21/9/2023
Egregio professore,
ho letto con interesse il suo intervento sull’eventuale prestito irredimibile, che riapre il discorso su questa modalità di copertura del deficit. Però nel testo è indicata una scadenza di 50-70 che, pur essendo lunga, non è certo riconducibile ad un vero prestito irredimibile che per sua natura non può prevedere un rimborso…
In realtà l’idea (come anch’io ho avuto occasione di scrivere su più testate) sarebbe stata ottima fino a due-tre anni fa per contenere il debito, ma oggi temo sia troppo tardi, con i tassi correnti.
Resta l’ipotesi di un irredimibile a tasso variabile, ma sembra proprio che governo ed autorità monetarie non vogliano ascoltarci!
Un cordiale saluto
Gianluigi De Marchi
16/7/2023
Buongiorno.
Una delle caratteristiche di Merz è di fare annunci conservatori per poi iniziare a remare contro dopo 10 minuti. Inaffidabile. Ondivago. Ha deluso parecchio.
Non per caso la AfD cresce nei sondaggi. La CDU è tuttora troppo sbilanciata a sinistra grazie alla mefitica “cura Merkel”, nata, cresciuta ed educata da comunista DOC. Nella DDR se non eri attivo all’universitá non ci andavi. In Germania è molto ampio lo spazio lasciato vuoto nel centro-destra e nella destra dei conservatori.
Nella CDU l’astro nascente è il giovane governatore Hendrik Wüst (un perfetto “sinistrato”, imho), presidente del Nordreno-Westfalia in coalizione con i Verdi. Se fossi ecologista o socialista voterei l’originale e non il surrogato, o no?
La CSU con Söder nota banderuola al vento? Un altro inaffidabile. O l’ex ministro dei trasporti Dobrindt che è costato al contribuente solo un quarto di miliardo di Euro invece dei due miliardi che sarebbero spettati alle ditte danneggiate per la sua ideona di introdurre il pedaggio autostradale in Germania senza seguire l’esempio austriaco?
L’otto ottobre si voterà in Assia e in Baviera. Vedremo. Un pagatore netto (Assia) e il maggiore pagatore netto in assoluto che finanziandolo tiene in piedi tutto il circo woke.
Cordiali saluti
Paolo Verni
PS Se le interessa ci sono alcuni giornalisti seri e indipendenti, come Reitschuster, Reichelt, Thichy, Broder o lo svizzero Köppel con il suo Die Weltwoche. Tutti raccontano un’altra storia di quella del giornale unico.
13/7/2023
La soluzione alternativa c'è.
Si chiama
TASSE NEGATIVE SUI BASSI SALARI DA LAVORO.
Il salario minimo per legge produrrà la chiusura di molti posti di lavoro nelle attività stagionali e marginali oppure spingerà verso il nero.
Il salario minimo è inoltre propedeutico alla riduzione generalizzata degli stipendi.
In questo modo la sinistra punta a ridurre l'autonomia e la differenziazione fra le persone e si propone di aumentare, per quesra via, la propria base elettorale ed il proprio potere.
Una soluzione alternativa c'è e si chiama IMPOSTA NEGATIVA da erogare esclusivamente ai titolari di un reddito da lavoro troppo basso.
Questa tassazione negativa sul salario sarebbe:
A)un vero sostegno per molte piccole aziende stagionali e marginali che continuerebbero a contribuire alle entrate erariali.
B)un incentivo per farsi assumere in bianco
C)un ottimo stimolo per il lavoratore a fare proprio quei lavori che oggi sono schifati perchè pagati troppo poco in bianco.
D)un sostegno al reddito di chi svolge lavori precari che sono comunque socialmente indispensabili.
E)un riconoscimento doveroso a questi lavoratori che non va assolutamente confuso con il reddito di cittadinanza che, al contrario, favoriva il nero e il non fare niente.
F)l'eliminazione di molta precarietà e la conseguente trasformazione di questi impieghi lavorativi in attività quasi normali.
Il Destra-Centro di Governo ci pensi e valuti seriamente questa soluzione. E così pure la sinistra concreta e non ideoligica.
Daniele Gionimi 13 Luglio 2023 Vicenza
4/7/2023
Primo Luglio 2023.
«C’è l’ordine di uccidere Prigozhin»
Così, secondo i servizi segreti ucraini, che a mio parere stanno per cadere in pieno nella trappola di Putin.
La prova ?
