ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

IL PUNTO

--

2/2/2025

L’America dovrà correggere l’eccesso di americanismo

codice:

Nella prima Amministrazione Trump era presente un numero sufficiente di repubblicani realistici capace di bilanciare l’americanismo controproducente di Trump stesso. Nella seconda meno. Il mio gruppo di ricerca si è diviso tra due scenari: a) l’azione di Trump produrrà una più forte controreazione divergente nel mondo rendendola improduttiva per l’interesse statunitense e divisiva entro l’alleanza delle democrazie; b) ci sarà un processo di apprendimento basato sul realismo, in particolare economico, che ridurrà il possibile impatto negativo. I due sottogruppi condividono l’idea che ci vorranno 6-8 mesi per poter assegnare una probabilità prevalente all’uno od altro scenario. Ma l’analisi dei segnali precursori è già stata avviata da ambedue, con attenzione a quelli geoeconomici.
Che il linguaggio di Trump sia sintetizzabile come ribellione dell’America contro il mondo creato dall’America stessa è un dato di fatto, con due varianti. Repubblicana: applicare il burden sharing per la gestione della sicurezza ed economia del pianeta caricandone di più i costi sugli alleati, dottrina anticipata da Henry Kissinger nel 1973 e strutturata da Condolezza Rice su Foreign Affairs nella primavera del 2000 contro il globalismo valutato dissipativo dell’Amministrazione Clinton, ora esasperata dal Maga trumpiano. Democratica: mantenimento del globalismo, ma con limiti per bilanciare il dare ed avere americano nel mondo, per esempio il lead from behind di Obama, simile alla dottrina limitativa degli ingaggi militari di Bush Junior, poi invertita a seguito dell’attacco jihadista nel settembre 2001, la legislazione protezionista di Biden e la sua continuità con la precedente Amministrazione Trump 1 in materia di sanzioni contro l’export cinese. Tali varianti hanno una base comune: correggere il modello del commercio internazionale asimmetrico adottato dagli Stati Uniti alla fine degli anni 50 che, per tenere incollati gli alleati, permetteva loro di esportare di tutto in America senza vincolo di reciprocità. Ciò creò un ciclo instabile del capitale globale: l’America si deindustrializzava, ma riceveva un crescente flusso di dollari dagli esportatori sul suo sistema finanziario. Ora tale ciclo si è dimostrato impoverente per l’America così come insostenibile il presidio militare globale. Ma la soluzione trumpiana non tiene conto che l’America è ormai piccola per evitare controreazioni ad un suo eccesso di pressione unilaterale. Una riflessione più cauta sull’erogazione di dazi fa intendere che l’Amministrazione Trump lo sta valutando. In attesa di più dati, la mia ipotesi è che alla fine l’analisi degli effetti controproducenti di un comportamento americano aggressivo e rivendicativo lo limiterà. L’America avrà bisogno di una convergenza con il G7 e nazioni compatibili per essere grande di nuovo. Ma le nazioni alleate devono capire che, pur considerando un’esagerazione pericolosa la strategia di Donald Trump, l’America ha un oggettivo bisogno di ribilanciamento dei flussi commerciali per evitare impoverimenti di massa.  

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

La trasformazione dell’immigrazione in capitale

La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui

L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta

Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile

Come ridurre il costo di eventi meteo estremi

Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue

L’Ue è importante oltre sé stessa


Un futuribile Song sostituivo dei Brics

I motivi per meno pessimismo e più ottimismo

Serve una nuova Bretton Woods (digitale)

Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia

Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue

La necessaria evoluzione dell’offerta turistica

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento

La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica

Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria

L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana

Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza

Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività

Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane

L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito

Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa

La svolta di Israele

Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico

La strategia del Kissinger inverso

Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte

Le sfide della nuova Guerra fredda

L’Ue ha una struttura economica forte che dopo cambiamenti le darà un destino positivo

La sicurezza richiede un’economia della deterrenza

Verso la nuova strategia di politica industriale

Italia globale, missione possibile

I motivi concreti per un’Italia ottimista


Mondo turbolento, ma improbabile il caso peggiore

Serve un Consiglio per la sicurezza nazionale sistemica

La priorità del nucleare innovativo

L’America dovrà correggere l’eccesso di americanismo

Riflessioni di minoranza sull’effetto Pax Mediterranea di un presidio statunitense dell’area

(c) Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
Privacy policies
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi