L’occidente ha un
imperatore sbagliato e tutto l’impero deve contribuire a cambiarlo
Di Carlo Pelanda (3-8-2010)
E’ raro trovare un
momento storico, dal 1945, in cui l’occidente sia stato governato da leader
così inadeguati. Il governo nipponico fa ridere, la leadership francese è
patetica, quella tedesca ottusa, l’inglese vaga, l’italiana da operetta, la
spagnola inquietante per leggerezza. Il problema sarebbe minore se queste
nazioni ausiliarie fossero gestite da una figura consistente al centro dell’Impero.
Invece è amplificato dall’incompetenza dell’Amministrazione Obama. L’Alleanza
occidentale è ancora un “sistema” e resta il luogo di governo del pianeta
nonostante la sua perdita di coesione ed indebolimento. In teoria ha ancora
forza militare sufficiente per esercitare un monopolio globale della violenza
(pax) e capacità dissuasive per bilanciare gli squilibri del mercato globale e
così creare più ricchezza per il proprio modello, ora cedente, e per gli altri.
In sintesi, l’occidente ha ancora i potenziali per diffondere globalmente il
capitalismo democratico di massa, progetto del neo-illuminismo che questa rubrica
serve. Ma, in pratica, la bassa qualità della politica lo sta bloccando e
facendo implodere. Bisognerebbe approfondire le cause della dequalificazione
dei processi politici nelle democrazie, in particolare la crescente
correlazione inversa tra capacità di raccogliere consenso e di governare. Ma non
c’è molto tempo per riorganizzare l’Occidente e per questo bisogna iniziare la
riparazione dal suo centro con quello che c’è. Come?
La priorità è
attutire il disastro causato dall’Amministrazione Obama. La sua incertezza ed
ideologismo stanno rallentando gli investimenti privati nel mercato
statunitense e, quindi, la ripresa. La sua incompetenza strategica ha destabilizzato
l’alleanza con gli europei, messo l’America in una relazione di sudditanza alla
Cina, depotenziato la vittoria di Bush in Iraq, predisposto la sconfitta in
Afghanistan, compromesso la governance economica
globale creando un ridicolo G20 invece di potenziare il G8. Inoltre ha destabilizzato
la solidità economica e monetaria dell’America, e quindi la stabilità
complessiva, con indebitamenti inutili ed inefficaci. La prima opportunità per
contenere il danno è data dalle elezioni
di medio termine, autunno 2010, con la speranza di cambiare la maggioranza nel
Congresso. Tutti i cittadini, pur non americani, dell’Impero occidentale
dovrebbero far convergere risorse sul Partito repubblicano affinché ciò si
realizzi. Anche prova di una mobilitazione generale per influenzare le primarie
e le elezioni del 2012 per avere un imperatore forte e capace. Poi pian piano
un centro nuovamente forte riordinerà la periferia. Petraeus?
Carlo Pelanda