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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 1997-1-25il Giornale

1997-1-25

25/1/1997

Contraddizioni

Mistero. Fazio, sabato 24 gennaio, ha dichiarato che, di fatto, la spesa pubblica é fuori controllo. Bordata non da poco. Ma qualche giorno fa ha abbassato il tasso di sconto. Le due cose appaiono contraddittorie. La spesa era fuori controllo anche martedì 21 gennaio (il deficit é arrivato nel 96 al 7,4% del Pil). Eppure Fazio ha ridotto dello 0,75 il Tus, cosa che implica una fiducia sul fatto che un certo controllo sulla spesa ci sia. Grazie al ribasso, Fazio si è meritato un bel "salvatore della patria" da Prodi. Ed il salvatore della patria adesso dice che Prodi non riesce a governare. Ammetterete, lettori, che c'é qualcosa di incomprensibile. Cerchiamo di capire.

Indizi. Il primo, noto, é che il governo ha nei mesi passati fatto pressioni enormi sulla Banca d'Italia per farle abbassare i tassi in modo da ridurre il costo del credito ed il peso degli interessi sul debito pubblico. Avrete notato come il governatore Fazio abbia tentato di resistere. E lo ha fatto perché dal punto di vista di chi ha la missione di difendere il valore della moneta non era convincente la capacità del governo di tenere sotto controllo né le tendenze inflazionistiche né tantomeno i conti pubblici. Ma la pressione fu ed é tanta da additare la Banca d'Italia come il responsabile di un blocco del risanamento del Paese. Quindi Fazio si é trovato costretto a dover promettere prima o poi un ribasso anche credendo - a ragione- che non c'erano e non ci sono le condizioni. Secondo indizio. Ribassa a sorpresa e lo fa di poco al punto da far sembrare la cosa solo "cosmetica" (lo 0,75 é irrisorio). Perché così a sorpresa? Secondo me gli é arrivata la notizia che il contratto dei metalmeccanici si sarebbe chiuso in modo inflazionistico. Se avesse abbassato i tassi "dopo" la firma di un tale contratto (che sarà firmato tra poco), tutto il mondo avrebbe detto che la Banca d'Italia era impazzita perché abbassava i tassi in presenza di un aumento del rischio inflazionistico. Impossibile. Quindi ha giocato d'anticipo con un piccolo ribasso. Terzo indizio. La dichiarazione pesantissima di sabato 24. Di fatto, dimostrando scetticismo sulla capacità del governo di controllare la spesa, dice che nel futuro i tassi non verranno abbassati. Complimenti, Fazio. Ha dato un colpo alla botte ed una al cerchio. Ha ceduto alle pressioni del governo per un minimo e poi si é blindato contro le stesse per il futuro. Fazio é riuscito allo stesso tempo a tenersi amico il governo ed a mantenere un certo rispetto da parte del mercato. Infatti l'imputazione al governo del fatto che il Pil italiano crescerà pochissimo nel 97 (l'1%) nonostante il potenziale del Paese e le raccomandazioni di urgentemente tagliare spesa e non alzare il carico fiscale sono, in realtà, un messaggio anticipativo ai mercati finanziari: i tassi non scenderanno più. Anzi, forse potrebbero perfino alzarsi. E questo serve a tenere attrattiva, per quanto possibile, la lira e i titoli di Stato per gli investitori che ne stanno prevedendo l'instabilità a partire dal secondo semestre a causa della combinazione: poca crescita, mediocre controllo strutturale del deficit pubblico, riavvio delle spinte inflazionistiche.

Fazio ha fregato Prodi. Adesso non è più possibile diminuire la spesa pubblica giocando sulla previsione del ribasso degli interessi sul debito pubblico. Prodi non può più scaricare la palla alla banca d'Italia e deve (in teoria) proprio incidere il bubbone della spesa strutturale. Il messaggio da parte di Fazio a Prodi sembra essere: "giovanotto, tu la riforma delle pensioni, della sanità e dell'amministrazione pubblica te la devi proprio fare e non puoi chiedere a me di far saltare la lira perché tu non ci riesci". Prodi, mi dica, considera ancora Fazio un salvatore della patria? Probabilmente no. Ciampi, infatti, é corso ai ripari annunciando ieri, domenica, che l'Italia arriverà entro il 97 ad un deficit del 3% sul Pil, dimezzando quello attuale. Ha, cioé, annunciato una "manovra" sanguinolenta - sui 70mila miliardi- Se non saranno più tasse - come raccomanda Fazio- dovrà essere per forza la riforma delle pensioni e della sanità. Mortadella in mezzo a Ciampi e Fazio, da una parte, e Bertinotti dall'altra, sapete cosa ha dichiarato Prodi? "Che forse la manovra va fatta, ma che deve vedere ancora i conti per decidere". Completamente incapace di controllare e guidare la situazione? Giudicate voi.

Il primo mistero l'abbiamo in parte chiarito. Resta la preoccupazione di vedere che un banchiere centrale deve difendere la proria autonomia ricorrendo a macchiavellismi e giochi di prestigio. Ma il secondo mistero é più immediatamente inquietante. Dove troverà Ciampi i 70mila miliardi che mancano per realizzare la sua promessa di dimezzamento del deficit, considerando anche che il gettito fiscale del 97 e del 98 sarà minore di quello previsto a causa della recessione del 96 e 97? Forse pensa di fare lui il primo ministro e ci anticipa il programma? E il mistero di un Prodi che aspetta di fare i conti per decidere se sia necessario fare una "manovra"? Allora i conti di Ciampi che ritiene necessaria la manovra che conti sono?

Vedete, lettori, quando un sistema é ormai marcio tutto diventa strano, oscuro, con mille risvolti, cento furbizie, dieci fregature, 10mila complotti. E le uniche cose sempre certe sono che c'é un incapace, Prodi, e quasi 60 milioni di buggerati. Noi.

(c) 1997 Carlo Pelanda
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