Una nuova formula per le Olimpiadi italiane


Di Carlo Pelanda (23-9-2016)


L’Italia rischia di non candidarsi alle Olimpiadi del 2024 e se ciò avvenisse perderebbe un grande guadagno potenziale. Da un lato, la storia recente delle Olimpiadi mostra che chi le organizza fa fatica a pareggiare i costi diretti. Dall’altro, i giochi olimpici sono produttori di notevoli vantaggi indiretti. Uno di questi è il riconoscimento globale di potenza emergente, motivo delle scelte di Cina, Russia e Brasile, ecc., o comunque di centro mondiale, obiettivo chiave per Londra (2012) e per Tokyo (2020). Non solo. Una frontiera non ancora ben esplorata riguarda i possibili business indotti dal clima olimpico, da intendersi come un volano simbolico a elevato consenso in grado di mobilitare importanti masse di capitale. Per l’Italia vedo le seguenti utilità: a) riaffermarsi come centro mondiale per invertire l’immagine di nazione disordinata e declinante che si è affermata negli ultimi anni; b) inventare nuove formule olimpiche e metaolimpiche come innovazioni che favoriscano le imprese e la tecnologia italiane; c) usare le Olimpiadi per creare derivati permanenti di attrazione del turismo che integrino quello culturale e vacanziero aumentandone la massa. Idee. Lasciar stare Roma e formare una “metacittà italiana” (Formula Italia?) in forma di consorzio di comuni volonterosi che si accordano per ospitare specifici giochi. In tale scenario le strutture fisiche ci sarebbero senza bisogno di costruire un nuovo villaggio olimpico. Bisognerebbe raccordare con infrastrutture superveloci i diversi luoghi dei giochi, ma questo sarebbe un investimento di qualificazione territoriale sostenibile finanziariamente dal fatto che poi sarebbe usato normalmente. L’occasione olimpica dovrebbe indurre la sperimentazione di nuovi giochi con forte marchio di idee (e tecnologia) italiane, ma anche per inaugurare, in eventi paralleli, tre tipi di olimpiadi 2.0: giochi tra automi (umanoidi, droni, ecc.), giochi per adolescenti, paraolimpiadi 2.0 dove i diversamente abili possono sperimentare senza limiti nuove tecnologie di potenziamento, per esempio esoscheletri che permettono a un invalido di correre i 100 metri. Queste derivate, innescate dal clima olimpico e facilitate dalla visibilità conseguente, poi si trasformerebbero in campionati mondiali con specializzazione privilegiata e futurizzante in Italia. Così il turista, nei decenni a seguire e negli anni precedenti potrà vivere in Italia non solo l’esperienza di una macchina del tempo orientata al passato, ma anche all’estremo futuro. Le Olimpiadi italiane andrebbero pensate in questi o simili termini.