IL PUNTO
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26/11/2023
Verso un triumvirato che salverà l’Ue
Nel mestiere della scenaristica applicata alla geopolitica economica si osservano le tendenze che spuntano nel presente e si calcolano le probabilità di loro sviluppo da cui si ricava il “vettore strategico macro” prevalente. Il piano di azione comune negoziato tra Italia e Germania rinforza la probabilità di un consolidamento dell’Ue attraverso la formazione di un triumvirato Francia-Germania-Italia con probabili effetti benefici sul sistema industriale e finanziario sia dei partecipanti (molto probabile) sia delle altre nazioni dell’Ue (esito con certa probabilità, ma da precisare). Inoltre – punto centrale nello scenario globale – la convergenza delle tre nazioni più rilevanti dell’Ue potrà favorire quella euroamericana (nel 2025), una più forte strutturazione del G7 e l’accelerazione di una sua traiettoria di allargamento ad altre democrazie (per esempio l’India) ed “associazione funzionale” con nazioni compatibili, per esempio l’Arabia (favorendo nel tempo, pur non breve, la riconvergenza con Israele ora sabotata dall’Iran), pescando quelle con migliori possibilità di accordo nell’area del “Sud globale”, terreno di competizione per l’influenza tra sfere sinocentrica ed amerocentrica.
La strategia di inserimento dell’Italia in una triarchia europea che sostituisse la diarchia franco-tedesca è una tema pluridecennale della politica estera italiana, dal 1963 in poi, dove Roma non è mai riuscita ad “infilarsi” veramente, ottenendo al massimo una posizione terza e distante dai primi due condivisa con la Spagna. Ma il governo Draghi nel 2022 ha aperto uno spiraglio. Quello Meloni lo ha allargato sfruttando l’interesse della Germania ad accettarlo. Berlino, infatti, ha visto con molta preoccupazione – pur mai esplicitata - il “Trattato del Quirinale” tra Francia ed Italia annotando la strategia francese (inaugurata nel 1993) di prendere il dominio dell’economia e finanza italiana per bilanciare il potere tedesco. Intelligentemente, Germania ed Italia non hanno voluto siglare un trattato, ma un piano comune basato su interessenze settoriali. Potrebbe essere definito cooperazione rafforzata per progetti selettivi. Ma, annusando le bozze, tale piano comune è molto più forte. Azione comune per spingere un trattato bilaterale con gli Stati Uniti che è essenziale per rafforzare la matrice di tali accordi tra nazioni del G7 e associabili e, correlata, espansione dell’Ue verso le 35 nazioni. Maggiore integrazione dell’industria della difesa e costruzione di una capacità militare europea, ma dentro la Nato. Ed altre convergenze di carattere geopolitico strutturale. La Francia? Non è felice, ma si sente rassicurata: non è un progetto contro Parigi, ma che include Parigi stessa. Troppo ottimismo? No, l’Ue ha bisogno di avere più potere negoziale con gli Usa e di lasciare aperto uno spazio commerciale, pur selezionato, con la Cina. Quindi i suoi poteri maggiori non possono più litigare, ma devono trovare una compattezza che eviti una Ue preda.
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(c) Carlo Pelanda