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Carlo A. Pelanda
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2019-2-8

8/2/2019

La Framania militare è un rischio per l’industria italiana

L’industria militare è una leva formidabile di sviluppo tecnologico con effetti indotti nel settore civile. L’accordo franco-tedesco per la costruzione di un cacciabombardiere di sesta generazione e la correlata scelta della Germania di non adottare l’americano (anche italiano, britannico, ecc.) F35, segnala una fusione prospettica tra i due i sistemi industriali in tutto il settore difesa. La Francia sta realizzando la strategia di diventare il centro industriale militare europeo. La Germania, finora riluttante anche per l’opposizione dei suoi militari, ha aderito perché spiazzata dalla frizione con l’America e dalla Brexit nonché per riarmarsi sotto copertura francese. Da decenni la Francia tenta di comprare i pezzi più importanti dell’industria militare italiana, seconda nell’Ue dopo la Brexit, ma non ci è mai riuscita. Ora ha variato la strategia accordandosi con la Germania per mettere una (finta) bandiera europea sull’operazione di annessione o condizionamento delle altre industrie nazionali, ponendo all’Italia un serio rischio di deindustrializzazione in questo settore portante. Poiché in Italia non c’è un Consiglio di sicurezza nazionale, questa rubrica di scenaristica prova ad immaginare, in bozza preliminare, una strategia. Questa dovrebbe basarsi sulla seguente classificazione dei prodotti tecnologici per la difesa. Categoria A, (sotto)sistemi di superiorità totale ad altissimo valore tecnologico. Questi vanno costruiti in consorzi con aziende americane e connesse (britanniche, israeliane, nipponiche, ecc.) in concorrenza con quelle franco-tedesche. Per esempio: armi ad energia, guerra cibernetica, esocantieristica per astronavi, robotica, superelicotteri, ecc., sfruttando i potenziali innovativi residenti in Italia, in particolare la scuola di fisica. Categoria B: partecipazione a consorzi europei di tecnologie medie, restando in quelli esistenti, per esempio nei missili, naviglio, ecc., per non perdere troppo mercato. Categoria C: prodotti solo nazionali favoriti nell’export dal fatto che la loro ricambistica non è politicamente condizionata oppure dal fatto di essere unici e di qualità, per esempio l’aereo tattico Spartan, l’addestratore M-346, cannoni robotizzati, mezzi terrestri speciali, ospedali mobili da campo, ecc. Questa formula, poi, andrebbe selezionata con il criterio che i “cannoni sono burro” per favorire l’occupazione qualificata residente. Resta il tema chiave della esostrategia spaziale: servirà un trattato bilaterale di difesa tra Italia e Stati Uniti per sottrarsi alla dominanza predatoria francese.

(c) 2019 Carlo Pelanda
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