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Carlo A. Pelanda
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Lettere a CP del 2012

12/12/2012

Beh! Era chiaro che fossero i tedeschi a rovinarci. In un gioco a somma
zero (cioè in una situazione di torta che si restringe) uno guadagna
quello che perde l'altro. Io sono consulente manageriale e ristrutturo
piccole aziende in crisi. Le dico che da Gennaio chiudono tutte le
attività e per tutti i settori!

Quindi alzi ancora più la sua voce.

Gustinicchi Maurizio

7/12/2012

Egregio Professore

soltanto Lei dall'alto dela Sua autorevolezza scientifica e culturale può
spiegare ai miei disorientati  compatrioti che uscire dall'euro non
significa uscire dall'Europa e che, anzi ci sono altre nazioni (leggi Gran
Bretagna) che non usano l'euro e sono più felici di noi, che siamo stati
venduti  alla politica monetaria tedesca, per bassi motivi di personale
arricchimento ecc. ecc.
Spieghi ancora ( la mia è soltanto una figura retorica, non mancanza di
rispetto nei Suoi confronti) dicevo, spieghi che come esiste una "entente
anche se poco cordiale" fra Francia e  Germania, che ha imposto agli altri
partner una politica monetaria sciagurata, nessuno può impedirci di creare
un nuovo rapporto fra gli altri paesi fregati come noi, (Spagna Irlanda,
Grecia) , per negoziare una nuova politica monetaria con L'Europa.
Ecco quando parlo di Europa penso a quella di Carlo Magno, non a quella
dei burocrati e dei banchieri.
Con immutata stima
Suo Agdan

1/12/2012

Molto Gentile professor Carlo Pelanda,

seguo sempre con interesse i Suoi articoli su Libero e qualche anno fa ho avuto il piacere di leggere una Sua risposta con la quale Lei mi faceva giustamente notare le difficoltà di ordine economico-finanziario e tecnico-progettuale che impedirebbero la realizzazione di una TAV da Rimini a Trapani che potrebbe liberare i tre quarti delle zone costiere italiane  da una ultracentenaria ed ingiusta servitù .

 

Oggi mi chiedo  se si potrebbe risolvere all’origine  la iattura “spread” imponendo, agli italiani  detentori di depositi bancari e di fondi vari, l’acquisto obbligatorio della totalità del nostro debito pubblico con un interesse dell’1% , come in Germania ed in Giappone, dato che gli eventuali utili da altri tipi di investimento vengono nel tempo azzerati dalla continua erosione ed inflazione, dalle quali sembra che si salvino solo i cosiddetti grandi investitori.

 

Mi chiedo inoltre se per combattere la piaga dell’evasione all’IVA,a suo tempo definita imposta a cascata, non si potrebbero  utilizzare le più recenti tecnologie informatiche a partire dai milioni di PC presenti in quasi tutte la scrivanie degli impiegati italiani (ricordo che negli anni trenta da noi c’era un finanziere in divisa, seduto accanto agli operai che salavano le alici nei vasi , a controllare il  consumo giornaliero del sale grosso , avuto dalla Ditta Rizzardi a prezzo scontato , perchè era monopolio di Stato e per noi umani veniva venduto  in tabaccheria, come il chinino).

 

Come ultimo  mi domando perché non riusciamo ad adottare un metodo di Governo come quello usato dal  generale De Gaulle , che chiedeva ogni volta con un referendum ai Francesi se approvavano o meno le sue proposte innovative e dopo la prima risposta negativa si è tranquillamente ritirato a Colombè le Deux Eglises?

 

La saluto cordialmente

 

giustoXXXXX@gmail.com

ex dirigente sanitario del settore età adulta dell’Uls 32 di Chioggia.

 

01/12/2012

21/10/2012

L' oggetto è di certo ampolloso ma mi preme esprimere il mio sostegno al suo pensiero.
Ho letto oggi su Libero il suo articolo ed apprezzo il fatto che Lei sia uno dei pochi, forse l' unico, a proporre qualcosa di positivo e di nuovo per un domani.

Continui a proporre soluzioni e cheda ai suoi colleghi di seguirla su questa strada.

Le idee e le possibili soluzioni sono pari alla nostra fantasia.

Cesare Mosconi

P.s. perchè non mettere mano all' abrogazione delle numerosissime norme che inibiscono la nostra libertà e quindi l' economia quella vera.

      una semplice riforma senza alcun onere per il cittadino comune.

