ENGLISH VERSION


Dati personali
Pubblicazioni
Articoli
CAP TV
Interviste
Voci dei lettori

 CERCA


Carlo A. Pelanda
X  

MENU   VITA   ARTICOLI   INTERVISTE
fb Tw print

Carlo Pelanda: 1997-2-12il Giornale

1997-2-12

12/2/1997

Questione comunista

E' ora di smetterla di trattare bonariamente chi invece è un pericolo reale. Questi comunisti, come del resto gli altri che non vogliono più essere chiamati tali, non vanno sottostimati. Lo vedete nei fatti. Neocomunisti e postcomunisti riescono a imprigionare l'intera società italiana o bloccando qualsiasi tentativo di cambiamento (Rifondazione) o proponendo mutamenti che vanno nella direzione sbagliata (il PDS). A causa di costoro che rappresentano meno di 1/3 dell'elettorato, i 2/3 degli italiani stanno rischiando miseria, decadenza ed instabilità pur essendo una - se non la- società più economicamente vitale dell'intero pianeta. Di fronte a questo dato, personalmente, non provo alcuna simpatia o emozione per i vellutini di Bertinotti o il "manichinismo" istituzionale di D'Alema o le espressioni garbate dei sindacalisti della CGIL. La sostanza é che questi ci stanno impoverendo. La forma é quello del ladro gentiluomo. Ma voi, lettori, cosa guardate? La prima o la seconda. A me interessa solo la sostanza. Ed é per questo che non ho alcun imbarazzo intellettuale a riproporre la "questione comunista" in Italia. E non ho alcun timore a dichiararmi "anticomunista" con lo stesso senso di orgoglio e di missione civile che ho appreso da mio padre antifascista.

Preferirei, per mestiere e motivi di priorità, non dover perdere tempo e farlo perdere a voi - alle soglie del 2000 - con questa ramo secco della storia che sono i comunisti ed i sindacati. Mentre vi scrivo queste righe ho aperte davanti a me le bozze del progetto del nuovo Stato, lo "Stato della crescita". Parla di come ripristinare attraverso il metodo liberista la speranza di un'economia che sia per tutti e non solo per pochi, della realizzazione del capitalismo di massa. E' ancora in bozza, ma già la sento una teoria nuova e potente, per lo meno carica di futuro, ottimismo ed entusiasmo. Usa la libertà per produrre e diffondere ricchezza, la organizza come Stato che trasferisce la garanzie dall'assistenza all'investimento su ogni singolo individuo. E' un nuovo tipo di Stato che sostituisce quello - falsamente- sociale, ma non perde la socialità: la esalta riuscendo tecnicamente a finanziarla. E' uno Stato ottimista per una società vincente. Ma prevale il rumore di quello pessimista, il vociare di tutti questi comunisti al potere che vogliono imporre un un incubo travestito da sogno. E quei poveri cristi di pensionati che tra 7 anni non riceveranno le pensioni applaudono. Quei lavoratori che non hanno neanche i soldi per comprare alla moglie un fiore li seguono come topi ipnotizzati dal pifferaio che é causa della loro miseria. Ma prima di precipitare nel baratro spingeranno noi dentro, nuove foibe. No, va chiuso il libro di pace e aperto quello di guerra.

Scusatemi se metto tanto la mia persona in queste righe. Non é stile negli articoli, lo so. Tuttavia la materia riguarda scelte che devono maturare in ciascuno di noi. Per esempio, il mio mestiere mi porta ad avere un'enorme fiducia nella realtà e nella verità. Tendo a pensare che l'evidenza sia maestra e corregga anche le idee sbagliate più ostinate. Tante volte mi avete sentito usare l'esempio dei comunisti, e statalisti in genere, che credono la terra piatta mentre é rotonda. Ho sempre pensato che l'insistenza sulla verità fosse sufficiente a cambiare o per lo meno ammorbidire l'irrealismo di questi. Ma ho sbagliato. Un segno premonitore lo avuto quando un intellettuale comunista mi ha detto che la terra é quadrata. I fatti, quello che i neo e post comunisti stanno facendo nella realtà, mostra che il problema é proprio qui. Non é vero che non capiscano che la terra sia rotonda. Sta, invece, nel fatto che quando lo capiscono allora decidono che debba essere quadrata. E questo serve loro per "quadrare" il cerchio: spremere chi produce per finanziare la pigrizia di chi non lo fa. Di fatto i comunisti comprano voti svendendo futuro. E questo scambio é accettato dalla parte più debole della società italiana. I comunisti la illudono che si possa bloccare la storia. E lo fanno perché le idee comuniste sono fuori dalla storia. Invece di avere il coraggio intellettuale e morale di aprirsi al futuro, questi chiamano futuro la loro volontà di costruire un eterno presente, in realtà baratro del passato per tutti noi. Questo é il motivo di fondo che a sua volta genera tutte le azioni di dettaglio che bloccano le riforme, il realismo, la verità, il senso morale di una politica che dave dare futuro invece che passato. Indignazione. Mobilitazione. A questi comunisti che hanno dichiarato guerra all'Italia rispondiamo con una grande battaglia italiana contro il comunismo. La nostra parola d'ordine? Amore: per le nostre donne, i figli, per noi stessi.

(c) 1997 Carlo Pelanda
FB TW

(c) 1999 Carlo Pelanda
Contacts: letters@carlopelanda.com
website by: Filippo Brunelli
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti Cookie tecnici Cookie analitici di terze parti

Accetto Chudi