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Carlo Pelanda: 2023-12-3La Verità

2023-12-3

3/12/2023

Inizia la competizione tra potenze per l’influenza sul Sud globale

Nel gennaio 2024 l’Italia assumerà la presidenza di turno del G7. Tale ruolo non concede un particolare potere, ma permette alla nazione che presiede di determinare l’agenda tematica dell’organizzazione basata su relazioni consultive informali, ma generative di azione (geo)politica condivisa. Roma ha dato priorità all’Africa (ed all’intelligenza artificiale). L’Africa ha già ricevuto particolare attenzione dall’India che ha presieduto il G20 nel 2023, invitando l’Organizzazione per l’unità africana a far parte del G20 stesso, trasformandolo di fatto in G21. Questi sono segnali che l’alleanza delle democrazie sviluppate (G7) più l’India si preparano ad una competizione con il blocco sino-russo per l’influenza sul continente africano che è un pezzo chiave del Sud globale. Per inciso, la dichiarazione del premier italiano nella Cop 28 di Dubai (Emirati) relativa alla disponibilità di versare 100 milioni al fondo di aiuto per le nazioni vulnerabili all’impatto del cambiamento climatico, principalmente africane, va in questa direzione: interesse nazionale per i rifornimenti di energia fossile (da Algeria, Libia, Congo Brazzaville, Angola, Mozambico, ecc.) e materie prime critiche nonché contenimento degli immigrati però combinato con un crescente interesse dell’alleanza delle democrazie affinché il Sud globale non resti/cada in mani cinesi e russe. Così come l’azione diplomatica italiana, insieme ad altri, per evitare un’insorgenza islamica generalizzata che toccherebbe l’Africa sahariana e parte di quella sub-sahariana orientale, ha enfatizzato il sostegno ad Israele, ma cercando una composizione con le nazioni islamiche-sunnite. In sintesi, è iniziata la battaglia per portare l’Africa in convergenza con l’alleanza delle democrazie, dove l’Italia è avanguardia per la sperimentazione di un metodo, chiamato “Piano Mattei”, di reciproca utilità tra nazioni e non neo-coloniale. Va aggiunto che la Francia ha dovuto ritirarsi dall’Africa occidentale francofona proprio perché percepita come potere coloniale. Quindi l’Italia si trova ad essere avanguardia dell’Ue per le relazioni con la costa meridionale del Mediterraneo e partner principale dell’America sia per la proiezione in Africa ed alleato rilevante per il consolidamento del G7 nel Pacifico, le due linee proiettive di Roma correlate.

America e Cina hanno concordato e stanno rifinendo un accordo di “cooperazione intrabellica” che riduce la probabilità di una guerra diretta, pur restando la tensione su Taiwan. Ma, nonostante il timore di alcuni analisti europei che ci sia il rischio di una convergenza “G2” più ampia tra le due potenze che escluda/comprima l’Ue e la Russia, il conflitto sino-americano resta intenso nel Sud globale. Così come nella prima Guerra fredda l’Unione sovietica non volle una guerra diretta con l’America, ma la condusse in forma di conquista delle nazioni africane e sudamericane. Ma nel 1976 non approfittò dell’implosione dell’impero coloniale portoghese e della debolezza statunitense dopo il ritiro dal Vietnam e la posizione “ritirista” dell’Amministrazione Carter. Ancora oggi storici ed analisti si chiedono come mai non colse l’opportunità di dominare tutta l’Africa australe (Mozambico e Angola con proiezione verso il superstrategico Sudafrica). Chi scrive ipotizza che non abbia avuto i soldi per farlo, pur volendolo: ingaggiò soldati cubani per tentare di prendere l’Angola, rinforzò la guerriglia filosovietica in Mozambico, ma non attivò una vera operazione massiva di conquista. La Cina ha le risorse per tenere ed espandere le relazioni che ha nelle nazioni africane? Dal 2007 – favorita dalle priorità di Washington su altri fronti - ha fornito loro soldi, armi e infrastrutture in cambio di materie prime e del loro voto all’Onu, dando prestiti per rafforzare il controllo. Ma queste nazioni non possono pagare il debito con Pechino, motivo della visita del ministro del Tesoro statunitense in una molteplicità di queste, la primavera scorsa. La Cina, in implosione economica potrà cancellare questi debiti e finanziare una lealtà sinocentrica? La Russia ha influenza notevole sulle nazioni del Sahara meridionale, dominando con sue truppe mercenarie (che si fanno pagare in materie prime) una fascia orizzontale che va dal Mar Rosso all’Atlantico, ma la presenza geopolitica è meno forte di quanto appaia, anche in Libia. Chi scrive pensa che l’Africa sino-russa sia conquistabile, dando alle nazioni locali più serie i mezzi per farlo.

Ma per tale azione, così come per iniziare quella di convergenza con le nazioni chiave del Sudamerica, il G7 dovrebbe allargarsi e strutturarsi di più in forma di mercato integrato per costituire un centro economico e finanziario più forte ed attrattivo. Le democrazie mature da includere sono Australia, Corea del Sud, Nuova Zelanda e, punto chiave, l’India. Ma il Brasile, democrazia che è la quarta potenza petrolifera mondiale, ha appena aderito all’Opec + dove c’è la Russia. L’india stessa è anticinese, ma non per questo disposta a farsi includere nel G7: gioca una partita propria per prendere il comando del Sud globale puntando ad emergere sopra la Cina in decadenza e l’America ormai troppo piccola, pur superpotenza. Chi scrive raccomanda l’espansione e la strutturazione di un “G7 +” affinché l’India vi partecipi. E le vecchie democrazie? In omaggio a Henry Kissinger va ricordato che già nel 1973 (Library Group) propose agli alleati il passaggio da una gestione statunitense singola del mondo ad una collettiva, cioè condivisa con gli alleati stessi. Ma questi rifiutarono lo sforzo, pur generando il G7. Ora andrebbe fatto, anche spinto da un’Italia più globale.

(c) 2023 Carlo Pelanda
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