4/10/2012

Egregio prof. Pelanda,
ho letto con interesse, come sempre, il Suo articolo "Sul fisco il premier
ha sbagliato. Non l'ammette e fa l'arrogante", apparso su "Libero" del
02.10.2012 e mi congratulo con lei per la chiarezza dell'analisi che
condivido totalmente. Vorrei però aggiungere una riflessione, forse
un'intuizione che, se giusta è sicuramente il segnale che la guerra civile
che Lei ed io intravvediamo, sarà inevitabile.
A mio avviso, il prof. Monti non poteva non sapere che la sua azione di
governo avrebbe aggravato la recessione con conseguente difficoltà a
tenere sottocontrollo il bilancio pubblico e trovare allo stesso tempo le
risorse da destinare alla crescita, tanto promessa.
O il prof. Monti è uno sciocco, impreparato e non merita tutta quella
considerazione internazionale che gli accordano, oppure la sua azione ha
un'altro obiettivo.
Non voglio parlare di complotto internazionale contro l'Italia o l'Europa
perché sarebbe troppo lungo parlarne e non ci porterebbe concretamente da
nessuna parte.
Se si considerano le circostanze che hanno portato al governo del paese il
prof. Monti, mi viene da pensare che la vasta area di parassitismo che
tanto impregna il sistema Italia (politica, burocrazia, Organi dello
Stato, parte della magistratura, un'infinità di centri di potere e parte
della cosiddetta società civile) abbia spinto artatamente l'Italia
sull'orlo del precipizio per creare le contraddizioni necessarie per
obbligare Berlusconi a dimettersi e sostituirlo con Monti.
L'operazione è riuscita perfettamente e la "santificazione" di Monti gli
ha permesso per inerzia di sopravvivere positivamente nell'immaginario
collettivo degli italiani nonostante i danni creati dalla sua azione
all'economia e alla democrazia italiana siano gravissimi, quasi
irreparabili.
In effetti non ha fatto nulla di positivo, anzi tutto di negativo.
La riforma delle pensioni ha creato il problema esodati, la cui soluzione
impegnerà per i prossimi 5-6 anni tutti i risparmi ottenuti
La riforma del lavoro farà perdere una quantità di posti di lavoro a tempo
determinato, senza aumentare quelli a tempo indeterminato (in periodo di
crisi è da stupidi volere aumentare i posti di lavoro con contratti più
rigidi).
Correzioni di spesa pubblica praticamente zero. Interventi per la crescita
praticamente zero.
Solo tante promesse di pagamento di crediti vantati da imprese fornitrici
e contribuenti.
Aumento enorme della pressione fiscale e attivazione di metodi repressivi
di recupero senza precedenti.
In aggiunta ha ammesso di aver commesso degli errori, che comunque erano
necessari e che si vede la luce in fondo al tunnel, lasciando intendere
che la ripresa ci sarà se, però, si agirà efficacemente per agganciarla,
ipotecando così l'azione del futuro governo.
Se tutto ciò non è un inganno, mi chiedo allora cos'è?
Non può essere diversamente e, a mio avviso, l'area del parassitismo, che
dicevo prima, ha voluto Monti presidente del Consiglio per avere la
certezza di far vincere le elezioni del 2013 a loro simili, non
necessariamente Monti, ed eleggere poi il Presidente della Repubblica loro
simile, probabilmente Monti.
Egregio prof. Pelanda, l'elezione del futuro Presidente della Repubblica
come ho detto in altri commenti a Suoi articoli, è troppo importante per i
parassiti al fine di poter continuare ad essere tali.
È con l'accordo del Colle che tutto può essere fatto o tutto può essere
interdetto; le critiche al Colle sono quasi inesistenti, ragione per cui i
parassiti hanno agito d'anticipo e la crisi economica è stata volutamente
acuita per tenere gli italiani sulla "graticola" per indurli a votare
coloro che saranno "baciati" da Monti, perché è solo lui che vede la luce
in fondo al tunnel e gli italiani, si sa, credono ai santi.
Sarà una tragedia, il prossimo Presidente della Repubblica si comporterà
come Napolitano, di parte, mai super partes e la cosa esploderà per
carenza di risorse, come del resto è sempre avvenuto in Italia, sia nel
1922 che nel 1943.
Tutti reclamano diritti senza chiedersi se le risorse per soddisfarli ci
siano ancora, anzi, gli stessi che li reclamano agiscono poi stupidamente,
come Monti del resto, comprimendo la libertà di intraprendere che è
l'unica che può creare le risorse per soddisfarli.
Sarà una tragedia quasi impossibile da impedire perché, purtroppo, gli
aspiranti parassiti e gli utili idioti sono tanti, giornaloni, giornalini,
media e commentatori vari compresi.
Vivi saluti da Padova
Luciano S.

26/9/2012

Egregio Professore

Le rinnovo la mia profonda stima per la lucidità e la genialità delle Sue
analisi che in questo tempo di infingardi e presuntuosi sono come un faro
nel buio  della notte e mi permetto di affidarLe alcune minime
riflessioni.
Il nostro Amintore Fanfani in un famoso saggio ha confutato la tesi di max
Weber che attribuiva l'origine del capitalismo a vanto e merito del
protestantesimo, dimostrando, documenti alla mano che il fenomeno, il
quale avrebbe portato delle incredibili conseguenze per lo sviluppo dellaa
società moderna, nacque in realtà nell'italia medievale, per merito della
Chiesa (leggi Rodney Stark) e dei mercanti senesi e fiorentini, per non
parlere dell'apporto del grande fra  Luca Pacioli, ideatore della moderna
notazione economica.
L'attuale dottina sociale della Chiesa si basa sui medesimi valori
positivi di solidarietà e partecipazione illuminate dalla carità.
Ebbene, in questa temperie gravissima per il futuro stesso della nostra
patria dobbiamo riscoprire le  comuni radici e ricordarci che abbiamo
insegnato a vivere a tutti, anche ai tedeschi.
Occorre ritrovare coesione e collaborazione, per dirla con il Weber, fra
tutti gli interessati allo sviluppo, rispolverando quell'articolo della
nostra Costituzione, se non erro il 46 il quale, udite udite, parla di
una, ma guarda, "collaborazione dei lavoratori alla gestione delle
aziende".
Ebbene i sindacati di ispirazione bolscevica non l'hanno mai digerito
quest'articolo, ma al contrario occorre rispolverarlo, se vogliamo avere
un futuro, quel futuro che altre nazioni pur sconfitte come noi, si sono
già guadagnato, leggi Germania e Giappone, le quali appena avuto sentore
del profumo di una nuova libertà poggiata su valori liberal democratici,
hanno abbandonato i trastulli ideologici e altre remore storico culturali
e  si sono fiondati a produrre, non soltanto beni materiali, ma idee e
innovazione.
Riusciranno i politici che ancora gracchiano di elezioni primarie e
secondarie in funzione poltronara e non in termini di concrete proposte
per uscire dalla crisi, a comprendere finalmente che il tempo è finito e
a farsi da parte per lasciare spazio a chi vuole usare il cervello anche
per il bene comune?
Sinceramente ne dubito, perchè la percentuale delle persone per bene si
assottiglia paurosamenten e quelle che ancora cercano di resistere sono
persegueitate e bistrattate.
Suo Agdan

