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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 2004-3-17il Giornale

2004-3-17

17/3/2004

Missione compromesso

Forse non vi aspettate questo articolo da me, ma ve lo propongo come modo di pensare che tiene conto dei nuovi fatti: è una brutta guerra e non possiamo affrontarla divisi. La coesione del fronte interno europeo contro il terrorismo ha una tale priorità per la nostra sicurezza da consigliare il superamento di ogni pregiudizio o passione ideologica per ottenerlo. In nome del realismo pragmatico. Qui cercherò di valutare se sia possibile un nuovo compromesso tra destra e sinistra europee e tra Francia e Germania, da un lato, con i governi dell’Europa atlantica e poi, tutti insieme, con gli Stati Uniti.

Decifrando i messaggi della sinistra emerge un segnale molto preciso. Come se dicessero in codice: i nostri elettori sono impauriti o comunque preda di antiamericanismo lirico o di pacifismo irrealistico. Non potete chiederci di forzare questi sentimenti oltre misura perché i leader che lo facessero verrebbero sostituiti da altri più estremisti. Interpreto così, per esempio, l’enfasi sulla onuizzazione della missione stabilizzatrice in Irak. In realtà i leader della sinistra non antagonista sanno benissimo che è fuffa. L’Onu non ha truppe e deve affidare le missioni a gruppi di nazioni. Inoltre la coalizione all’opera in Irak ha già un mandato Onu. Soprattutto, entro il 30 giugno o poco più avanti, vi sarà l’effettivo trasferimento dei poteri agli irakeni, cosa che renderebbe strana una gestione diretta del Paese da parte dell’Onu. E’ evidentemente un mito. Che però segnala, qui il punto, la condizione con cui la parte moderata della sinistra potrebbe dare il consenso al mantenimento e rafforzamento della missione militare in Irak senza essere massacrata dal dissenso del proprio elettorato e dall’ala antagonista.  In sintesi, il messaggio è: dateci in qualche modo più Onu da vendere ai nostri elettori e grazie a questo potremo tentare di dare consenso a quanto va fatto per stabilizzare l’Irak e oltre. In più c’è un altro messaggio. Mettere un po’ più di Onu nel quadro significa includere un simbolismo altrettanto importante nella sinistra antioccidentalista quale la presenza attiva di Francia e Germania nella coalizione. In tal modo la sinistra moderata potrebbe usare sia l’ombrello del mito Onu sia quello dell’Europa unita per legittimare il suo consenso all’azione in Irak. Mi sembra che questa sia la richiesta tra le righe sia di Zapatero, in realtà terrorizzato, per le conseguenze, dall’idea di ritirare le truppe dall’Irak, sia della sinistra centrista italiana. Sembra surreale, ma penso descriva una situazione da valutare non con irrisioni, pur forte la tentazione di farle, ma con realismo. Un’ampia area di popolazione europea, che coincide con l’elettorato di sinistra, ha, infatti, opinioni neutraliste basate sulla teoria sbagliata che il stare fuori dal conflitto globale con l’insorgenza islamica assicuri l’immunità. Sarebbe difficile convertire in tempi utili tutta questa gente, più gli antagonisti, a pensieri realistici. Quindi è più pratico mettere i leader della sinistra moderata in grado di poter usare i simbolismi di legittimazione adatti alla loro gente. Ma pensano proprio così? Quelli più dotati e con voglia di governo certamente sì.  Tra l’altro, in Italia, hanno il timore che se capitasse un attentato pesante poi verrebbero imputati, per altro correttamente, di averlo incentivato con la teoria “il terrorismo ci viene in casa perché siamo andati in Irak, se fuggiamo ci salveremo”. Esattamente quello che vuole Al Qaida. Sicuramente alcuni di loro stanno valutando l’effetto Madrid: da una parte può aiutare a vincere le elezioni europee, ma una seconda volta non funzionerà, se capita la bomba, e si ritorcerà contro la sinistra proprio per la sua imputabilità.  Mi sembra che dovremmo tentare di valutare un compromesso che non pregiudichi la determinazione difensiva ed offensiva contro il terrore, ma che possa imbarcare anche la sinistra.

Questo richiede un accordo tra Russia, Francia e Germania con gli Stati Uniti. Questi ultimi lo stanno perseguendo da sempre. Ma  Russia e Francia, per concederlo in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu, chiedono prezzi pesantissimi materiali e simbolici. Parigi, in particolare, vuole un’umiliazione degli Usa, cioè le scuse di Bush per aver attuato un presunto azzardo in Irak. Tuttavia, negli ultimi mesi europei ed americani si sono avvicinati, la Germania in particolare. Quindi potrebbe emergere una formula di questo tipo: mandato Onu per l’Irak alla Nato che includa Francia, Germania e Russia in buona posizione. E invece delle scuse il ritorno dei campi petroliferi francesi in Irak ed altri vantaggi. Non è escluso che si possa fare. Francia e Germania non sono più sicure che la loro posizione antiamericana eviti colpi terroristici. Bush ha bisogno sia politico sia tecnico di ottenere una vera coalizione euroamericana. Quindi non è escluso che un accordo convergente possa essere tentato abbastanza presto. In questo caso le sinistre, per la campagna europea, diranno di aver avuto ragione. Facciano pure, tutto quello che vogliono dire lo dicano. Il nostro problema è pratico: la sinistra è il ventre molle contro l’insorgenza islamica e dobbiamo, pragmaticamente, tentare di tutto per renderla parte di un fronte interno più coeso. Anche a me verrebbe voglia di insultare queste sinistre inconsistenti, ma siamo in guerra e dobbiamo pensare solo a come vincerla e come evitare i danni peggiori.

(c) 2004 Carlo Pelanda
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