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Carlo A. Pelanda
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Il%20Foglio

2007-1-30

30/1/2007

Per sminare la questione del Disegno intelligente sarà sufficiente dialogare

I sostenitori del Disegno intelligente chiedono che se ne discuta confrontandolo con le teorie dell’evoluzione basate sul principio darwiniano di selezione a-finale. La comunità scientifica nega loro tale diritto. Sembra una non-questione. E’ ovvio che chi ha fede debba per forza assumere che vi sia uno scopo ed un metagestore. Come è ovvio che  chi segue il metodo della scienza dica che di tale ipotesi non si parla fino a che non sarà formulata in termini di verifica sperimentale e confutabilità. Nelle aule di religione si parli del Disegno, in quelle scientifiche di altro. I due ambiti sono perfettamente separabili perché alla scienza non serve dimostrare l’esistenza o meno di Dio e se un credente rispetta il metodo scientifico può continuare a credere a quello che vuole. Anzi i credenti sono benvenuti nella scienza perché portatori di tensioni analitiche profonde od eccentriche, molto utili, per esempio Einstein. Ma è successo un incidente. In America i creazionisti hanno voluto imporre la loro visione alla scienza e con una variante più raffinata, il Disegno intelligente appunto, pretendono di avere “prove” scientifiche. Soprattutto, il Vaticano sembra muoversi a sostegno del Disegno e per questo la questione diventa tale e potenzialmente esplosiva: c’è il rischio di un nuovo conflitto tra religione e razionalità. Questa rubrica vuole evitarlo perché siamo in un periodo storico dove è necessaria l’unità dell’occidente, quindi sia del cristianesimo tra le sue varianti sia dei credenti e non. Il cristianesimo è in crisi perché pressato da competitori simmetrici (islam) ed asimmetrici (cultura materiale) e ha bisogno di rilancio. Rinforzare il dio cristiano è interesse prioritario occidentalista: contrasto dell’islam, evangelizzazione dell’Asia per inserirvi il concetto di libertà individuale in modo da predisporla alla democratizzazione, mantenere la propensione al risparmio delle famiglie, la cultura della responsabilità contro l’opportunismo eccessivo, ecc. In sintesi il cristianesimo è utile per l’ordine sociale e per l’impero occidentale. Ma come gestirne le turbolenze? Due azioni. La comunità di ricerca inviti i sostenitori del Disegno a formulare in termini verificabili con il metodo scientifico la loro ipotesi. Per farlo e per i test passeranno decenni senza conseguenze, ma intanto saranno contenti e la gente sarà rassicurata dalla ricerca di Dio. Anche perché grazie a questa interazione interverremo noi non credenti e razionalisti nel ridisegno della teologia per farne una più robusta a sostegno dell’impero, come già fece Costantino nel 325 a Nicea.

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