12/9/2012

Caro professore, ho letto con molta attenzione il suo interessantissimo articolo che poi non è altro, seppure in altra forma e in altra occasione, quello che lei scriveva, se non sbaglio, oltre un paio di lustri fa. Ricordo che io le scrissi una lettera con la quale esprimevo i miei dubbi sul fatto che Berlusconi potesse fare tesoro dei suoi ammonimenti e consigli perché, a mio giudizio, Berlusconi era diventato un perfetto "doroteo", tutto teso alla conservazione del potere a qualunque costo. Naturalmente motivai quel mio giudizio. Lei ebbe la bontà e la gentilezza di rispondermi che comprendeva ed in buona parte condivideva  la mia analisi, ma che bisognava avere comunque fiducia, perché la speranza era l'unica cosa che ci rimaneva. Pensa che Berlusconi o chi guiderà il centrodestra alle prossime elezioni abbia la forza e la voglia di fare quello che non si fece allora, quando i tagli erano meno imponenti dei 100 miliardi indicati oggi da lei? La nostra tragedia, io ritengo, consiste nel fatto che in Italia i liberali sono una infima minoranza e che la cultura cattosocialista, se non cattocomunista, abbia messo una radice così profonda e diffusa da farci perdere, a noi italiani, il senso del reale. Se il capo del PD, Bersani, ha ancora la sfrontatezza di inneggiare alla nostra Costituzione: "la più bella del mondo" e se si pensa che Casini e Vendola vogliono allearsi a quel partito, ma forse anche molti altri del centrodestra, che speranza possiamo nutrire?  Io condivido la sua analisi, molto meno la sua speranza che "la nazione capirà". Io spero che capisca, almeno, dopo la catastrofe che si avvicina. Ma forse anche la mia è "una pia speranza". Con immutata stima e simpatia le invio i miei più cordiali saluti. Giovanni Del Zoppo                   

5/9/2012

Caro Professor Pelanda ,

                                                  desidero esprimerle piena adesione  al suo articolo su Libero di Ieri ( E’ ora che il Prof, si dimetta ) Anch’io , pur non conoscendo il Prof.Monti né personalmente, né in altro  modo , ma soltanto per le lodi con cui ne parla chi lo conosce  , penso che sia persona di non comune valore personale e professionale ,onesta e soprattutto dotta e preparata .Resta da capire , si fa per dire , se era preparata anche per assumere la responsabilità di Premier che si è assunto nel particolare momento vissuto dal Paese e dall’Europa “geopardizzata” dalla Germania della Signora Merkel che ha il “carattere”, diciamo così , che non ha il Prof. Monti .

La soluzione del “governo Tecnico” era tutto sommato , anche a mio modesto parere , una soluzione adatta al momento posto che occorreva , come occorre tuttora , un governo  che avesse capacità e coraggio di imporre alla politica le soluzioni più adatte per uscire dalla crisi , dimostrando sin da subito il proprio disinteresse a governare per spirito di politica , ma soltanto per amore di Patria e delle soluzioni suggerite  appunto dalla tecnica . Invece abbiamo assistito alla continuazione dei riti e degli schemi procedurali della politica dei politici del politichese ,delle convergenze parallele,della ricerca del consenso, e delle mediazioni , ma in ginocchio  davanti alla Camusso - la Signora Merkel italiana ,-un passo aventi e tre indietro . Oggi poi, a quasi un anno dall’inizio di questa esperienza ,siamo ancora senza uno straccio di programma indicativo di come , dove e quando . Francamente il peggiore dei governi del passato ci ha fatto vedere cose migliori . L’unica strategia portata avanti con decisione è stata quella di risolvere con la tassazione , però senza alcun riguardo per le prevedibili conseguenze che avrebbe comportato sulla depressione dei consumi e della relativa produzione industriale  e in modo particolare nell’aumento della disoccupa zione operaia  Peraltro senza alcun  benefico effetto  né nella diminuzione del debito, né dello spread. Domando :  non sarebbe stato meglio cominciare invece dalla parte della spesa statale  con il taglio degli sprechi ,che ce ne sono tanti , ed anche con il licenziamento di una parte dell’orga nico della  burocrazia  ? Oggi invece ci troviamo ad aver subito un aumento della disoccupazione dal ramo industriale  del tutto simile a quello che avremmo avuto con il licenziamento degli statali , ma senza aver avuto i prevedibili vantaggi su sviluppo, diminuzione debito e spread .Sbaglio ?

Nel rinnovarle i sensi della mia più viva stima , la saluto cordialmente

Gianfranco Ciucci – Pesaro    

1/9/2012

 

Egr.Dott.Pelanda,

ho letto con interesse il suo articolo su Libero relativo allo spot sugli evasori.
Condivido la sua analisi e mi preoccupano le conclusioni!
Le invio l'immagine derivata dal montaggio delle varie sequenze dello spot in questione.
Ho aggiunto un'ultima sequenza! Non vuole essere irriverente verso il "Parlamento" Istituzione
ma contro una classe politica inconcludente e distante centomila miglia dalla realtà.
Quando si vuole progettare il futuro gridando un giorno si e l'altro pure all'evasione fiscale
si vuole superare, o quantomeno affiancare, la concezione dello stato etico di hegeliana memoria
a quella ancora più tetra dell' Homo Homini lupus! Non come condizione naturale ma come
condizione indotta.
 
God bless us!
 
Ivano Rampi
Città di Castello (PG)
30/8/2012

Egregio prof. Pelanda,

in riferimento al Suo articolo "Con la Germania è l'ora della guerra sporca" apparso su "Libero" del 28.08.2012, Le confermo di essere d'accordo sul fatto che la Germania ha i suoi difetti e l'Italia pure, però non possiamo superficialmente limitarci ad affermare ciò senza dire che i difetti della Germania sono compatibili con la sfida economica globale e quelli dell'Italia non lo sono nel modo più assoluto.

Lei, egregio professore, sa bene che se l'Italia non pone rimedio con estrema urgenza ai propri difetti, rendendo efficiente l'intero suo sistema (prima eliminando privilegi e diritti ingiustamente acquisiti e poi facendo il resto che ben sappiamo) diverrà un'economia assistita perché anche i "migliori", oppressi come sono, chiuderanno o delocalizzeranno le loro attività.
La delocalizzazione produttiva, la fuga di cervelli e l'evasione o l'elusione fiscale non sono altro che i sintomi di una rivolta implicita contro il Sistema Italia che l'affonderà e che, quando diverrà esplicita, si trasformerà probabilmente in tragedia.
Coloro che hanno grandi conoscenze ( e Lei le ha) non possono fare le giuste e approfondite analisi senza trarre la conclusione o ancor più gravemente far intendere a chi La legge che devono essere le formiche a comportarsi come cicale.

A mio avviso dobbiamo ringraziare la Germania e non creare con essa nessun inutile antagonismo. Ci sta dicendo con estrema chiarezza quello che dobbiamo fare se vogliamo vivere (dal punto di vista economico).
Coloro che vivono di privilegi e diritti ingiustamente acquisiti non vogliono sentirselo dire, avrebbero troppo da perdere e dolorosamente ci inducono ad avversare la Germania.
Non dobbiamo offrire alibi, è l'Italia che deve essere resa efficiente, non la Germania, dobbiamo dirlo forte e chiaro, senza tentennamenti e agire di conseguenza.

