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Carlo Pelanda: 2020-6-26Milano Finanza e Italia Oggi

2020-6-26

26/6/2020

Progetti lunghi mentre servono quelli brevi

Il tempo è la variabile centrale di ogni azione politica e strategica. In situazioni di stress di un sistema la priorità è ripristinarne la normalità. Tale logica implica mettere un confine netto tra interventi d’emergenza a tale scopo ed altre azioni di sviluppo e riforma. Le due logiche, infatti, sono diverse. Quella del ripristino, che punta al riequilibrio rapido, ricorre a mezzi temporanei d’eccezione. Quella normale punta all’evoluzione della stabilità sistemica con strumenti di architettura politica duratura. Nell’ultimo decennio le Banche centrali hanno appreso la differenza tra gestione d’emergenza e normale della politica monetaria, anche se stanno studiando la non facile riconciliazione della prima con la seconda. Infatti Fed e Bce stanno gestendo con rimarchevole efficacia misure d’eccezione. Anche alcuni governi mostrano di aver colto la specificità di una gestione d’emergenza con lo scopo di farla finire il prima possibile, per esempio quello tedesco che ha abbassato l’Iva temporaneamente per tentare di stimolare rapidamente via sconti la ripresa della domanda interna. Il governo italiano, invece, fa confusione tra le due logiche a danno di quella del ripristino rapido: promette una riforma fiscale sistemica di lungo confezionamento mentre c’è la priorità di stimolare consumi e investimenti nel breve; promuove un piano di 20 anni per modernizzare l’Italia mentre c’è la priorità di ridare ossigeno subito a parecchi settori. In sintesi, tende a rispondere all’emergenza con progetti lunghi mentre dovrebbe attuarne di brevi e temporanei. Ciò indica che confonde le logiche di gestione dell’emergenza con quelle di sviluppo, replicando l’errore fatto dai governi del passato, per esempio, dopo i sismi: soldi pubblici per costruire barche in zone di montagna mentre la gente restava nelle baracche per decenni.

Raccomandazioni. Lo scenario di un calo del Pil 2020 verso il 13% combinato con quello di recupero di solo meno della metà nel 2021 indica un rischio esistenziale per l’economia italiana. Per minimizzarlo, la priorità è ridurre il calo 2020 attorno all’8% ed entrare in accelerazione nel 2021 con l’obiettivo di arrivare alla fine di quell’anno vicino al Pil 2019. Ciò è possibile analizzando i dati di nowcasting che indicano una ripresa più forte del previsto. Sarebbe logico facilitarla con un prodotto finanziario a 18 mesi di misure stimolative temporanee d’eccezione. Si invita cortesemente il governo a considerare questa azione concreta e veloce, lasciando al dopo le grandi visioni, a parte quella di un “tagliadebito” credibile.

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