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Carlo A. Pelanda
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IL PUNTO

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27/4/2025

Verso una configurazione bipolare del globo, ma meno conflittuale

L’anomalia della conduzione Trump non deve far sottovalutare l’aggiustamento in atto della sua linea strategica per evitare effetti controproducenti sia sul piano interno sia su quello esterno. Ora è importante capire quanto tale aggiustamento possa modificare lo scenario.
Dati recenti indicano che Washington sia rimasta sorpresa dalla reazione simmetrica della Cina alla guerra economica lanciata contro Pechino dall’America perché questa si aspettava un cedimento accomodante da Pechino stessa dovuto al problema della sua sovracapacità produttiva.  Se così, pur non escludendo un compromesso perché i contatti riservati non si sono interrotti, ciò spiega in buona parte una variazione della strategia statunitense: ora non può permettersi una divergenza eccessiva da parte degli alleati, in particolare Ue e Giappone, perché ne ha bisogno. Ciò dovrebbe avere un impatto ammorbidente nei negoziati in materia di dazi con loro. Cioè l’America, pur superpotenza, è troppo piccola per gestire senza alleati convergenti un conflitto bipolare con la Cina. E probabilmente non basta. Senza una minore convergenza tra Russia e Cina ed una maggiore influenza condizionante sulle nazioni chiave del Sud globale sarà difficile per l’America ottenere un vantaggio nel conflitto bipolare. Parecchi governi se ne sono già accorti. Tokyo e Seul hanno abbozzato un accordo economico con Pechino enfatizzando una stretta di mano fra i tre rappresentanti come segnale dissuasivo all’America in fase di negoziato sui dazi. Così come l’India ha percepito una sua rilevanza maggiore utile per attutire i dazi statunitensi e prendere posizione chiave per l’infrastruttura di enorme rilevanza geoeconomica programmata per connettere Indo Pacifico, Mediterraneo ed America atlantica (Imec) che ha anche rilievo geopolitico per le relazioni convergenti con Arabia ed Emirati e per azioni congiunte verso l’Africa con scopo la riduzione dell’influenza cinese in quel continente. Ed altro, tra cui la pressione statunitense per evitare che l’Iran diventi una potenza nucleare come garanzia di sicurezza per le nazioni arabe sunnite. In sintesi, l’America è costretta ad un maggiore ingaggio sul piano globale per restringere l’influenza competitiva della Cina. Ed anche la Cina stessa deve rafforzare la sua capacità di penetrazione mondiale per contrasto. Tale scenario era previsto in termini generici nel programma di ricerca avviato nel 2013 “Deglobalizzazione conflittuale e riglobalizzazione selettiva” ed al momento appare realizzarsi. Se così, però, sarà necessario il mantenimento di almeno una parte dei flussi economici globali per evitare rischi depressivi. Da un lato, la concorrenza tra due blocchi nel mondo potrebbe portare ad effetti positivi via accelerazione della rivoluzione tecnologica e dell’efficienza economica, nonché monetaria, in ciascun blocco. Ma anche rischi di implosione e di conflitti cinetici. Pertanto è oggetto di ricerca e di azione geopolitica un derisking negoziale tra un’America rinforzata dalla (ri)convergenza con gli alleati ed una Cina che calcoli più realisticamente i limiti della propria forza.         

ARCHIVIO

La forma economica del nuovo mondo bipolare

Allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale manca quella individualizzabile

Dall’istruzione al potere cognitivo di massa

La guerra continua

Nonostante il dialogo sino-americano la guerra economica continuerà

La priorità di una dedebitazione parziale secca

Ecco la nuova economia della deterrenza

L’avvio dell’ecoadattamento realistico

La trasformazione dell’immigrazione in capitale

La priorità del nucleare di nuova generazione

Prestito irredimibile vs tassa extraprofitti

Europa estroversa vs Ue introversa

La posta in gioco è il dominio del triangolo India-Mediterraneo-Africa

La ricerca per una nuova (ri)globalizzazione

Più G7 contro le crisi multiple

Verso un triumvirato che salverà l’Ue

Dall’irrealismo all’ecorealismo, lentamente

La priorità dell’operazione patrimonio contro debito

Tardare il taglio dei tassi è un errore

Si intravedono i primi passi di esoindustrializzazione

La crisi del Mar Rosso impone scelte forti all’Italia

La presidenza del G7 come occasione per Roma di imparare il ruolo di esportatore attivo di sicurezza