Vivi Saluti da Padova,
Luciano Sturaro
www.resistenzaliberale.it

24/8/2012

Si parla di limitare la spesa della pubblica amministrazione per evitare l’incremento dell’iva, intanto il debito pubblico è qualcosa come duemila miliardi di euro secondo il Dirigente Generale della Ragioneria di Stato,
ma se chi sperpera il denaro pubblico non può essere punito, allora qualcosa non > torna signor Commissario straordinario per la spending review, dott. Enrico Bondi. Invece di tanto spending review contro le prescrizioni dei farmaci del medico di base, perché non prevedere il licenziamento a chi spreca il denaro
pubblico, modificando il D.Lgs. n°150/2009 art. 55 quater comma 1 lettera F estendendo il licenziamento disciplinare d’ufficio senza preavviso oltre:
1) all’interdizione perpetua dalla pubblica amministrazione in caso di condanna superiore a cinque anni,

2) in caso di condanna definitiva per qualsiasi reato contro la pubblica amministrazione e non solo per il 314 del cp peculato e il 317 del cp peculato,

3) anche a chi produce un danno erariale per un totale complessivo di almeno 25 mila euro nell’arco di un triennio presso lo stesso ente. A stabilire l’entità del danno alle casse dello stato c’è la Procura della Corte dei conti (non Procura della Repubblica) su esporto del cittadino. Urge quindi aggiornare l’art. 55-quater del D.Lgs.165/2001, introdotto dall'art. 69 D.Lgs. 150/2009 che tratta il licenziamento disciplinare nella PA.  Il
primo dirigente dell’UMC di tal Ministero che fa installare un sistema automatico erogatore di biglietti elimina code negli uffici pubblici, che non riesce dopo nove mesi ad entrare in funzione perché i quindici sportelli non sono polifunzionali, piccola svista o negligenza costata almeno ventimila euro a noi contribuenti, in caso di condanna da parte delle Corte dei conti, su segnalazione del cittadino… Sapete dove si trova la Procura regionale della corte dei conti?

ulmike

20/8/2012

La ringrazio del suo intervento e delle serie parole che ha usato in materia azione fiscale. I toni usati in questi giorni dal Presidente del Consiglio sono più da Lenin con i borghesi Zaristi che da Statista.la situazione in materia di fisco attuale se prima di tutto non la si legge come fallimento della politica si è fuori strada, ma in modo grave e colpevole. Parlare di guerra a riguardo dell' evasione senza rendersi conto che la guerra è da fare alle mafie ed hai crimini che non hanno motivazioni politiche all' origine è molto preoccupante. Le motivazioni ideologiche che il presidente Monti sta dando all'apparato di Stato in materia di repressione sono elevate.E quando bussano alla porta, il cittadino viene stritolato dalla macchina di Stato. X far cassa in un anno si poteva mettere in piedi l`unica commissione utile: quella delle dismissioni possibili senza pregiudizi,includendo tutto il vendibile e poi selezionando attraverso la logica del massimo  vantaggio utile.se vendere Eni non ha senso non si vende ma ciò deve essere fatto in virtù del massimo vantaggio rispetto il problema che si intende risolvere. Invece si fanno le Authority !!! Sulla moltiplicazione dell' apparato nessuna parola. MONTI vada pure avanti ma è urgente una correzioni significativa dell'azione complessiva della politica interna a meno che dietro a ciò  nella politica estera non ci sia il baratto x la stabilità con i risparmi degli italiani su interessi alti che si possono pagare appunto con la guerra all' evasione.
Dipende se la politica liberale è popolare o illuminista.
Voi vicini al presidente aiutatelo a cambiare marcia x il bene della Nazione e dell' Europa che sarà se sarà dei Popoli e non dei tecnocrati.
Grazie e buon lavoro
Ciro Pica

19/8/2012

“ è difficilissimo cambiare modello interno in poco tempo. Infatti, per prendere tempo senza cambiare e continuare il modello trainato dall’export le nazioni tendono prima a svalutare la moneta: la Cina endemicamente, l’America stessa, ecc. L’euro è rimasto alto perché per la Germania, in realtà, il suo valore di cambio, comparato al marco teorico, era competitivo. Ma tale valore ha ridotto la competitività del resto dell’Eurozona. Ora l’euro sarà abbassato, ma ciò non risolverà il problema. Le euronazioni dovranno per forza ridurre di almeno un terzo spesa pubblica e tasse per lasciare più capitale nel mercato interno e permettergli di crescere via consumi ed investimenti. “

 
Egregio Professore
 
sono parole Sue, a meno di tagli redazionali, ne riconoscerà il contenuto.
Sono parole profetiche che pesano come macigni sulla coscienza di chi governa le sorti dell’Europa.
Quali sono le garanzie che i denari sottratti ai risparmi degli italiani, ho detto risparmi non retribuzioni, prendano la strada degli investimenti produttivi e non a finanziare i costi veri della politica e cioè i compensi ai partiti?
Non ne abbiamo alcuna garanzia ed infatti, prima che sia troppo tardi, occorre resettare il parlamento a tutti i costi e tornare al Popolo.
Ci indichi un Suo orientamento, un comportamento costruttivo, un’ancora di salvezza politica, per non finire nella melassa della bolscevizzazione dei cervelli, nelle spire di un futuro senza libertà.
 
Con immutata stima.
 
