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          Egregio professore
         
          nel ringraziare per l'attenzione che mi ha
          riservato invio in allegato
          un testo che prova a sintetizza le proposte di riforma della giustizia
          civile nel settore immobiliare elaborate sulla base delle mie
          esperienze professionali; se per pubblicarlo ritiene necessarie
          delle modifiche lo utilizzi pure come meglio crede.
         
          Sono consapevole che si tratta di proposte
          che nella loro (relativa) semplicità sconvolgerebbero gli assetti
          vigenti, ma reputo che se il centrodestra vuol dimostrare con i
          fatti di essere un governo liberale dovrebbe attuare delle riforme che
          cambino in questo senso il nostro sistema economico strozzato dai
          famosi lacci e lacciuoli che però mai nessuno si decide a sciolgliere
          definitivamente.
         
          La modifica delle regole che disciplinano
          il mercato immobiliare, che coivolge praticamente tutti i cittadini, a
          mio avviso sarebbe un ottimo banco di prova della volontà di
          adeguare il sistema al tempo di internet, visto che attualmente questo
          mercato si regge su norme predisposte quando solo il 10% delle
          famiglie era proprietario di immobili, solo il 30% della popolazione
          era alfabetizzato e per scrivere si usava il calamaio.
         
          Da quasi cento anni le compravendite
          immobiliari (la polpa del mercato) in Italia sono incentrate sui
          notai e così il sistema è bloccato anche perchè privo di
          alternative; ritengo che quella da me studiata possa essere una
          valida possibilità, ma sembra che nessuno sia interessato nemmeno a
          discuterla, come dimostra il fatto che le cosiddette "borse
          immobiliari" delle Camere di commercio (anche quella di Milano)
          sono assolutamente refrattarie a qualsiasi innovazione, per evidenti
          carenze culturali della categoria degli agenti immobiliari.
         
          Tra l'altro anche il sistema delle imprese
          edili (dei costruttori) in Italia è assolutamente anomalo (la
          dimensione media delle imprese edili è di 1,5 addetti!) rispetto
          a qualsiasi altro paese civile; ciò, a mio avviso, è
          essenzialmente dovuto alla presenza degli ordini professionali che se
          avevano una funzione nel sistema corporativo, di certo non l'hanno in
          un sistema liberale; in un sistema liberale le certificazioni di
          responsabilità tecnica devono essere fatte dalle aziende che
          effettuano i lavori (attraverso il loro personale tecnico), non certo
          da professionisti autonomi che si autogratificano di compensi
          spropositati con la complicità dei governi che approvano assurde
          tariffe professionali a danno degli utenti, ingombrando i codici di
          regole inutilmente complicate solo per permettere alle corporazioni di
          esercitare i loro poteri di interdizione
         
          Il meccanismo di responsabilità
          dell'azienda l'avevo proposto per la legge sulla sicurezza degli
          impianti in edilizia, quando lavoravo nell'ufficio legislativo della
          Confartigianato e mi sembra che abbia ottimamente funzionato, ma
          fino a quando non c'è un reale interesse a modificare il sistema
          nel modo più utile per tutti è evidente che le categorie
          corporative avranno facile gioco ad evitare i cambiamenti, cioè fino
          a quando della riforma degli ordini professionali vengono chiamati a
          discuterne solo gli iscritti agli stessi è evidente che non si va
          lontano; perchè il governo non chiede ai veri utilizzatori dei
          servizi professionali come dovrebbe essere disciplinata la
          materia delle certificazioni di responsabilità invece di far perdere
          tempo con le assurde certificazioni ISO di attività professionali?
         
          Le imprese del settore edile, probabilmente
          perchè commiste in modo inestricabile col sistema degli ordini
          professionali, per quanto ho potuto constatare, non si battono certo
          per una riforma liberale del mercato immobiliare; non a caso la
          legge della sicurezza degli impianti era stata a suo tempo
          osteggiata dalla Confindustria!
         
          Se avrà avuto la cortesia di leggere la
          sintesi del mio progetto per la creazione di Centri servizi per affari
          immobiliari avrà notato che non è necessaria, per l'attivazione
          della rete, l'approvazione di norme particolari, ma è certo che per
          renderla operativa ho bisogno di vari supporti (anche finanziari) e
          pertanto le sarei grato se mi potesse indirizzare a chi potrebbe
          essere concretamente interessato a sviluppare il progetto.
         
          Con l'occasione invio cordiali saluti.
         
          Gianni Frescura
         
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