Prove
di convergenza euroamericana
Di
Carlo Pelanda (6-12-2007)
Il primo atto
di Angela Merkel nel suo
ruolo di Presidente di turno dell’Unione europea (e dei G8) è stato quello di
proporre agli Stati Uniti un allineamento delle regole dei rispettivi mercati. I media hanno derubricato la
notizia come negoziato tecnico. In realtà il cancelliere tedesco persegue una
prospettiva ben più ambiziosa: la costruzione di un mercato unico euroamericano che abbia come conseguenza una strategia
comune di influenza degli affari globali. Cerchiamo di
capire e valutare.
Gli attori geopolitici reagiscono alle situazioni, sulla
base di interessi nazionali concreti, più che perseguire visioni. Merkel sta facendo le prime prove di ri-convergenza
atlantica per tre priorità. Essere spalleggiata da Washington
per contenere l’aggressività (ricatto energetico) del riemergente impero russo.
Ottenere un accordo euroamericano che favorisca il
mantenimento del modello
economico ad alti costi di fronte alla concorrenzialità
crescente del sistema produttivo asiatico. Diventare il
partner privilegiato di Washington e così rinforzare la leadership di Berlino, secondarizzando Parigi e Londra. Dopo la passività
di Schroeder e la concentrazione sui problemi interni
di Kohl, la Germania di Merkel si è rimessa in moto e fa grande politica estera.
Con la riservatezza che si usa quando si fa sul serio.
Per esempio, i media non si sono accorti, oltre che
del vero negoziato in corso con gli Usa, che Germania e Russia hanno siglato
nei mesi scorsi una sorta di nuova Yalta che lascia Ucraina,
Bielorussia e Moldova a
Mosca in cambio di un compromesso sui prezzi dell’energia. La cosa è stata
comunicata come decisione di fissare i confine orientali
della Ue per concentrarsi sulla strutturazione interna
europea. C’è anche questo, ma il vero motivo è stato l’altro, oltre alla scusa per
lasciare fuori la Turchia
dalla Ue. Come dovremmo noi
valutare in Italia queste novità? Da un lato, tutto ciò che
mescola meglio America ed Europa è interesse nazionale italiano. Ma, dall’altro, dobbiamo stare attenti a tutelare i nostri
interessi. Per noi è conveniente includere il più possibile la Russia, nonché
la Turchia,
nel perimetro occidentale per motivi di mercato e strategici. Soprattutto, dobbiamo
vigilare affinché il negoziato tra Ue ed Usa sulla
convergenza delle regole di mercato (finanziarie, legali, ecc.) venga a vantaggio anche della nostra economia. E nell’Europa guidata da Berlino non è certo che tali nostri
interessi saranno soddisfatti. Ma la questione richiede una definizione del
nostro interesse nazionale in modo molto più ampio. L’integrazione
di Europa e Stati Uniti è la priorità storica assoluta
per formare un’alleanza di scala economica e militare grande abbastanza per
imporre “standard occidentali” ad un sistema globale dove emergono nuovi poteri
globali (Cina) e regionali (potenze islamiche) con culture politiche e tecniche
divergenti che rischiano di minarne la stabilità. Il problema è che l’America è
ormai troppo piccola per mantenere da sola in ordine
il pianeta. La soluzione è che l’Europa si unisca nello sforzo formando con la
prima un “nucleo occidentale” poi capace di integrare per
magnetismo altre grandi democrazie, quali Giappone, India e, pur
semidemocrazia, Russia. In tal modo si formerebbe un’area delle democrazie con
forza militare, economica ed energetica maggiore di quella delle
non-democrazie, quindi in grado di condizionare le seconde. Tale
prospettiva ha come punto di avvio la convergenza
economica euroamericana. Non sarà facile realizzarla
per l’indisponibilità statunitense ad accettare vincoli e per l’antiamericanismo
francese, pur attutito, nonché quello di parte della popolazione europea. Per questo
raccomando che l’Italia aiuti attivamente il progetto della Germania e che la definizione
del nostro interesse venga ricalibrata
in base ai vantaggi di fondo. Chiedo agli esponenti italiani del Partito
popolare europeo di aprire un’iniziativa di supporto. Bibliografia: chi è
interessato ad approfondire i dettagli tecnici dello scenario di convergenza euroamericana potrà trovarli nel
mio libro “La grande alleanza”, nelle librerie a fine gennaio.
www.carlopelanda.com