Suo Agdan
5/8/2012

Egregio Professore

apprezzo molto i Suoi lodevoli sforzi per far entrare un pò di sale in
zucca ai nostri "professori" , ma prima che sia troppo tardi e si realizzi
purtroppo quanto avevo previsto nella precorsa corrispondenza, affido alla
Sua sensibilità questa considerazione:
"è piuttosto normale che una società di rating del mondo occidentale
basato sulla democrazia e sul liberismo in economia, declassi un paese
come l'Italia in evidente difetto di entrambe queste cose, democrazia e
liberismo in economia, proprio come un paese del terzo mondo con le tribù
l'un contro l'altra armate e con presidenti vetero-stalinisti, con una
spruzzata di talebanismo e perchè no una buona presa di strisciante guerra
civile, con il rischio, ancora, di ritrovarsi in una nuova stagione di
terrorismo.
E' abbastanza normale che gli investitori leggano e considerino queste
cose; mi perdoni, Lei avrebbe il coraggio di investire in un paese come
l'Italia in questo momento?
Se accetta il rischio è logica la legittima pretesa di una maggior
remunerazione degli interressi sui titoli acquistati, fin qui nulla di
nuovo.
La novità semmai è costituita dal fatto che un popolo storicamente
abituato a pensare con la propria testa, ed a combattere per la libertà,
si ritrovi brachicefalo e senza gonadi, la prova di quello che dico è
anche nelle Olimpiadi dei nostri atleti, visto le ragazze che grinta di
fronte ai tremebondi maschietti?
Mah, bisogna che qualcuno si faccia promotore di una nuova rivolta ideale
prima che finiamo tutti a novanta gradi soltanto con il sedere rivolto ad
ovest, cioè al mondo libero!
Suo
Agdan

24/7/2012

Gent. mo Prof. Pelanda,
Senza polemica, leggo sul quotidiano l’Arena una sua affermazione :”fornire liquidita’ illimitata ai fondi salva-stati..” . Le faccio un esempio : Lei finanzierebbe un suo vicino, che ha 2 mila miliardi di debiti, che gira con una Audi lussuosa, pur non potendosela permettere,che ultimamente il lavoro gli e’ calato, ma mantiene una mano d’opera esuberante, paga manager con stipendi da 600 mila ed e’ sicuro che l’indebitamento nei prossimi anni aumentera’, perche’ nulla viene fatto,affinche’ diminuisca, anzi, aumentera’ per gli interessi sul debito?
Prima o poi, anche Lei e la sua famiglia fallirebbero. Fossi io la Merkel,assumendomi tutti gli aspetti negativi del caso, lascerei perdere tutto e chi e’ stato ladro e corrotto s’arrangi,prima i miei figli.A fine 1500, una volta visitata Roma, fece la stessa cosa un certo monaco Lutero.
Non me ne voglia, e’ solo la opinione di un non economista, sono un medico in pensione.Leggo sempre con interesse i suoi commenti
Un caro saluto, G.V. Bovolone VR

24/7/2012

Egr.Prof. Pelanda buongiorno.

Vengo subito al sodo.
Stiamo vivendo una situazione di guerra non vi è dubbio. Premesso che a
noi italiani fa bene perché speriamo cambi  la ns. mentalità.
Ruberie, sperperi, responsabilità e cosi via… e cominciare a fare le cose
con metodo, sensate e logiche.
Mi sembra evidente che i problemi arrivano dagli USA. Sono 10/15 anni che
stanno mettendo a punto il sistema per mettercelo nel didietro. (mi scuso)
Da Greenspan in poi hanno inventato una macchina infernale di derivati, di
subprime e quant’altro solo con lo scopo di trasferire i debiti. Adesso
stampano dollari e forse non gli è sufficiente nemmeno le rotative che
hanno.
Sono falliti, è evidente. Tutti i dati sono taroccati di continuo. Che
senso ha il dollaro/euro a 1,20
Dovrebbe essere 08/1 come nel 2002, a quel punto forse abbiamo la
dimostrazione che sono più forti dell’europa.
Il capitalismo americano sappiamo è fallito e forse da noi se cambia
qualcosa ci salviamo in quanto è più sociale e più attento alla società che non al
denaro.
Perché nessuno ha il coraggio di dirlo! E mi fermo.
Saluti, grazie
grillo

24/7/2012

Egregio Professore
Ho riletto compiaciuto  questo Suo profetico articolo, e La scongiuro, se
le sta a cuore il futuro di questo Paese deve assolutamente proporsi come
Consigliere economico, o altro incarico da Lei gradito.
Non è possibile che siano tanto idioti, l'unica spiegazione è che vogliono
salvare i Loro investimenti  qualunque costo, anche buttando a mare quel
poco che resta di produttivo in Italia.
Non si possono deprimere i consumi, non si può corrobora l'economia e
favorire la ripresa soltanto con i tagli e l'imposizione fiscale, è un
suicidio, l'unica ripresa che ci si può aspettare è quella delinquenziale
e della malavita organizzata.
Dall'altra parte non esiste più nessuno che difenda  le persone oneste per
cui bisogna aspettarsi di tutto.
Il momento è veramente grave, non perchè gli italiani non abbiano più le
capacità per ricostruire, ma perchè glielo stanno impedendo con una
politica fiscale dissennata.
E le libertà civili? Si possono sospendere con la scusa della lotta agli
evasori?

Chi può fugge via è non riesce più a  dare alcun contributo, stiamo
ritornando ai tempi della grande emigrazione?
Ma, siamo sicuri che non sia tutto un escamotage politico per  rimetter
nel bilancio le loro rimesse?
Già una volta gli emigranti salvarono l'Italia ed il Governo Crispi.
Sennò a mali estremi,coraggio  fondi un  nuovo  partito!!
Suo Agdan

20/7/2012

Buongiorno,

ho letto con molta attenzione il suo ultimo articolo (21 luglio) su Libero col quale si evidenzia con chiarezza il COSA ed il CHI di quanto sta accadendo all'Italia, espresso in modo molto chiaro. Ed anzi, tante domande vi trovano risposta.

La cosa che più colpisce di quanto risulta dall'articolo, è l'insipienza dell'attuale Presidente del Consiglio italiano, che evidentemente non conosce il proverbio "Chi pecora si fa, il lupo se la mangia.".  Non è mai capitato che chi non fa valere le proprie ragioni, veda riconosciuto il suo diritto.

Sono certo che, se le sue argomentazioni circostanziate verranno adeguatamente conosciute e fatte risaltare sui mezzi d'informazione, ciò potrà alla fine incidere anche sulla politica del nostro governo. E sono certo che lei ed il suo giornale farete quanto in vostro potere perché ciò accada.

Esponendo pubblicamente queste circostanze effettive, come lei ha fatto, potrebbe causare un soprassalto di consapevolezza in qualche politico italiano che, anche se "pro domo sua" (elezioni), riuscirebbe magari a incidere effettivamente sulla nostra politica europea, trasformandoci da socio passivo a socio attivo, come dicono negli USA. (detesto essere socio passivo, troppi problemi quando devi sederti ….. )

Peccato che, con un Berlusconi con 17 anni di governo o primaria opposizione alle spalle, risultati miseri conseguiti, e con una Lega ridotta a recitare le baruffe chiozzotte in vernacolo bergamasco, non sia rimasto nessun leader proponibile in grado di far valere l'Italia di fronte all'Europa.

Ma anche in grado di far valere i diritti dei ceti produttivi di fronte alle regalie clientelari miliardarie dei partiti (ma come hanno potuto accettare Bossi, parlandone da sano, e Berlusconi, parlandone da imprenditore e non da politico, che i barbieri alla Camera percepiscano 200mila euro l'anno, gli stenografi ancora di più, via via scendendo lungo tutto l'apparato? Non se ne sono accorti? Ma cosa facevano tutto il tempo? Le gare serali di burlesque?).

Ma lei, non conosce persone valide e non compromesse coi partiti, tipo lei, Giacalone, Belpietro, che vogliano prendersi responsabilità di questo, unirsi e provare a soddisfare questa esigenza che oggi è di decine di milioni di italiani? Chi li rappresenterà?

Alle elezioni, chi caspita voteremo ?????? Grillo? Di Pietro?  

Andando avanti così, entro un anno i problemi di oggi ci sembreranno una passeggiata di salute, e questo è ancora un understatement  …

Cordialmente,

Marco M.

16/6/2012

 

Egregio Professore,
prima di tutto complimenti per le Sue lucide analisi, grazie a Dio c'è
ancora qualcuno che non ha portato il cervello all'ammasso, deinde affido
alla Sua considerazione alcune modeste riflessioni:
scrisse qualcuno che non si fidava di un paese dove si costruiscono più
bare che culle;
è fondamentale riavviare la crescita partendo dal ruolo primario dele
famiglie, sia per i consumi che per il risparmio;
occorre incentivare l'edilizia con agevolazioni fiscali per favorire
l'edilizia d'impresa a favore dei propri dipendenti, oltre ai servizi di
sostegno per le lavoratrici madri, come asili, educatori, tutor ecc.
corrispondere assegni familiari veri e non simbolici per sostenere i
consumi ed il mercato interno;
lasciar più liberi glitaliani di pensare creare e produrre senza lacciuoli
burocratici che nefrenano le iniziative, tutti sanno che con le tasse
basse l'impero cresce con quelle alte l'impero muore;
imporre alle banche a medio e lungo termine una considerevole quota di
utili da destinare ad investimenti in attività produttive e
disincentivarne le speculazioni esclusivamente finanziarie;
costringere i partiti all'autofinanziamento, eliminando strutture
burocratiche da sottrarre al sostegno pubblico;
incentivare i lavoratori ad investire nella propria azienda, limitando il
classismo esasperato dei sindacati bolscevizzati;
riformare la giustizia penale con le misure alternative alla detenzione,
quali il lavoro obbligatorio socialmente utile, in modo che chi ha
sbagliato abbia una vera opportunità di redimersi, pagandosi anche il
proprio mantenimento e liberando risorse per l'edilizia carceraria;
Il rischi è che ci si svegli e si scopra che è tutto un sogno.
Suo Agdan

10/6/2012

Egregio professore,

molti commentatori de Il Sussidiario convergono sul fatto che le basi stesse dell’Unione Europea siano minate dalla sfiducia e da una sorta di rinascente nazionalismo.

Altri, ammoniscono sulla necessità di raggiungere forme ancora più spinte di integrazione, nel campo fiscale p.e., di cui  mi riesce difficile comprendere sia l’utilità che la logica sottesa che mi pare confligga apertamente con la precedente ipotesi.    

Infatti, mi pare che così si andrebbe piuttosto ad offrire su di un piatto d’argento a chi già detiene il potere , altro maggior potere.

Non mi piace molto un’Europa modellata su Hjalmar Schacht.

Quello che invece non comprendo è perché non viene posta seriamente all’ordine del giorno la questione dell’uniformità delle regole e delle poste dei bilanci nazionali.

Mi pare che qualsiasi strada si scelga, la prima cosa è quella di avere una solida e confrontabile base di partenza contabile ; come si può parlare di uniformità fiscale quando non sappiamo neppure quale sia la reale situazione di un dato Paese ?  Dunque, prima costruiamo regole di bilancio comuni, raffrontiamo i bilanci e poi, se necessario, partiamo per altri lidi.  

Se è vero quanto dichiarato dal Dipartimento di Economia dell’Università di Friburgo (Germania) che ha eseguito uno studio per conto della Stiftung für Markwirtschaft , la questione non è peregrina dato che anche la Germania avrebbe poco da stare allegra, visto che non vengono messi a bilancio i debiti del Länder, mentre il bilancio italiano considera la Cassa Depositi e Prestiti.

Frattanto però, mi pare che due dei pilastri italiani che davano una certa sicurezza siano in predicato.

Il primo è il risparmio delle famiglie che viene eroso dalle tasse e che si riduce nella procedura di accumulo ; il secondo sono le 2400 tonnellate d’oro della Banca d’Italia !

Benché queste ultime facciano parte di un ente privato – dopo la privatizzazione delle banche pubbliche – possiamo dire che questo oro sia ancora fisicamente in mano Italiana o che sia pronto per essere caricato su qualche vagone ?

Grazie e cordiali saluti .

Adriano Verani

30/5/2012

Dott. Pelanda Salve. Ho letto il suo articolo (anzi tutt'e due) su ilsussidiario.net. Non ho parole per dire quanto è lucida e equa la sua analisi. Ho l'età e le normali vicissitudini di vita per testimoniare personalmente quello che lei sostiene. Nato nel 1968, dopo il diploma (1987) e un'anno di naia (1988), inizio a lavorare nell'azienda di mio padre, una tipografia artigiana. Nel 1990 si decide di ampliare l'azienda con un socio. Investimento di 120 (vecchi) milioni di lire, entrando in banca all'età di 22 anni!! Lavoro duro. Poche distrazioni. Responsabilità....altro che bamboccione!! 28 anni matrimonio. Tre figli.
Situazione attuale: 44 anni, sempre tre figli. Un altro investimento per rinnovare i macchinari, per lo più fatiscenti. Un debito con (dis)equitalia cumulato in tutti questi anni di 20mila ¤uro (iva, inps, bollette varie) che diventa 35mila ¤uro!! Rata mensile di 500 ¤uro. Salti mortali per pagare la rata inps (mia e di mia moglie, socia della società familiare), altrimenti niente durc...e quindi niente forniture pubbliche...e quindi chiusura. E quando non ce la faccio? Chi la paga? I miei genitori pensionati! chi altri?...che spettacolo!! ma...basta così! L'ho annoiata abbastanza.
Da tutto questo cosa traiamo? Mettiamo che io sia sfigato! E allora tutto è giustificato. Ma allora perchè tutta la mia generazione che ha contato solo sulla forza del mercato sta nella mia stessa situazione? Siamo tutti sfigati?...mah! C'è qualcosa che non torna. Perchè dei miei coetanei coloro che oggi stanno bene hanno lavorato alle dipendenze negli ultimi 20 anni? Con tutte le coperture sociali (ferie pagate, malattia, permessi per figli etc).
Chiariamo bene un concetto: io le tasse non è che non le voglio pagare eh! Le voglio pagare eccome! Ma tante (troppe!) volte tra comprare le scarpe e i vestiti dei figli e versare l'iva...opto per i figli....
Con simpatia
Giangavino

ps: dimenticavo...vivo in affitto, non ho casa di proprietà. Almeno non pago l'imu!!

9/5/2012

Caro prof Pelanda,

ho letto il suo su Il Foglio di oggi su "Berlino che cercherà di tenere l'euro in piedi .."e contemporaneamente la notizia sul Gdb ( giornale di brescia) che lunedì riportava la news di Der Spiegel a proposito della ricerca su come entrò l'Italia nell'euro( secondo loro) forzando i dati di bilancio !

Bisognerebbe consegnare in memoria ai redattori del giornale berlinese quando la Germania approfittò dell'haircut

del 1953 ( accordo di Londra) che pose fine ai debiti di guerra permettendo alla Germania ( da parte delle

nazioni europee ,Italia inclusa) che lei stessa risarcisse i debiti di guerra non più  del 5% annui

dei redditi delle sue esportazioni ( vedi il Foglio del 20 aprile e l'articolo significativo di R. Newbury)

Sarebbe un accordo onorevole (  questo dei debiti teutonici del 53) anche per la Grecia ?

 

Ma cosa si intende per "sostenibilità" del debito di ogni nazione europea ?

 

Ricordo che economisti classici hanno già definito la sostenibilità del debito sovrano  in questa formula :

   Sp/D -  (( i- g) D/Y)

( cfr Sylos Labini, Torniamo ai classici, Laterza,2004, p126 e s.)

Saluti e Buona Lettura!

 

A Pètrina

18/4/2012

Egregio Dr. Pelanda,

 

sono un Consigliere Regionale del PDL eletto in Emilia-Romagna, spesso leggo i suoi articoli e quasi sempre li condivido.

In particolare, il contenuto del suo intervento su Libero del 17 aprile, esprime compiutamente e con ineccepibili riscontri  tecnici, ciò che anche io, modestamente, penso da tempo e che non trovo adeguatamente sostenuto né in sedi politiche, ne in contesti economici.

Siccome anche io ritengo che un condono (oltre al resto da lei elencato) sia indispensabile per dare una sferzata a questa situazione che non può essere trattata in modo ordinario, mi permetto suggerire due considerazioni per controbattere alle inevitabili critiche moralistiche che un’iniziativa come questa potrebbe.

In primo luogo il fastidioso intervento per far pagare (si può adeguatamente e realisticamente graduare il quantum) chi ha evaso, o semplicemente chi vuol vivere tranquillo in futuro, permetterebbe di gravare meno di quanto si stia facendo ora sulla generalità dei cittadini.

Inoltre, in un periodo di grandi riforme Costituzionali, ad iniziare dal pareggio di bilancio, si potrebbe inserire una norma che renda impossibili o difficilmente praticabili in futuro altri condoni in modo che non si possa dire che la reiterazione di condoni alimenti l’evasione continua.

Inoltre, a quel punto un inasprimento delle sanzioni anche penali per chi evade sarebbe plausibile ed opportuna. Infine, l’attività ispettiva delle Forze dell’ordine, rivolta all’attualità e non più al passato, potrebbe garantire quella certezza di essere scoperti in caso di una qualche violazione, che ogni testo di diritto considera più deterrente che lo stesso aumento della sanzione.

 

Nel manifestarle nuovamente la mia stima e la mia ammirazione per ciò che scrive, le porgo i più cordiali saluti.

 

Marco Lombardi

 

18/4/2012

Complimenti professore per i contenuti dell'articolo di oggi  sul
sussidiario.net. Mi chiedo solo come e' possibile che analisi tecniche
sostanzialmente semplici non vengano recepite da un governo tecnico, che
mi lascia sempre perplesso sul suo "libero" agire.
Mi piacerebbe che quanto lei da tempo afferma e documenta, come altri
illustri esperti, ma direi semplici nel guardare la realta', possa trovare
un afflato di consenso e attenzione da parte del mondo politico che
inesorabilmente si sta spegnendo dimenticandosi l'alto compito a cui LAN
lirica chiama. Mi permetto, se non l'avesse gia' letto, di consigliare una
lettura "Attila la tempesta dall'Oriente" di Louisde Wohl, che a parte il
titolo molto indicato al tempo che stiamo vivendo, descrive una situazione
storica molto vicina a quella che vediamo oggi, un invasore che conquisto'
e saccheggio' l' Italia con il Senato romano che legiferava e si
autoproclamava non accorgendosi che la reata' era un'altra.

Cordialissimi saluti
Paolo Paoletti

17/4/2012

Complimenti Prof. Pelanda.

La sua analisi è assolutamente convincente e condivisibile.
Anche perché Lei ha  titoli per farla.
Mi permetto solo di attirare la sua attenzione sull'opportunità/utilità di
un aliquota unica (33% ?) e la possibilità
di dedurre, magari parzialmente, l'acquisto di un sempre maggior numero di
beni.

Auguri e congratulazioni per il suo articolo.
In attesa di rileggerla presto su "Libero".
G. R.

18/2/2012

Complimenti vivissimi per la chiarezza del suo articolo di ieri sull'art. 18.

Luciano Calini

12/2/2012

Egregio Professore

ci sono alcune cosette che non quadrano, Le sarei molto grato se volesse
spiegare ai suoi affezionati lettori in qual modo, ammesso che la Grecia
ottenesse il sospirato prestito, potrebbe in seguito restituirlo e con
quali attività produttive.
Lei mi insegna che un paese come la Grecia le cui uniche risorse sono
quelle storico-turistiche, non se ne fa un bel niente di una moneta forte
come l'Euro, anzi lo penalizza, impedendogli di attrarre  moneta pregiata
da tutto il mondo invogliando i turisti  con il cambio favorevole.
Tornando a parlare dell'Italia, io non riesco a vedere il futuro del mio
paese, senza un minimo di coesione nazionale e soprattutto, senza una
seria politica di crescita per attrarre investimenti in vere attività
produttive e non per sostenere a tutti i costi i vari carrozzoni, pubblici
e privati.
Dalla fine della guerra in poi gli italiani hanno subito l'orrenda
metamorfosi, sono stati trasformati da laboriose formichine, secondi
soltanto ai tedeschi, in capacità ad esempio di risparmio, oltre che di
inventiva, creatività, ecc, in portatori di handicap, a mio parere per
colpa di una sinistra ottusa ed incapace, per i propri paraocchi
ideologici, di leggere i segni dei tempi.
Non più Le dicevo a cercare lavoro e/o attività veramente produttive,
vasti ambiti in cui fosse possibile farsi valere, utilizzando
correttamente le proprie risorse umane come ad esempio gli scienziati e
non spedendoli all'estero per disperazione, bensì costretti tutti in massa
all'accatto mafioso - camorristico del comodo contributo, dell'assistenza
a tutti i costi, (falsi ciechi ecc.) dell'incoraggiamento (contributi vari
a tutti per motivi elettorali), quasi fossimo davvero diventati invalidi.
Soltanto questo è capace di fare la nostra classe politica? Evirare i
propri cittadini per meglio dominarli? Preferire loro gli immigrati per
perpetuare all'infinito gli stessi giochi soltanto per bieca sete di
potere anche economico?
E alla fine Pantalone dove li trova i soldi?
Chissà se siamo ancora in grado , con questi chiari di luna, di rimettere
in funzione il cervello!?
Anzi Le dirò, quando qualche annetto fa molti imprenditori delocalizzavano
le proprie attività, non c'è stato nessuno che si chiedesse le ragioni del
fenomeno, ah dimenticavo noi siamo il paese che spara  o permette che si
pari agli studiosi di diritto del lavoro, sarà questa una delle cause di
quanto sopra?
Onestamente, mi dica Lei se, con gli assassini che non si trovano neanche
a pescarli con il lanternino, con le vittime di violenze varie che vengono
derise dai loro persecutori rimessi velocemente in libertà, con la scusa
che l'uomo non è cattivo ma è colpa della società, con un paese che ha
continuamente bisogno di riforme, segno che non funziona un bel niente,
con una scuola che non riesce più a insegnare un minimo di virtù civiche
ai giovani, con uno spaventoso sottoutilizzo delle vere risorse del paese
(beni storico artistico culturali ecc.), se lei fosse un tassista e/o un
farmacista finiti subito nel mirino, non si incarrerebbe?
Mah faccia Lei, aspettiamo I Suoi lumi.
Suo Agdan

1/2/2012

Già, appunto: cosa fanno i politici? E i docenti universitari di Economia e scienze affini?
E i movimenti sociali?
Egregio Pelanda, ma proprio non si riesce a dare voce ad un popolo?
Complimenti per la sua chiarezza.
Alfredo Abbondi

1/2/2012

BRAVO

 
carlo dove cazzo sono sti politici che ci rubano la vita  e loro hanno ville barche  i fgli sistemati per generazioni
 
 
e gli italiani non si svegliano   
 
monti non e' bravo  non c'e nemmeno democrazia

Luigina Maria

1/2/2012

Con quella faccia impenetrabile da maestro  di altri tempi Mario Monti sta
prestando  il risparmio privato italiano agli interessi dei poteri forti
distribuendo  recessione e sottosviluppo a destra e a manca con una non
chalance che rasenta la fantapolitica. La massa dei giornalai segue il
super ragioniere in questa crociata dell'autolesionismo: le prime vocine
del sig nessuno a favore di provvedimenti tirannici ed antidemocratici
sono sempre più spesso lanciate in radio. Al massimo qualche mese e ci
sembrerà perfettamente normale l'uscita quotidiana dei gabellieri
affiancati dalle forze di polizia per  esigere, sanzionare, perseguire...
Probabilmente Silvio Berlusconi avrebbe fatto bene a ridere e a vantarsi
meno perché ha di certo contribuito al formarsi di determinate idee nella
pancia della speculazione internazionale in merito ai nostri soldi.
Nostri? Io ho 43 anni sono della generazione che il risparmio non sa cosa
sia, al limite sono i soldi del nonno. Come libero professionista che non
evade conosco bene i meccanismi della pressione fiscale e non pensavo vi
fossero ulteriori margini di strangolamento, poi ho letto il Suo articolo
e ho visto Bechis...
Davvero siamo a rischio che ci venga proposto un finanziamento personale
trentennale come è già successo agli Islandesi? Saremmo alla dittatura dei
ragionieri, preferisco personalmente un dittatore vero. E in tale caso i
ragionieri che governano questi simulacri di governi democratici come
pensano di gestire il popolo italiano che ė un popolo di teste calde? Sino
ad oggi hanno giocato ad affondare nazioni senza alcuna valenza economica
ed industriale oggi ho l'impressione che si stia tentando il colpo gobbo
su una potenza industriale vera come è l'Italia, ma inevitabilmente ció
provocherebbe l'uscita dalla moneta unica. Converrebbe ai nostri storici
nemici naturali ritrovarsi sotto casa una potenza industriale con prodotti
eccellenti finalmente tornata competitiva? Le materie prime e l'energia
sono già aumentate del 30 percento in pochi anni poco per volta ed
inesorabilmente, non credo che a fronte della ritrovata sovranità e della
ritrovata libertà di azione economica, un pari ulteriore aumento
istantaneo possa preoccupare una nazione che da sempre ha trasformato con
bravura ed eccellenza. Io non ci penserei due volte meglio una rivoluzione
culturale ed economica che il lento strangolamento.
La ringrazio

Est modus

FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
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