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Carlo Pelanda: 2018-11-17Milano Finanza e Italia Oggi

2018-11-17

17/11/2018

Una nuova formula di dedebitazione

Il pensiero standard recita che un debito si riduce facendo più crescita. Ma il peso del debito italiano è tale da soffocarla perché i costi per servirlo impediscono sia investimenti pubblici sia detassazioni  con effetto stimolativo di scala. Nell’euromodello, poi, le nazioni mantengono la sovranità sul debito, ma cedendola sui mezzi per ripagarlo. In sintesi, a causa del debito eccessivo in assenza di sovranità monetaria, la politica italiana non ha strumenti di crescita e il gettito sta finanziando il passato e non il futuro, cioè il declino. Il governo è ricorso a più deficit stimolativo, ma ottenendo reazioni negative. Per attutirle ha, finalmente, realizzato che deve ingaggiare il patrimonio pubblico per ridurre il debito. Ma la formula abbozzata - cioè vendere immobili a massa e trasferire partecipazioni a Cdp per fare cassa controdebito  – appare incerta. Tuttavia, è una scintilla per accendere nuovi progetti. Chi scrive propone il seguente, per fasi. Prima, censimento rapido del patrimonio, statale e locale (immobili, partecipazioni e concessioni) con criteri valutativi dei beni predisposti per la valorizzazione e finanziarizzazione.  Seconda, compattazione del patrimonio statale e locale via norma centralizzante. Terza, conferimento del patrimonio ad un Fondo italiano di bilanciamento (Fib) multicomparto, con status privato, ma regolamentato, con missione di valorizzazione e dismissione differita dei beni. Quarta, Il Fib paga allo Stato il patrimonio ricevuto con obbligazioni variabili, quotate e a temporalità lunga con sottostante il rendimento del patrimonio stesso. Quinta, lo Stato paga una parte dei titoli in scadenza volta per volta con tali obbligazioni, cioè “moneta cartolarizzata”, così riducendo il debito gradualmente. Il punto: se tale prodotto da trasformazione del patrimonio pubblico illiquido in carta liquida è costruito in modo credibile otterrà un rating superiore a quello sovrano, diventando attraente per una platea globale di compratori. In particolare, il mercato sconterà nel presente una soluzione futura del problema del debito italiano riducendo il premio di rischio sul rifinanziamento del debito residuo stesso, producendo benefici sistemici conseguenti. Un progetto di riduzione del debito complessivo di 400-500 miliardi in dieci anni potrà alimentare tale profezia positiva. Il patrimonio pubblico disponibile è attorno ai 700 miliardi e certamente si potrà ricavare da tale cifra la moneta cartolarizzata utile alla dedebitazione qui indicata, invertendo il declino dell’Italia.                               

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