Basti pensare che molti oligarchi di Putin sono stati uccisi, a volte con tutta la famiglia, e nessun servizio segreto ne è mai venuto a conoscenza in anticipo.
Questo non significa che Putin, per guadagnare credibilità, non possa uccidere il suo più caro amico Prigozhin.
Gli Hitler di tutti I tempi, per I propri interessi, sono soliti sacrificare anche i loro amici più fidati.
Lo stesso Prigozhin potrebbe aver messo la sua stessa vita nelle mani di Putin.
Ricordate i kamikaze giapponesi ?
Sacrificato eventualmente l'amico e guadagnato così maggiore e totale credibilità, e senza apparire il mandante, Putin potrà dare ordine, alle truppe scelte di Wagner, ora di stanza in Bielorussia, di lanciare loro le atomiche Bielorusse sull'Ucraina, come da programma con Prigozhin, e di figurare loro come uniche responsabili, magari per vendicare il loro capo.
Fantapolitica ?
Troppo fanta e poco politica ?
Certo.
Ma di fronte ad uno come Putin che minaccia di continuo l'uso dell'atomica tattica contro l'Ucraina, e ne è impedito solamente dal fatto che si inimicherebbe anche i suoi stessi amici ossia Cinesi, Brasiliani, Indiani, e Sudafricani, noi dobbiamo usare tutta la nostra fantasia per chiederci cosa Putin, ossia uno che non si ferma facilmente, potrebbe pensare e attuare per superare questo ostacolo all'uso dell'atomica.
Solo così,
ossia divulgando a livello mondiale questa fantasiosa ipotesi possiamo smascherarlo e fermarlo.
E visto che l'atomica sull'Ucraina,
A)sia essa tattica e lanciata dalla Wagner,
oppure
B)sia quella di far esplodere una o più centrali nucleari ucraine dando la colpa a Zelens'kyj,
avrà ricadute radioattive in tutta Europa,
abbiamo il dovere di usare qualsiasi mezzo pacifico per fermare Putin,
compreso fantasie assurde e magari menzognere pubblicizzandole di continuo a livello mondiale. Un dovere che ricade soprattutto sulla stampa.
Anche su di lei stimatissimo Carla Pelanda.
Per favore, metta a servizio di questa ipotisi sia la sua suprema capacità di analisi ed inferenza sia la sua posizione internazionale.
Che importa se l'ipotesi è stravagante/ridicola ? Mao soleva dire che non importa se il gatto è bianco o nero , l'importante è che prenda il topo.
Io non vedo altro modo per fermare l'uso dell'atomica in Ucraina che quello di diffondere l'idea che sarà Putin il vero operatore indipendente da come ha nascosto la sua mano per evitare che anche i suoi amici (Cina, Brasile, India, Sudafrica) gli siano contro.
Daniele Gionimi 4 Luglio 2023
16/2/2023
San Vendemiano, 16.2.2023
Preg.mo professore,
ho letto con estremo interesse il suo intervento odierno su ilsussidiario.net
Mi consenta quindi di poter condividere con lei alcune riflessioni.
I presupposti da cui Lei muove sono ineccepibili.
La riduzione dell’attuale stock di debito pubblico è “conditio sine qua non”per attivare politiche di stimolo fiscale efficaci e perduranti.
Io stesso ritengo che una strategia di “nazionalizzazione” del debito sia inutile (se non addirittura controproducente) in difetto di libertà di conio.
Sono invece meno prevenuto rispetto alle operazioni che lei definisce “patrimonio contro debito”: e questo per ragioni filosofiche, connesse all’accezione, un po’ “perversa”, che si tende a dare del “debito pubblico”. In quest’ultima grandezza si trovano infatti compresi tutti gli stock di risparmio privato che, generazione dopo generazione, gli italiani hanno trasferito al loro Paese per dotarlo di quella invidiabile potenza infrastrutturale che ha fatto dell’Italia una delle maggiori potenze industriali del mondo. Una sorta di “capitale sociale” nell’accezione etimologica del termine, cioè il “capitale della società”. Patrimonio demaniale, ospedali, scuole, caserme, immobili di vario tipo, strade e autostrade, acquedotti, gasdotti, elettrodotti, reti telefoniche e dati, partecipazioni societarie, …. C’è di tutto e di più.
E ritengo anche che la proprietà “nazionalizzata”e diffusa di questo “capitale sociale” sia invero assai più strategica e democratica che non il possesso di bond irredimibili.
