L’Impero
occidentale non è finito se le tre Rome vedranno la
realtà invece di sognare
Di
Carlo Pelanda (13-4-2010)
Fin
dal 2000 chi scrive auspica
che Usa ed Ue favoriscano la ricostruzione dell’Impero russo allo
scopo di avere un partner ordinato sul
piano interno e capace di controllare l’Asia centrale. L’idea, www.thegrandalliance.eu, è quella di
generare un’alleanza a tre teste – le tre Rome europea, russa ed americana - che poi includa in un’area comune le democrazie del pianeta. Lo scopo è quello
di mantenere il potere di governo globale del “criterio occidentale” dopo il
declino di scala dell’Impero statunitense e di costruire un’organizzazione
geopolitica più grande della Cina per
condizionarla. Solo così il capitalismo democratico prevarrà su quello
autoritario propugnato da Pechino. I fatti dell’ultimo decennio sembrano
ridurre al minimo la fattibilità di questo scenario. Ma, alla fine, si realizzerà
perché è di evidente utilità: euro e
dollaro devono convergere perché se no saltano ambedue, la Russia verrà mangiata dalla Cina se non sarà parte del
sistema economico e strategico occidentale. La rubrica non è impressionata dal
G2 sinoamericano, dalla frammentazione della Ue, ecc..
Sono tendenze temporanee e reversibili. Ma è molto preoccupata dal fatto che
Mosca stia ricostruendo il proprio impero in modi incompatibili con la futura
alleanza occidentale.
Putin prese il potere nel 1999 per ricostruire
il governo centrale nella Russia in frammentazione e l’influenza di Mosca nell’area ex-URSS. L’Occidente lo contrastò, con l’eccezione di
Germania ed Italia. La stampa occidentale lo demonizzò. Nel 2004, forte del
rialzo dei prezzi energetici, un Putin infuriato ed isolato decise di fare
impero in contrasto con l’occidente. Ora lo sta realizzando riportando
nell’orbita di Mosca le nazioni centroasiatiche (Kirghizistan), limitando
l’espansione a est della Ue, ma con la tentazione di dominarla sia rassicurando
gli europei antirussi sia alleandosi con Berlino. E’ chiaro il sogno di
un’Eurasia con capitale Mosca. A Putin va segnalato che tale progetto ha senso
solo nell’ingenua mistica nazionale russa, ma non nella realtà. L’Eurasia senza
America, India e Commonwealth, sarebbe troppo debole di fronte alla Cina. Alle
élite occidentaliste statunitensi, già in moto per il dopo-Obama,
va detto che la via giusta è quella di costruire l’Euroamerica
invitando la Russia ad un’alleanza stabile e non quella di fare accordi
bilaterali instabili tentando di restare
impero singolo, altro sogno impossibile. Mentre al Vaticano la rubrica chiede
di perseguire il sogno impossibile della convergenza tra cattolici, ortodossi e
protestanti. L’Impero ha bisogno di una Chiesa e viceversa.
Carlo
Pelanda