Verso il 2061 con fiducia nel rilancio di un’Italia presto ringiovanita

 

Di Carlo Pelanda (15-3-2011)

 

Buon compleanno italiani. Il regalo della rubrica è uno stimolo a pensare al prossimo: come sarà l’Italia quando festeggerà il 200° nel 2061? 

Al momento, componendo i dati di situazione per trarne una direzione storica, si ricavano due scenari equiprobabili: declino e rilancio. La nazione è ancora sufficientemente ricca per alimentare un nuovo boom. Ma è prigioniera di un modello europeo depressivo e inabilitata da uno interno inefficiente. Se tale situazione resterà senza cambiamenti nel prossimo decennio, il declino sarà inevitabile per perdita finale della ricchezza utile al rilancio. Si consideri che un declino lento, pur bilanciato da rilanci e tenute settoriali, è già in atto dai primi anni ’90 ed ha eroso una gran fetta della ricchezza nazionale  (risparmio e base industriale). Ne resta ancora per fare da catapulta al rilancio, ma per un tempo ridotto. Quindi lo scenario 2061, per l’Italia, sarà orientato dagli eventi nel periodo 2011-21. Da un lato, è un tempo troppo breve per superare l’inerzia dei modelli e ciò sposta la probabilità verso il declino. Dall’altro, la buona notizia è che certamente sia il sistema politico italiano corrente sia l’Eurozona andranno in crisi di continuità. Tale previsione tiene aperta l’equiprobabilità degli esiti di lungo termine, cioè declino o rilancio, ma individuando in ciò che accadrà tra il 2013 ed il 2018  i fattori dirimenti, cioè i vettori di scenario. Entro il 2013-16 vi sarà la sostituzione quasi totale dei politici italiani con “potere cooptativo” per motivi di età nonché dei partiti attuali perché non più rappresentativi. In parallelo vi sarà la crisi dell’Eurozona in quanto l’attuale configurazione germanizzata non riuscirà ad essere partecipata da tutte le nazioni che ora ne fanno parte. Il come uscirà da ambedue gli eventi combinati porterà l’Italia al declino o al rilancio. Al riguardo del cambiamento politico interno le prospettive sono buone. Nel senso che avrà la forma di una sostituzione generazionale e ciò ringiovanirà di almeno 30 anni i linguaggi politici nazionali con conseguenze, a destra e sinistra, modernizzanti. Meno inquadrabili sono i cambiamenti nell’architettura europea, probabilmente in combinazione con l’implosione della Cina, in una turbolenza globale. Ma tale situazione di instabilità dell’Asia e, pur minore, dell’Europa porterà di nuovo in espansione stabilizzante l’America, nel frattempo riparata. L’alleanza privilegiata con l’America sarà la miglior garanzia per l’Italia di resistere alle crisi globale ed europea per poi puntare al rilancio, ringiovanita. Il vento, gli oceani.          

Carlo Pelanda