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Carlo A. Pelanda
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2018-5-11

11/5/2018

La divergenza tra Ue e America sull’Iran è un errore strategico

La divergenza dell’Ue con l’America sulla questione iraniana fa sospettare un difetto di analisi strategica degli europei. La decisione di Trump, a parte i motivi elettorali interni, è stata forzata dalla priorità di evitare sia che l’Arabia saudita chieda a Washington il permesso di dotarsi di armamenti nucleari per rispondere alla minaccia prospettica dell’Iran e che Israele, potenza nucleare non dichiarata, aumenti il livello di conflitto, già alzatosi molto negli ultimi due mesi, con l’Iran e suoi alleati nella regione: Hezbollah, Assad e Hamas. Washington ha dovuto mostrare a sauditi e israeliani che vorrà e saprà proteggerli per evitare conflitti fuori controllo e proliferazioni o azioni preventive, anche (mini)nucleari. Tale logica di presidio della regione implica fermare l’espansione iraniana sia verso il Mediterraneo sia nello Yemen e il non riconoscimento di Teheran come potenza regionale. Le sanzioni economiche serviranno a costringere al ritiro l’Iran per evitare una rivolta interna contro il regime innescata dall’impoverimento. In particolare, l’azione è finalizzata a costringere la Russia sia a svolgere il suo ruolo di garante dell’Iran in modi compatibili con il requisito di non proliferazione nucleare, cosa che si sospetta non stia facendo, e a controllare meglio i comportamenti dell’Iran nei confronti di Israele. La Cina, pur in frizione con l’America, convergerà con Washington in nome del mantenimento del monopolio nucleare in un club di pochi, interesse per cui Pechino sta disinnescando la Corea del Nord. Anche per tale motivo è sorprendente la posizione lassista delle nucleari Parigi e Londra, pur la seconda solo tattica per migliorare i negoziati Brexit, nei confronti dell’Iran. Incompletezza analitica? Forse, ma c’è il sospetto che Parigi, con dietro Berlino nascosta, tentino una convergenza con Mosca per formare un blocco euroasiatico che si ponga come terza forza tra America e Cina. Questa bozza di strategia, che implica l’inclusione dell’Asia centrale a partire dall’Iran (e Turchia), nonché dell’India, dove Parigi vuole prendere leadership per non lasciarla a Berlino e Mosca, avrebbe un difetto di realismo perché il debole sfiderebbe due forti. La strategia realistica per l’Ue, invece, è convergere con l’America per formare il blocco più potente del pianeta e grazie a questo poi definire con l’America stessa uno spazio per accordi economici settoriali con la Cina e, anche politici, con la Russia. L’Ue è un moltiplicatore degli interessi economici italiani se converge con gli Usa e non se tenta la strategia di terza forza.   

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