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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2019-6-3L' Arena,
Giornale di Vicenza,
Brescia Oggi

2019-6-3

3/6/2019

In bilico tra crisi e speranza

Tre scenari per l’Italia, realisticamente: il migliore è improbabile nel breve termine, il peggiore è catastrofico. Possiamo sperare in un terzo scenario che, pur sub-ottimale, eviti il peggio e predisponga miglioramenti futuri?  

Scenario migliore. Il governo attuale riesce a stabilizzarsi su una linea pro-sviluppo, attiva un progetto di forte riduzione delle tasse per stimolare la crescita, ma lo bilancia sul piano dell’equilibrio finanziario generando un programma credibile di riduzione del debito attraverso la finanziarizzazione, valorizzazione e dismissione graduale del patrimonio pubblico disponibile – concessioni, immobili e partecipazioni sia nazionali  sia locali – oggi calcolabile in circa 700 miliardi, quasi 1.000 se valorizzato da una gestione efficiente. Se il mercato internazionale e l’Ue credessero ad una tale operazione “patrimonio pubblico contro debito”, nell’orizzonte di 20 anni, allora l’Italia potrebbe chiedere ora, per due o tre anni, un extradeficit per anticipare una detassazione stimolativa perché il debito sarebbe previsto in sostanziale discesa prospettica. Inoltre, il voto di affidabilità (rating) dell’Italia migliorerebbe velocemente riportando la fiducia sul sistema bancario e la Borsa con la conseguenza di ampliare il credito a imprese e famiglie e aumentare la fiducia necessaria per incrementare investimenti e consumi. L’Ue dovrebbe prendere atto che l’Italia è ri-convergente e che, ingaggiando il patrimonio pubblico, punta al risanamento. E dovrebbe riconoscere la posizione di rilievo, ora negata, negli affari europei che per scala economica l’Italia si merita. Ma questo scenario migliore, pur fattibile, è ora improbabile perché il governo è instabile e la de-debitazione a bilanciamento della detassazione nemmeno studiata.

Scenario peggiore. Il governo implode e l’Italia non riesce a rassicurare i mercati: si crea una situazione di sfiducia che fa fuggire il capitale generando una depressione economica devastante con conseguenze “argentine” o “greche”.

Terzo scenario per evitare il caso peggiore. O il governo si ristabilizza oppure il Quirinale deve indire nuove elezioni con la massima rapidità perché l’incertezza politica prolungata innescherebbe comunque la spirale depressiva. La detassazione va avviata, ma senza aumentare troppo il deficit e accendere un conflitto con l’Ue, almeno annunciando lo studio della (mega)operazione tagliadebito detta sopra. Buon senso, per favore.

(c) 2019 Carlo Pelanda
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