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Carlo Pelanda: 2023-7-16La Verità

2023-7-16

16/7/2023

L’evoluzione politica in Germania rende possibile una convergenza forte con l’Italia

L’Italia ha bisogno di alleati entro l’Ue e l’Eurozona. Tra questi deve rinforzare le relazioni con almeno uno dei due diarchi, Francia o Germania, che hanno maggior peso nel complesso. L’Ue è molto meno di un’Unione, ma più di un’alleanza tra nazioni.  In questo sistema ibrido le relazioni tra Stati sono determinate da interessi nazionali indipendentemente dalle maggioranze politiche temporanee, come è tipico, ma anche da relazioni di convergenza tra partiti perché, appunto, un sistema politico europeo, pur esistendo un’Ue comunitaria sovranazionale (Parlamento e Commissione) ed una intergovernativa (Consiglio), c’è. I governi italiani precedenti (Gentiloni, Conte 1 e 2 e Draghi) hanno scelto una relazione preferenziale con la Francia, ma tra Italia e Francia stessa c’è una forte divergenza di interessi nazionali, combinata con quella tra partiti di maggioranza. Le maggioranze possono cambiare ad ogni elezione. Ma nel periodo 2023 – 2026 l’Ue dovrà prendere decisioni fondamentali per il futuro assetto del sistema e la relazione con la Francia a guida Macron (fino al 2027) non è rassicurante. Da un lato, non è utile per l’Italia litigare con Parigi, ma dall’altro sarebbe illusorio aspettarsi una convergenza bilaterale che aiuti l’Italia stessa. Non solo per la divergenza, ma, soprattutto, perché la Francia è debole. L’opzione di aggregarsi con una Spagna che probabilmente svolterà a destra ed una Polonia che lo è già potrebbe essere una soluzione? No, pur importanti le relazioni bilaterali con queste due nazioni europee, ma di seconda fascia anche se la Polonia stessa sta crescendo come ruolo di centro dell’Europa orientale e baltica con riferimento principale Washington e Londra. Roma dovrebbe stringere di più i buoni rapporti bilaterali con l’America dove prevalgono gli interessi duraturi degli Stati piuttosto che le contingenze partitiche per ottenere più forza nelle relazioni intraeuropee? Da un lato, un bilaterale più stretto tra Italia e Stati Uniti, prevedibile, è la chiave per ottenere più “capitale politico” nel G7 e conseguente sostegno alla proiezione regionale e globale dell’Italia. Dall’altro, l’America, pur potere chiave nella Nato e considerando l’Italia un elemento fondamentale per mantenere l’Europa occidentale entro la convergenza atlantica, in particolare dopo l’uscita del Regno Unito, non è una voce interna all’Ue: potrà intervenire in caso di eccessiva compressione di Roma per attutirla, ma non per dare forza sostanziale all’interesse dell’Italia entro il complesso europeo. Resta la Germania. Gli interessi convergenti sono molteplici anche se non strutturati in un accordo bilaterale. Ma la divergenza tra governo a conduzione socialista tedesco e quello di “destra liberale” italiano l’ha finora impedita per mancanza del substrato di dialogo tra partiti simili in maggioranza nei due esecutivi. Tuttavia, i dati relativi al consenso elettorale crescente della Democrazia cristiana tedesca (Cdu) alleata con quella bavarese (Csu) rendono possibile che nelle elezioni politiche nazionali del 2025 la Cdu-Csu passi alla guida della futura coalizione di governo, senza socialisti. La conduzione di Friedrich Merz, leader della Cdu, ha spostato l’asse del partito più verso destra dai tempi merkeliani, la Csu da sempre social-conservatrice. Pertanto, non solo è pensabile una convergenza tra centrodestra italiano e tedesco per la formazione di una maggioranza dopo le elezioni europee del giugno 2024, motivo delle frequenti esplorazioni di Manfred Weber, leader della Csu e presidente del Ppe, in Italia, ma anche una convergenza tra partiti simili dopo le elezioni politiche tedesche del 2025.

Quindi sta prendendo forma (non ancora probabilità) uno scenario dove le co-interessenze durature tra Stati italiano e tedesco potrebbero essere esplicitate e trasformate in collaborazione dalla convergenza tra partiti simili. Quali le co-interessenze? Molteplici, tra cui le più rilevanti sono: a) spingere l’Ue verso un trattato di libero scambio con gli Stati Uniti (che Weber ha invocato più volte dall’insediamento di Joe Biden nel gennaio 2021), modificando la procedura europea che lo rende complicato in una più snella ed evolutiva allo scopo di minimizzare i dissensi protezionistici ed nazionalisti francesi; b) convergenza forte per meglio adattare le regole europee alla competitività dell’industria manifatturiera ed esportatrice visto che Germania e Italia sono i numeri 1 e 2 del settore e tra i primi nel mondo; c) pressione congiunta sull’Ue per siglare un trattato economico con il Regno Unito, ostacolato da Parigi, visto che Londra è uno dei migliori clienti per l’export di ambedue, ridotto a causa della Brexit; d) una maggiore convergenza nel riarmo di Italia e Germania, in atto, scambiandosi in modo bilanciato ruoli guida nei consorzi di costruzione delle armi e creando una cooperazione rafforzata per la robotizzazione dei sistemi. Ecc. Come ombrello, poi, il punto principale per cui l’Italia ha bisogno di un alleato forte: consultazione bilaterale periodica in materia di ordine finanziario europeo con lo scopo di armonizzare rigore e sviluppo per tutta l’Eurozona. Ciò costringerà l’Italia ad una relazione subordinata vista l’asimmetria sul debito? Anche la Germania ha bisogno di un alleato forte per riprendersi dall’amputazione del mercato russo, compensare le difficoltà crescenti in quello cinese, creare un nucleo industriale super competitivo e spingere l’Ue verso allargamento e proiezione globale sotto ombrello/consenso atlantico, postura divergente da quella francese, ma convergente con quella italiana. Roma esplori.     

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