 
    
     Motivi per un ottimismo economico non eccessivo 
    
     La gestione di uno scenario  conflittuale continuo via Nova Pax 
    
     Passi avanti della convergenza  euroamericana nella Nato 
    
     L’effetto stimolativo degli  investimenti per la sicurezza 
    
     In bilico tra escalation e  de-escalation 
    
     La ricerca della fiducia  finanziaria in un’era metastabile 
    
     Eurodome per la sicurezza e la  reindustrializzazione innovativa dell’Ue 
    
     La nuova età della robotica  autonoma richiede più potere cognitivo degli umani 
    
     Programmi integrati per trainare  la reindustrializzazione europea 
    
     La nuova ecostrategia centrata  sul (mini)nucleare di nuova generazione 
    
     La nuova ricerca sul ciclo del  capitale per la sicurezza 
    
     Roma sempre più centrale per un  mercato mediterrane 
    
     La priorità di una struttura di investimento reciproco italo-americana 
    
     Evoluzione dello scenario globale 
    
     La ricerca di un pilastro geopolitico per la fiducia economica globale 
    
     Eurodome come migliore combinazione per la sicurezza e sviluppo europei 
    
     Per un' espansione geoeconomica globale dell' Ue 
    
     La ricerca per la deterrenza senza cadere in un’economia di guerra 
    
     Verso una Ue globale, ma con prudenza 
    
     L’effetto stimolativo dell’interazione non bellicista militare-civile 
    
     Verso Ekuméne 
    
     Dalla glaciologia dati più  precisi per gli ecoscenari
 
    
     Per una metamoneta sostitutiva  delle similmonete private e come strumento antidebito 
    
     Tre anni per compensare sul piano globale il gap di export verso gli Usa 
    
     Necessario e possibile aumentare il potere minerario italiano 
     
 (c)  Carlo Pelanda