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Carlo A. Pelanda
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2020-4-10

10/4/2020

La difesa dell’ottimismo in fase di incertezza

Il ciclo del capitale è influenzato da attese e la difesa della fiducia economica è tanto più efficace quanto queste sono ottimistiche. La costruzione di una profezia positiva in situazioni d’emergenza ha fasi precise. All’inizio, l’incertezza può essere contrastata con formule linguistiche: andrà tutto bene. Funziona per un breve periodo. Poi la domanda di rassicurazione richiede prove concrete: soldi illimitati. E poco dopo che siano disponibili subito. Infine serve un’immagine credibile di fine dell’emergenza. Quando il mercato finanziario la (intra)vede, ne anticiperà gli effetti producendo una profezia positiva capace di trainare in anticipo la ripresa dell’economia reale. In sintesi, ci sono quattro fasi di “governo della profezia”, qui semplificate per emergenze del tipo di quella in corso, dove l’ultima innesca un “feedforward” positivo, cioè una retroazione dal futuro che permette di estrarre da questo le risorse economiche ed attivistiche (investimenti privati) che servono nel presente. Il punto: prima si innesca un tale “feedforward” e minore sarà il fabbisogno di debito d’emergenza che accende il rischio di crisi finanziaria successiva molto più mortale di quella epidemiologica.

La credibilità dell’annuncio di ultima fase viene costruita in quelle precedenti. Molti governi hanno sbagliato la prima fase cercando di minimizzare il pericolo. L’Ue sta sbagliando la seconda e la terza, l’Italia la peggiore. Nel complesso, la credibilità della politica, pur con alcune eccezioni nazionali, è stata erosa. Pertanto il governo effettivo della profezia economica sta passando al mondo della tecnica: solo la previsione di una data dove il vaccino sarà disponibile innescherà con forza piena il “feedforward”. Dall’ambiente medico iniziano ad arrivare segnali che entro giugno qualcosa potrà essere messo a sperimentazione. Tipicamente, ci vuole un anno o più per passare alla produzione e somministrazione di massa. Ma tale tempistica può essere ridotta chiamando più volontari nel mondo per i test, estendendo lo scambio dati tra istituti di ricerca e creando un consorzio internazionale tra industrie farmaceutiche. Se a luglio-agosto il mercato percepisse la possibilità di un vaccino entro i primi del 2021, allora si innescherebbe subito il “feedforward” positivo, salvando l’economia e riducendo il fabbisogno di debito. Salverebbe anche la politica, in tutto il mondo, motivo per cui questa dovrebbe capitalizzare di più la ricerca medica entro un accordo internazionale per un vaccino rapido, precursore di prassi per un “globemed” contro future emergenze.        

(c) 2020 Carlo Pelanda
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