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Carlo A. Pelanda
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2019-11-15

15/11/2019

Vantaggi e rischi dell’Italia nel conflitto tra Francia e Germania

Aumenta la divergenza tra Francia e Germania. Non è la fine della diarchia, ma certamente non esiste più una guida dell’Ue basata sulla convergenza franco-tedesca dell’Ue. La diversità degli interessi, da sempre latente, è diventata esplicita quando Macron ha voluto forzare la costruzione di una sovranità europea con status di terza forza globale post Nato e la Germania secondo partner. L’interesse di Berlino, invece, è quello di evitarla, pur perseguendo una Ue autonoma, ma protetta dalla Nato, per meglio esercitare informalmente il suo potere asimmetrico, mantenendo l’Ue come alleanza intergovernativa e non come vera unione, cioè sufficientemente strutturata per dominare gli standard del mercato europeo ed usarlo come moltiplicatore di forza negoziale per siglare trattati commerciali vantaggiosi esterni, ma evitando condizionamenti eccessivi. Berlino vuole l’allargamento dell’Ue, Parigi no. La Germania è compressa da Trump, ma sta offrendo concessioni importanti all’America, tra cui l’enfasi sulla lealtà Nato. Infatti Berlino vuole siglare l’accordo commerciale con l’America – i negoziati rinviati di qualche mese – cedendo molto, ma Parigi non vuole fare concessioni. Così come la Germania vorrebbe re-includere rapidamente Londra nel mercato continentale con un accordo commerciale mentre Parigi lo rallenta e limita, pur proponendo a Londra accordi militari. La Germania ha un modello ordoliberista pur con correzioni socialiste e la Francia uno di economia statalizzata: Parigi segnala più attenzione all’ordine, ma solo in cambio di un’accettazione da parte tedesca della grand strategy francese, improbabile. I due limitano la polemica aperta, ma questa è crescente e riverbera, in alto, nella governance europea e, in basso, in tutti i consorzi industriali bilaterali. C’è un possibile vantaggio per l’Italia in questa situazione?

Berlino e Parigi hanno bisogno di Roma. Pertanto c’è uno spazio di vantaggio potenziale. Una possibile strategia è convergere con la Germania per i comuni interessi pro-atlantici, ma aumentando la collaborazione militare nel Mediterraneo con la Francia, nei limiti di non divergenza con l’America. A Berlino va chiesta in cambio una postura meno restrittiva sulle condizioni di unione bancaria. A Parigi va chiesta in cambio una minore aggressività predatoria. Ma Roma dovrà anche valutare che una Ue così divisa è un rischio prospettico che potrà essere ridotto solo da un fortissimo trattato bilaterale con l’America per evitare di restare intrappolata in un matrimonio suicida o con la Francia o con la Germania.               

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