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Carlo Pelanda: 2023-5-18Milano Finanza e Italia Oggi

2023-5-18

18/5/2023

Il disagio della Germania nell’alleanza tra democrazie

Il G7 di Hiroshima mostrerà compattezza tra alleati. Ma gli osservatori più attenti iniziano a percepire cautele negli europei in relazione ai possibili esiti delle elezioni presidenziali americane nel novembre 2024. Tali preoccupazioni non riguardano il mantenimento di un’alleanza forte – che traballò ai tempi dell’Amministrazione Trump, ma fu presto riparata - ma una riluttanza degli Stati Uniti a strutturarla di più. Sia a destra sia a sinistra, infatti, prevale l’idea di “impero stellare”: instaurare relazioni bilaterali con gli alleati – come i raggi di una stella – ma senza lasciare che questi si coalizzino in modo da condizionare l’America. Inoltre gli europei annotano con disagio – dai tempi dell’Amministrazione Obama – uno spostamento di risorse e di attenzione verso il Pacifico a scapito dell’Atlantico. Da un lato, Washington conferma la priorità delle relazioni euroamericane anche perché sono evidenti i continui tentativi di Russia e, soprattutto, Cina di staccare l’Ue dall’America, indirizzando la politica a mantenere forti relazioni bilaterali con l’Ue. Ma la Germania, che si è vista togliere il mercato russo ed è sottoposta a pressioni per limitare le relazioni con il, per essa vitale, mercato cinese non riesce a convincere l’America a siglare un trattato economico – come Ue – che permetta di compensare queste perdite. Il punto: ci sono dubbi sulla possibilità che la nuova amministrazione statunitense, per l’alta percentuale di protezionismo in ambedue gli schieramenti, in carica nel gennaio 2025 possa fare tale trattato, consolidando di fatto la base economica del G7 via armonizzazione “a matrice” degli accordi bilaterali esistenti tra Stati Uniti e Canada (e Messico), tra Giappone sia con gli Stati Uniti sia con l’Ue, ecc. Pertanto la Germania sta cercando una posizione internazionale più forte sia per negoziare dal “forte al forte” con l’America sia per cautelarsi in caso di permanenza di tale gap nell’alleanza tra democrazie.

Come? Traspare da recenti cenni di Scholz l’idea di passare da una Ue a 27 nazioni a 36. Poiché Berlino è l’europotere egemone, tale allargamento, semplificando, le permetterebbe di rappresentare un mercato con più di 500 milioni di persone. La decisione di aumentare molto l’aiuto militare a Kiev e di perseguire un riarmo accelerato – che appare lento e contrastato, ma che in realtà è in atto – mostra la volontà di voler collocare Berlino come attore primario globale. Altre osservazioni, infatti, mostrano una dinamica di “Germania globale” unilaterale. Tale postura, per altro comprensibile, potrebbe essere un rischio di convergenza insufficiente per tutto il G7, considerando anche che Parigi, pur in competizione con Berlino, comunque spinge per una minore dipendenza dall’America. Chi scrive ritiene che Roma, in formato di “Global Italy”, possa giocare un ruolo nello spingere la convergenza economica euroamericana e contribuire a far restare entro binari l’impennata tedesca.   

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