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Carlo A. Pelanda
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2014-5-5

5/5/2014

La soluzione della questione russa è una priorità

La frizione crescente tra Russia ed Occidente, se non trovasse presto un limite ed una soluzione, rende probabili enormi danni geopolitici ed economici per America ed Europa. La Russia esclusa dal mercato euroamericano in formazione (negoziati TTIP in corso) diventerebbe sempre più dipendente dalla Cina e, alla fine, ne diventerebbe satellite. Così il mercato globale si frammenterebbe tra un blocco del capitalismo autoritario a guida cinese di forza pari a quello del capitalismo democratico, portando crisi e conflitti futuri. Mosca sta cercando di ingrandire la propria area di influenza verso ovest, puntando al controllo delle risorse dell’Ucraina orientale ed alla ri-annessione della Bielorussia, e verso l’Asia centrale (area di libero scambio russocentrica con il Kazakistan) proprio per resistere alla pressione combinata dei blocchi occidentali e cinese, ma è improbabile che ci riesca. Anche perché la Cina ha il terrore che la Russia venga inclusa nel blocco occidentale, cosa che ne completerebbe l’accerchiamento geografico e la lascerebbe priva del controllo sulle risorse energetiche. Infatti Pechino sta concedendo a Mosca enormi vantaggi per incentivarla all’alleanza, per esempio il recente megacontratto di fornitura di gas russo alla Cina. L’America, dopo il crollo del regime comunista nel 1991, mai ha concesso inclusioni ed alleanze “vere” alla nuova Russia. La Ue è divisa tra una Germania ed Italia che hanno intrecciato relazioni economiche estese con la Russia e le nazioni dell’Europa orientale e baltica che mantengono una inflessibile ostilità nei confronti di Mosca. Per altro la nuova Russia si è ricostruita in base ad un linguaggio nazionalista-imperiale e metodi autocratici, così dandosi l’immagine di nazione incompatibile con l’area delle democrazie. Da un lato, sia occidentali sia russi, quando trattano a porte chiuse, sono razionali e prudenti per non aumentare la frizione in Ucraina. Dall’altro, la soluzione o meno del conflitto in Ucraina dipende da un fatto più generale: il collocamento della Russia in occidente od oriente. Io penso che la Ue dovrebbe prendere l’iniziativa di includere, passo dopo passo, la Russia nel mercato europeo e poi in quello transatlantico, confidando nel fatto che questa offerta darebbe a Mosca l’opportunità di uscire dall’isolamento e/o dall’abbraccio mortale con la Cina e quindi un motivo per cessare, in cambio, l’espansione ad ovest. Ovviamente ci vuole un tempo di raffreddamento delle tensioni, ma in questo dovrebbe spuntare tale proposta, qui suggerita al governo italiano che presiederà la Ue nel secondo semestre 2014.

(c) 2014 Carlo Pelanda
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