La difesa della fiducia in un mondo metastabile

La relazione tra capitale e avvio della biocibernazione

La necessità di integrare finanza pubblica e privata per gli investimenti di sicurezza militare

Verso una ristabilizzazione geopolitica globale

Ridurre la vulnerabilità per poter calcolare il rischio

L’irruzione dell’AI implica una rivoluzione cognitiva di massa

Più risparmio verso investimenti produttivi

Serve una scienza della dedebitazione

Il possibile scenario “Dedebiting EU”

Necessario accelerare un Piano Enrico Fermi nell’Ue

Come adattarsi all’ecomutamento

Macron pensa di usare la Cina ma è Pechino che sfrutta lui

L’ambiguità della Bce è un pericolo se non corretta

Basta alluvioni e siccità estreme: è possibile

Come ridurre il costo di eventi meteo estremi

Convergenza euroamericana vs. autonomia strategica Ue

L’Ue è importante oltre sé stessa


Un futuribile Song sostituivo dei Brics

I motivi per meno pessimismo e più ottimismo

Serve una nuova Bretton Woods (digitale)

Compensazioni Ue per le aziende italiane sanzionate dalla Russia

Avviare un’ecopolitica realistica nell’Ue

La necessaria evoluzione dell’offerta turistica

Più capitale privato per la proiezione in Africa

Dalla priorità della decarbonizzazione a quella dell’ecoadattamento

La priorità a breve e a lungo di costruire la fiducia economica

Abolire il termine finanza ombra per quella non bancaria

L’opportunità per una nuova industria cinematografica italiana

Europa: meno di un’unione ma più di un’alleanza

Più garanzia di sicurezza ad Israele per ridurne l’aggressività

Operazione vetrina per capitalizzare le imprese italiane

L’attrazione di capitale è più utile degli investimenti a debito

Verso la convergenza tra sostenibilità ambientale ed economica

Perché l'Ue deve diventare più estroversa

L’evoluzione del G7 verso una comunità di difesa

La svolta di Israele

Verso il nuovo nucleare ed un eco-adattamento realistico

La strategia del Kissinger inverso

Il potenziale negoziale dell’Ue con Trump è forte

Le sfide della nuova Guerra fredda

L’Ue ha una struttura economica forte che dopo cambiamenti le darà un destino positivo

La sicurezza richiede un’economia della deterrenza

Verso la nuova strategia di politica industriale

Italia globale, missione possibile

I motivi concreti per un’Italia ottimista


Mondo turbolento, ma improbabile il caso peggiore

Serve un Consiglio per la sicurezza nazionale sistemica

La priorità del nucleare innovativo

L’America dovrà correggere l’eccesso di americanismo

Riflessioni di minoranza sull’effetto Pax Mediterranea di un presidio statunitense dell’area

La strategia geoeconomica dell’Italia nel cambio di mondo

Soluzioni per una riconvergenza euroamericana

Primi segnali per una riconvergenza euroamericana pragmatica

Come estrarre burro dai cannoni

Il mondo finanziario ha la necessità di moderare Trump

Benefici sistemici del riarmo europeo a date condizioni

In America cresce la pressione per moderare gli eccessi controproducenti

Probabilità di una futura correzione interna degli eccessi di Trump

La rilevanza di un accordo Ue – Regno Unito

Verso la riconvergenza tra America ed alleati

Verso una configurazione bipolare del globo, ma meno conflittuale

Verso un mercato integrato del Mediterraneo

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