Minacciare tutti
l’uscita dall’euro per forzare la Germania a collaborare
Di Carlo Pelanda (15-6-2010)
Nei think tank ci si chiede se la Germania persegua il rigore
in tempi accelerati per priorità del riequilibrio o anche per uscire dall’euro,
buttando fuori tutti gli altri. La rubrica, invece, ritiene che la Germania non
voglia destabilizzare l’Europa, ma dominarla mantenendo l’euro come strumento
di ricatto. In base a questa analisi suggerisce una strategia di contro-ricatto.
Per evitare che la
Germania diventasse potenza singola dopo la riunificazione, la Francia le
impose l’abbandono del marco. Berlino pretese che l’euro fosse gestito come il marco
e senza un governo economico che la condizionasse. Così nacque una moneta
insostenibile per economie diverse da quella tedesca. Si sottovalutò il fatto
che le nazioni più deboli, senza più la flessibilità del cambio, avrebbero
dovuto svalutare le tutele del welfare, salari e prezzi. Per un po’ questo europroblema è rimasto nascosto, o perfino invertito,
perché finanziato con debito. Ma ora che il debito non può aumentare l’impatto
deflazionistico dell’euro sarà pieno. L’idea francese di europeizzare Berlino
si è trasformata nella germanizzazione dell’Europa. Le altre nazioni saranno
costrette a diventare come la Germania o ad uscire dall’euro. Nel primo caso,
appunto, dovranno importare deflazione con il rischio di non poterla sostenere
tecnicamente e politicamente e con il paradosso di dover affamare i cittadini
per poter restare vassalli della Germania. Non funzionerà, l’euro salterà. Il
pensiero strategico tedesco conta sul fatto che per ogni singola nazione
sarebbe più svantaggioso, per caos finanziario conseguente, uscire dall’euro
che sottomettersi. E per esserne sicura preme anche per marginalizzare la
nazione deviante entro la Ue. Ma non ha valutato l’eventualità che tutte le
nazioni rilevanti, in sincrono, abbandonino l’euro. In tale scenario si
troverebbe la sola con moneta forte e quindi vulnerabile alla competitività dei
sistemi industriali francese e, in particolare, italiano. Il suo sistema verrebbe
massacrato. Pertanto anche la Germania corre un serio rischio. Ora non lo
valuta perché vede una Francia comunque
convergente. Tuttavia, Parigi preferirà la guerra alla Germania al rischio di
rivolte interne se le vedrà prossime. Ma la guerra danneggerebbe tutti. Quindi
la minaccia va usata, ma per ottenere dalla Germania - riluttante per timore
inflazionistico e pressioni sia americane sia cinesi - una svalutazione forte dell’euro
che permetta a tutti di bilanciare la deflazione con più crescita trainata
dall’export. Così compreremo tempo per trovare un euromodello
che renda applicabile una moneta unica che ora non lo è.
Carlo Pelanda