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Carlo A. Pelanda
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2019-2-22

22/2/2019

La cancellazione della Brexit sarebbe un business per tutti

C’è una chance che la Brexit possa essere annullata. Questa rubrica di scenari sollecita azioni in extremis per evitarla. Non per amore, ma per interesse. Per quello britannico è evidente il vantaggio di restare nella Ue alle condizioni negoziate da Cameron nel 2016 con Junker, prima del referendum, che riducono il condizionamento comunitario alla sovranità del Regno Unito, lasciandogli un vantaggio condizionante nella Ue stessa. Certamente tale vantaggio appare superiore a quello derivante dalla strategia abbozzata dai brexiter: mani libere per dare all’isola supercompetitività e status di hub globale di affari. In realtà, negli ultimi mesi Londra ha avuto molta difficoltà a negoziare trattati di libero scambio e sia l’industria sia la finanza globalizzate mostrano di non ritenere Londra uno hub rilevante se fuori dall’Ue. Tale problema potrebbe essere ridotto da un rapido trattato commerciale con l’Ue dopo Brexit, ma Londra sarà in condizioni di debolezza. Il pensiero strategico britannico sta cercando di ridurla, per esempio rinunciando a costruire una piattaforma aerea di sesta generazione anglo-italiana-svedese in concorrenza con quella decisa da Francia e Germania, collocandosi nel consorzio continentale. Ma avrà svantaggi di posizione complicati dalla minor disponibilità del Pentagono a collaborazioni. In sintesi, l’idea di combinare l’uscita formale dalla Ue con un rientro di fatto si rivela sempre più un rischio. Il governo May lo sta valutando e ciò, appunto, apre l’opzione di annullamento della Brexit. Anche perché il referendum ha avuto natura solo consultiva e l’Ue non potrebbe rifiutare la permanenza di Londra. Le pressioni estere su Londra non funzionano, ma gli incentivi sì. La Germania ha dovuto aderire oltre quanto voleva alla convergenza con la Francia perché rimasta senza la “sponda” inglese. Per l’Italia un’Ue senza Londra è un problema perché apre scenari post-Nato e di minorità nei confronti dell’asse franco-tedesco. Per ambedue una Brexin sarebbe un sollievo tale da perfino concedere particolari vantaggi aggiuntivi a Londra. La Francia vuole la Brexit – e fa di tutto per spingerla - come opportunità di dominio regionale. Macron, però, dovrebbe valutare meglio l’effetto di riconvergenza intraeuropea se Londra restasse: i baltici, gli orientali e l’Italia avrebbero meno motivi per cercare un’alternativa americana alla dominanza franco-tedesca. Infine, l’annullamento della Brexit darebbe un impulso di extra-crescita almeno per un triennio al mercato europeo tale da risolvere i problemi correnti di tutti. 

(c) 2019 Carlo Pelanda
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