14/06/2002
Egregio professore
 
nel ringraziare per l'attenzione che mi ha riservato invio in allegato un testo che prova a sintetizza le proposte di riforma della giustizia civile nel settore immobiliare elaborate sulla base delle mie esperienze professionali; se per pubblicarlo ritiene necessarie delle modifiche lo utilizzi pure come meglio crede.
 
Sono consapevole che si tratta di proposte che nella loro (relativa) semplicità sconvolgerebbero gli assetti vigenti, ma reputo che se il centrodestra vuol dimostrare con i fatti di essere un governo liberale dovrebbe attuare delle riforme che cambino in questo senso il nostro sistema economico strozzato dai famosi lacci e lacciuoli che però mai nessuno si decide a sciolgliere definitivamente.
 
La modifica delle regole che disciplinano il mercato immobiliare, che coivolge praticamente tutti i cittadini, a mio avviso sarebbe un ottimo banco di prova della volontà di adeguare il sistema al tempo di internet, visto che attualmente questo mercato si regge su norme predisposte quando solo il 10% delle famiglie era proprietario di immobili, solo il 30% della popolazione era alfabetizzato e per scrivere si usava il calamaio.
 
Da quasi cento anni le compravendite immobiliari (la polpa del mercato) in Italia sono incentrate sui notai e così il sistema è bloccato anche perchè privo di alternative; ritengo che quella da me studiata possa essere una valida possibilità, ma sembra che nessuno sia interessato nemmeno a discuterla, come dimostra il fatto che le cosiddette "borse immobiliari" delle Camere di commercio (anche quella di Milano) sono assolutamente refrattarie a qualsiasi innovazione, per evidenti carenze culturali della categoria degli agenti immobiliari.
 
Tra l'altro anche il sistema delle imprese edili (dei costruttori) in Italia è assolutamente anomalo (la dimensione media delle imprese edili è di 1,5 addetti!) rispetto a qualsiasi altro paese civile; ciò, a mio avviso, è essenzialmente dovuto alla presenza degli ordini professionali che se avevano una funzione nel sistema corporativo, di certo non l'hanno in un sistema liberale; in un sistema liberale le certificazioni di responsabilità tecnica devono essere fatte dalle aziende che effettuano i lavori (attraverso il loro personale tecnico), non certo da professionisti autonomi che si autogratificano di compensi spropositati con la complicità dei governi che approvano assurde tariffe professionali a danno degli utenti, ingombrando i codici di regole inutilmente complicate solo per permettere alle corporazioni di esercitare i loro poteri di interdizione
 
Il meccanismo di responsabilità dell'azienda l'avevo proposto per la legge sulla sicurezza degli impianti in edilizia, quando lavoravo nell'ufficio legislativo della Confartigianato e mi sembra che abbia ottimamente funzionato, ma fino a quando non c'è un reale interesse a modificare il sistema nel modo più utile per tutti è evidente che le categorie corporative avranno facile gioco ad evitare i cambiamenti, cioè fino a quando della riforma degli ordini professionali vengono chiamati a discuterne solo gli iscritti agli stessi è evidente che non si va lontano; perchè il governo non chiede ai veri utilizzatori dei servizi professionali come dovrebbe essere disciplinata la materia delle certificazioni di responsabilità invece di far perdere tempo con le assurde certificazioni ISO di attività professionali?
 
Le imprese del settore edile, probabilmente perchè commiste in modo inestricabile col sistema degli ordini professionali, per quanto ho potuto constatare, non si battono certo per una riforma liberale del mercato immobiliare; non a caso la legge della sicurezza degli impianti era stata a suo tempo osteggiata dalla Confindustria!
 
Se avrà avuto la cortesia di leggere la sintesi del mio progetto per la creazione di Centri servizi per affari immobiliari avrà notato che non è necessaria, per l'attivazione della rete, l'approvazione di norme particolari, ma è certo che per renderla operativa ho bisogno di vari supporti (anche finanziari) e pertanto le sarei grato se mi potesse indirizzare a chi potrebbe essere concretamente interessato a sviluppare il progetto.
 
Con l'occasione invio cordiali saluti.
 
Gianni Frescura