Allarme inflazione due anni prima del disastro

 

Di Carlo Pelanda (4-5-2010)

 

Questa rubrica sente puzza di inflazione. Molti economisti ritengono che lo scenario in America ed Europa resterà caratterizzato da sovracapacità, cioè da un rischio prevalente di deflazione, per circa un triennio, e non lanciano allarmi. Ma il rubricante non è un economista “puro”. Pratica la Teoria dei sistemi che integra i dati di diverse discipline settoriali per ottenere modelli carichi di varietà analitica per meglio rappresentare la complessità del reale ed individuarne le tendenze. Tali modelli, semplificando, hanno la forma di matrici. Nelle “cellette” di stato macroeconomico, in effetti, l’inflazione ancora non si vede. C’è un eccesso di liquidità a potenziale inflazionistico, ma le Banche centrali sanno come moderarla.  Molto capitale, poi, viene drenato dai fabbisogni crescenti di finanziamento dei debiti sovrani. La fiducia, pur crescente, non trasforma ancora il capitale congelato dalla paura in più consumi ed investimenti. In sintesi, è vero che i dati economici correnti non mostrano particolari tendenze inflazionistiche, i prezzi delle materie prime in rialzo, ma non a bolla. Ma quelli che descrivono i fenomeni politici mostrano una svolta verso il “governo con l’inflazione”.

Obama ha nominato Janet L. Yellen  vicepresidente della Riserva federale, di fatto commissario politico per controllare Ben Bernanke. La signora ha un cv spettacolare, ma ama l’inflazione nei modi con cui l’economia di sinistra, tipicamente, lo fa: per avere più occupati distruggi il risparmio. Per far vincere i democratici nel 2010 e rieleggere se stesso nel 2012, Obama ha bisogno di supercrescita a tutti i costi via tassi calibrati al ribasso, inflazionistici. Comprensibile, ma preoccupante. Anche perché l’America, con mercato più efficiente degli altri, può esportare inflazione nel globo subendone di meno, quindi sopravvivere affossando  gli altri. Inquietante. Ma ciò che spaventa è la disperazione dei governi europei. Non potranno mai ripagare i debiti nazionali né fare più crescita interna via liberalizzazioni per mancanza di consenso/coraggio. L’inflazione è l’unico modo reale che hanno per abbattere il valore nominale del debito e far finta di crescere. La gente sarà contenta e non vedrà il cancro che ne divorerà redditi e risparmi reali. In più, un numero crescente di economisti sta scrivendo che un po’ di inflazione, sul 4%, è dopotutto benigna. Il che non è falso. Il problema è che se si lascia un solo millimetro di spazio all’inflazione poi se ne perde il controllo. In conclusione, la rubrica lancia l’allarme inflazione due anni prima che avvenga il disastro, in tempo per evitarlo.  

Carlo Pelanda