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Carlo A. Pelanda
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Carlo Pelanda: 1998-7-1L' Arena,
Giornale di Vicenza,
Brescia Oggi

1998-7-1

1/7/1998

Misteri rossi, ma non tanto

Ma perché dovremmo aver paura di una crisi di governo e di elezioni anticipate? Eppure c'é il terrore che ciò accada. Fino al punto di costringere Gianni Agnelli ad augurarsi che prevalga la linea di Cossutta contro quella di Bertinottti all'interno del Partito per la rifondazione comunista. Cerchiamo di capire.

Perché Cossutta? Vuole che il Prc diventi la sinistra dell'Ulivo e condivida con questo la responsabilità organica del governo. Che, grazie al minor ricatto dei comunisti perché integrati, diventerebbe stabile fine al termine della legislatura (2001). Bertinotti, invece, guarda gli scenari economici e vede che é in atto un impoverimento del paese. Molta gente di sinistra imputerà al governo dell'Ulivo (DS più popolari e contorni centristi) il peggioramento della loro situazione personale. In particolare i disoccupati che non troveranno lavoro, i redditi bassi il cui potere di acquisto diminuirà (l'inflazione é solo formalmente bassa, in realtà i prezzi di molte merci aumentano). Questi non chiederanno meno tasse e più lavoro, ma meno lavoro e più tasse. Bertinotti non vuole farsi intrappolare nell'accusa da sinistra all'Ulivo e, anzi, vorrebbe diventare il paladino di questa area di dissenso e così aumentare i voti al suo partito a scapito di quelli che ora vanno all'ex-Pci ed ex-PDS. E per attuare questa strategia deve tenere i comunisti all'esterno del governo e minacciarlo continuamente di crisi nel caso non operi scelte "veramente" di sinistra. E' improbabile che Bertinotti voglia elezioni anticipate che rischierebbero di dare potere al centro-destra in quanto la maggioranza degli italiani capisce che la formula giusta é quella di meno tasse e più lavoro per tutti. D'altra parte se i comunisti diventassero un pezzo organico dell'Ulivo, alla fine sarebbero solo una corrente di sinistra dei DS. In tal caso Bertinotti preferirebbe perdere le elezioni piuttosto che vedere il suo partito disciolto. E ciò rende credibile la sua minaccia di poter eventualmente aprire la crisi. In sintesi, Bertinotti vuole tenere l'Ulivo sempre sulla corda per tirarlo il più possibile a sinistra e restando sempre a mani libere per monetizzare elettoralmente questa posizione, folle sul piano dell'economia tecnica (come le 35 ore), ma creduta come salvifica da una parte della popolazione in bisogno. In sintesi, Bertinotti ha una strategia di tipo "movimentista". Cossutta, invece, ne ha una di tipo opposto, chiamata "strutturalista". Istruito alla scuola quadri del Partito comunista sovietico (Pcus) persegue una metodologia leninista del potere: occuparne i gangli interni e strutturare la propria forza nel lungo periodo. Ciò significa accettare dei compromessi per ottenere forza.

Ed é proprio per questo motivo che Agnelli invoca la vittoria della linea Cossutta su quella di Bertinotti. Il compromesso renderebbe più morbido l'impatto devastante delle 35 ore definite per legge sul sistema industriale. Un Cossutta, per dire, potrebbe accettare lo scambio tra una scelta di presidente della Repubblica (da eleggersi nella primavera del 1999) più gradito ai comunisti e un ammorbidimento sull'applicazione della legge relativa agli orari del lavoro. Soprattutto il governo Prodi durerebbe in carica per i prossimi tre anni. Qui l'interesse di Agnelli é più misterioso. Apparentemente riguarda il fatto che la nella fase di lancio dell'euro é meglio che l'Italia dimostri di essere uscita dalla sua tradizionale instabilità politica facendo durare i governi per l'intera legislatura. Ma é anche lecito sospettare che l'amore per il governo Prodi, che ha già regalato a questa prestigiosa famiglia cosuccie come la Telecom a basso costo, abbia motivi più pratici. Decidete voi se pensar male o bene.

Qualora pensaste bene si aprirebbe un altro mistero. Perché Agnelli preferisce, turandosi il naso, Cossutta ad un più semplice cambiamento di maggioranza conseguente ad elezioni anticipate? Togliamo di mezzo il problema della stabilità. Chirac ha indetto l'anno scorso elezioni anticipate e ciò non ha guastato l'euro. Non vedo perché la Francia possa interrompere la legislatura e l'Italia no. Un'altra ipotesi é che pensi ad un gioco delle parti tra Bertinotti e Cossutta, ovvero niente elezioni comunque e tanto vale privilegiare il leader più compromissorio. Può essere. Altra ipotesi é che la grande industria italiana non voglia il centrodestra al potere. Questa sarebbe piccante. Perché? Significherebbe, nei termini detti sopra, che dovremmo pensar male.

(c) 1998 Carlo Pelanda
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