San Marino sotto attacco
Di Carlo Pelanda
L’assedio
dell’Italia contro
Lo scopo evidente, e non nuovo, dell’offensiva
italiana è quello di eliminare la competitività finanziaria sanmarinese.
Recentemente tale obiettivo è stato caricato di intensità
dalla scelta strategica di deviare le attenzioni dalla crisi recessiva. La
strategia appartiene al ceppo classico del “capro espiatorio”: la crisi è dovuta ai demoniaci untori del capitalismo selvaggio,
facciamoli fuori tutti ed il mondo sarà salvo. Fesseria? Certo, ma funziona sul
piano del consenso. La pressione contro il segreto bancario capeggiata da Sarkozy in occasione del G20, ma perseguita da tutti i
governi più colpiti dalla crisi, ovviamente lasciando fuori le proprie piazze
finanziarie, ha come causa principale questo intento
strategico più che la necessità di recuperare
denari fiscali migrati. Nel caso particolare di San Marino è attuata con
maggior intensità non perché l’Italia sia più aggressiva o
Ed è qui che nasce il problema. Da un lato, non possiamo
negare che esistano le ragioni per una rinegoziazione
delle relazioni tra i due Stati sul piano del regime regolamentare fiscale e
finanziario. Ma, dall’altro, a San Marino deve essere lasciato il tempo per
fare tali negoziati, dove il “tempo” riguarda il rispetto della sovranità, cioè della procedura interna per riorganizzare le regole
allo scopo di adattarle in modo bilanciato alla trattativa con l’estero. A San
Marino tale tempo non viene dato dall’Italia.
Il mercato
finanziario appare contribuire per circa il 20% al Pil
della Repubblica. Pazienza se lo si perde, potrebbe
dire qualcuno. Ma se si fanno bene i calcoli sarà
facile vedere che l’impatto potrebbe andare oltre il 50% della ricchezza
nazionale. In tale scenario il gettito fiscale non sarà più sufficiente a
pagare tutti i salari pubblici. Nel settore privato molti operatori nei servizi
finanziari resteranno senza lavoro.
Questo è quello che si vede da fuori. Ma, dentro, devono essere i sanmarinesi a fare la propria analisi e a fare emergere con una qualche forma di pronunciamento della volontà popolare prevalente un indirizzo, una strategia. Cioè se il popolo di San Marino vorrà difendere la propria sovrana libertà o arrendersi. Nel primo caso chiamateci. Verremo.