Quel che immagino è quindi una sorta di “conferimento” del summenzionato “capitale sociale” in un “fondo (veramente) sovrano”, che dovrebbe essere gestito con criteri apolitici, aconfessionali e manageriali (ma questo, purtroppo, è un altro discorso….).
Le quote del fondo conferitario andrebbero offerte in sottoscrizione dallo Stato a soli investitori privati nazionali (perimetro al di fuori del quale non dovrebbero non sarebbero cedibili) e dovrebbero essere irredimibili per decenni; a tale riguardo, la sua stima a 70 anni mi sembra più che ragionevole.
Lo Stato, ovviamente, dirotterebbe il ricavato della sottoscrizione delle quote del fondo ad immediato abbattimento dello stock di debito pubblico.
Il fondo non sarebbe facoltizzato a indebitarsi finanziariamente, né a impegnare il patrimonio in operazioni finanziarie oltre una soglia percentuale (molto bassa).
Le mie stime (che non sono simulazioni, non potendo contare su modelli econometrici raffinati) mi portano a ritenere che l’operazione potrebbe attestarsi sui 600-650 milioni di euro. Dotato di un tale patrimonio, il fondo potrebbe ragionevolmente generare “a regime” una quarantina di miliardi di revenues, da destinarsi alla copertura di eventuali perdite, all’efficientamento, al mantenimento e alla Capex della dotazione iniziale. Eventuali eccedenze potrebbero essere rigirate allo Stato (al netto d’un congruo compenso) poiché le destini a ulteriori abbattimenti di debito.
Mi si eccepirà che un’operazione di questo tipo assomiglia molto (troppo?) ad un haircut del debito attraverso un’imposta patrimoniale. Ed in effetti non vi si discosta di molto, se non per il fatto (a mio avviso essenziale) che per una volta lo Stato non prende, ma “scambia”, e rinomina più correttamente le poste passive del proprio bilancio.
Potrebbe altresì sembrare che in questo modo venga traslato sui cittadini l’onere di “ricomprarsi” lo Stato, dopo che i loro antenati già avevano sostenuto questo onere. Anche qui assento: è esattamente così. Ma tertium non datur, o sostenere un sacrificio enorme (per una volta non “a fondo perduto”) o perire nella certezza che analogo enorme sacrificio ci sarà tosto o tardi richiesto, ma in cambio di nulla.
Sarebbe senza dubbio la più grande operazione finanziaria della storia patria e richiederebbe un immane sforzo finanziario, legale e comunicativo.
Ma potrebbe essere la soluzione definitiva, oltre la quale non vedo orizzonte.
Voglia gradire i miei saluti e la mia stima.
dott. Andrea de Vido
Senior Partner
16/2/2023
Buongiorno, dottore.
Ho appena letto, sul Sussidiario, il suo articolo con il quale ipotizza interventi per tagliare il debito pubblico.
Mi inserisco nel suo ragionamento, intervenendo con una proposta nel menu delle modalità meritevoli di approfondimento.
Premessa: nel bilancio dello Stato il patrimonio culturale italiano (Colosseo, Templi di Paestum, Pompei, etc.) non è computato, come se avesse valore Zero. Trattasi, evidentemente, di falsa rappresentazione della realtà.
Ebbene, io credo che, senza ancora considerare gli introiti di questi Beni Culturali (biglietti, diritti d'immagine, etc ), se ne trascuri tra l'altro il loro valore come "bene-rifugio".
Se durano da secoli, essi sono considerati certamente Valori affidabili.
Attraverso la "tokenizzazione", i suddetti beni potrebbero essere frazionati in quote virtuali e venduti sul mercato. Il "token Colosseo n. 0001/10000", opportunamente certificato (registro blockchain), sarebbe simile a moneta/oro. Elon Musk, Madonna, Chiara Ferragni: possedere un "token Colosseo" potrebbe diventare un obbligo socio-culturale.
Legge e contratti assicurerebbero, ovviamente, che nessun diritto si genera in capo al possessore di token circa la gestione materiale del Bene Culturale: tale apparente limite sarebbe ovviamente anche una garanzia - necessaria e graditissima per tutti, tokenisti inclusi - circa il fatto che i Beni Culturali Tokenizzati sono destinati a durare ancora per secoli o millenni.
Il Debito Pubblico sarebbe abbattuto. I Token sarebbero trasferibili sul mercato. Non "creazione" di valore, ma "rilevazione" sul mercato di un valore già esistente.
Che ne pensa?
Un cordiale saluto.
Dario Ciccarelli