Per la crescita serve un progetto Manhattan trilaterale


Di Carlo Pelanda (22-1-2016)


Il mercato finanziario globale si sta riallineando con una crescita economica in via di rallentamento o scarsa nelle due locomotive principali del pianeta, America ed Europa, e in via d’implosione in quella ausiliaria cinese. Si tratta di un aggiustamento che precorre una successiva fase di espansione o l’avvio di una crisi duratura? Dipende da quale buona notizia possa convincere gli attori finanziari a prendere una postura ottimistica. Potrà esserlo una riedizione ed estensione delle iniezioni massive di liquidità? In America ed Europa la percezione di una posizione molto accomodante da parte delle autorità monetarie sarà un fattore rassicurante, ma non dirimente. In queste aree lo stimolo monetario non è trasmesso a sufficienza all’economia reale per due motivi, semplificando: in America, per gap di fiducia nelle aziende per rischiare nuovi investimenti; nell’Eurozona , sia per lo stesso motivo sia per difetti nel meccanismo di trasmissione a causa del malfunzionamento del sistema bancario perché non ancora riparato e regolato da norme controproducenti. Pertanto ulteriori iniezioni di liquidità e sollecitazioni a suoi impieghi con forte propensione al rischio, pur necessari, non sortiranno un effetto leva significativo. In Cina la questione è diversa: crisi bancaria totale complicata da un debito delle istituzioni locali finora nascosto che potrebbe arrivare a multipli del Pil. Qui sarà necessario stampare tonnellate di moneta per riempire i buchi. Potrà funzionare, evitando il caos mondiale, ma nel futuro la Cina avrà meno capacità di locomotiva. Pertanto la buona notizia che potrà convincere il mercato a future scommesse espansive riguarda ciò che i governi statunitense ed europei, oltre che quello nipponico, potranno fare sul piano politico interno e geopolitico, cioè in modo convergente tra loro, per consolidare la fiducia e lanciare nuovi investimenti pubblici che facciano da volano a quelli privati stagnanti. Penso a un progetto Manhattan trilaterale che, oltre ad accelerare il mercato integrato tra America, Europa e Asia democratica: a) liberi circa 15 trilioni di dollari di nuovi investimenti cogestiti, in un decennio; b) generi un accordo di garanzia comune per la ristrutturazione dei debiti nazionali allo scopo di creare nuovo spazio nei bilanci statali per investimenti in deficit; c) porti ad un accordo monetario e a uno di prestatore di ultima istanza congiunto e illimitato che stabilizzi tale operazione. Fantapolitica? Senza un progetto del genere sarà difficile riallineare crescita economica e finanziaria.