Il G20 non è un
luogo di governo globale e va sostituito con una Nova Pax
Di Carlo Pelanda (29-6-2010)
Nonostante le
cosmesi diplomatiche è evidente che il G20 non è in grado di esercitare una governance globale. Interessi troppo divergenti, manca un integratore
che li componga. In particolare, la configurazione G20 fornisce un potere
eccessivo alla Cina. Da un lato, la dipendenza di Pechino dalle esportazioni la
porta a collaborare per mantenere aperto ed in crescita il mercato mondiale.
Dall’altro, la modalità egoistica con cui lo fa, attutita solo da concessioni
nominali, amplia gli squilibri nel sistema globale, e suoi interni. Lo scenario
vede, dopo un breve periodo di ristabilizzazione, una
tendenza catastrofica globale o per l’implosione della Cina e/o per lo
sbilanciamento complessivo da questa generato. Dal 1945 al 2008 le crisi
globali non sono state catastrofiche perché esisteva una Pax (impero) capace di
contenerle coordinando gli alleati. La decisione di Obama,
nel 2009, di trasferire al G20 le funzioni del G7, precorsa da quella di
Clinton, 1996, di includere la Cina nel mercato globale senza condizionarla, la
ha smontata. Il ricostruirla, per evitare guai futuri, è la priorità.
Quale criterio? La
convergenza delle nazioni per lo scopo del bilanciamento globale va cercato via
omogeneità preventiva, e non via composizione contingente, degli interessi. Chi
deve comandare? Le democrazie perché queste hanno interesse a trasferire nelle relazioni internazionali i
requisiti interni di economia bilanciata. Tale identikit individua la soluzione
di ripristinare un G7, derubricando il G20, che includa nuove democrazie
emergenti, quali Russia, India e Brasile o rilevanti, per esempio Australia e
Turchia. Andrebbe rinominato “Free Community” ed istituzionalizzato come
mercato comune delle democrazie. Aperto all’inclusione di altre nazioni che
rispettino i requisiti di ammissione. Nell’ingrandirsi, le politiche interne
dell’area economica influenzeranno sempre più il resto del globo costringendo
le nazioni divergenti a convergere o a morire, tra cui la Cina. America, Europa
e Russia eserciterebbero una leadership naturale nel gruppo, euro e dollaro
convergenti diverrebbero l’indiscutibile pilastro della fiducia globale e
strumento credibile per la gestione delle crisi. La Free Community
sostituirebbe l’impero americano generandone un successore di scala adeguata e
con il progetto storico di creare un mercato unico globale, nei secoli. Il
progetto “Nova Pax” non è avviabile nella situazione corrente, ma va sviluppato
come motivo per la selezione dei leader del futuro da parte dei centri di
influenza nelle principali democrazie. Che per questo devono iniziare il
coordinamento.C&L.
Carlo Pelanda