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Carlo Pelanda: 2021-4-30Milano Finanza e Italia Oggi

2021-4-30

30/4/2021

La convergenza euroamericana resta ancora incompleta

Tanti segnali di (ri)convergenza euroamericana, ma non che sia in agenda un trattato commerciale tra Ue e Stati Uniti, anzi. La Commissione sta preparando contromisure a possibili dazi che l’America potrebbe imporre. Negli eurolinguaggi politici il Ttip (2013-16) è definito come “obsoleto”. C’è una forte pressione sulla Germania per bloccare il gasdotto North Stream 2 con origine in Russia e per ridurre la dipendenza commerciale dalla Cina. In particolare, l’Amministrazione Biden ha deciso di riportare a casa le produzioni strategiche mentre Berlino continua a mantenere le catene di fornitura centrate sulla Cina stessa. Se si analizza, però, il recente trattato “Cai” tra Ue e Cina siglato da Merkel a fine 2020 si trova che è un “non trattato operativo” perché sia mancano le clausole di protezione degli investimenti sia l’approvazione (non scontata) del Parlamento europeo. Come se Berlino avesse fatto una finta per barcamenarsi tra pressioni statunitensi e cinesi allo scopo di mantenere l’accesso ad ambedue i mercati. Ne è segno anche il fatto che nel novembre 2020 il capogruppo tedesco del Ppe, Weber, propose con entusiasmo un tratto doganale euroamericano simile a quello tra Canada ed Ue, ma fu subito silenziato. Pertanto c’è uno stallo nelle relazioni euroamericane pur nella tendenza convergente tra i due.

La preoccupazione di chi scrive è che senza un trattato economico euroamericano come substrato, sarebbe quasi impossibile la convergenza tra euro e dollaro. Il primo è una moneta senza Stato e con poca probabilità di costruirlo nel prevedibile futuro. Il secondo è valuta di riferimento mondiale che però è sempre più sfidata. Quindi per la (macro)stabilità finanziaria futura ambedue le monete troverebbero utilità nel formare un sistema binario eurodollaro. Il trattato commerciale serve, appunto, a delimitare di fatto le oscillazioni di cambio tra i due mercati. E a far importare nel presente agli attori finanziari una profezia credibile di stabilità futura, cioè l’equivalente di uno “safe asset” prospettico. Tale scenario di convergenza è molto più importante della pretesa di autonomia strategica dell’Ue che non è realizzabile realisticamente in tempi utili: la stabilità dell’Eurozona dipende dalla formazione di un sistema euroamericano a integrazione crescente. Si potrà sbloccare lo stallo? La sensazione dello scrivente è che la prima mossa debba farla Biden, riparando gli errori di Trump con l’Ue, e che il governo italiano debba predisporla concordandola, soprattutto, con la Germania quando sarà meno frastornata, dopo le elezioni di settembre.      

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