Tu dare me ordine
contabile io dare te crescita via svalutazione
Di Carlo Pelanda (11-5-2010)
L’architettura dell’euro
è fragile perché include nella stessa
moneta economie forti e deboli e le seconde non lo reggono per poca base
industriale e produttività. La moneta unica, indipendentemente dai salvataggi di
contingenza, resterà a rischio di dissoluzione fino a che la soluzione di
questo problema non sarà stata avviata in modi credibili. Ma è molto difficile
riparare l’eurosistema con un difetto genetico così
invalidante. Soluzioni?
Quattro sono sul
tavolo: (1) costringere tutti al rigore contabile, cioè a diventare tedeschi;
(2) istituire un governo economico europeo che trasferisca risorse di
compensazione dai forti ai deboli; (3) indebolire l’euro in modo da evitare la
combinazione distruttiva moneta forte/economia debole; (4) escludere dall’area
monetaria le economie deboli e disordinate, permettendo loro di riaggiustarsi
via svalutazione competitiva ed eventuale insolvenza del debito. La quarta non
è fattibile perché causerebbe una crisi bancaria/finanziaria globale. La prima
costringe economie deboli a deflazioni che le renderanno ancor più deboli con
rischio di rivolta delle popolazioni impoverite. La seconda implica assistere i
poveri via denari fiscali dei paesi ricchi, con due problemi: rivolta
“leghista” dei ricchi stessi ed inefficacia del denaro assistenziale nel
trasformare i deboli in forti che diventerebbe un finanziamento del
differenziale nord-sud intraeuropeo e non una sua
riduzione. La terza è in atto come disponibilità della Bce a comprare titoli di
debito ed obbligazioni eurodenominate di valore
incerto per tamponare la sfiducia sulla loro solvibilità. Di fatto significa
stampare moneta, anche se negato dalla Bce, e così indebolire l’euro. I dati di
cronaca rendono probabile che i governi adotteranno la prima, ma attutita dalla
terza, cioè più rigore alla tedesca per tutti con una gestione monetaria flessibile,
all’americana. Più chiaramente, per salvare l’euro la Bce ammetterà un cambio
svalutato utile alle economie deboli (e forti) per crescere, in cambio della
disponibilità dei loro governi a tagliare spesa e ridurre il debito, cosa che
attutisce l’indebolimento dell’euro stesso. Questo compromesso fra Trichet e gli eurogoverni è
intelligente: datemi ordine contabile e io ne ridurrò l’impatto per via
monetaria. Alla rubrica non piace perché comporta inflazione, però si rende
conto che altra soluzione, a breve, non c’è. Ma una strutturale prospettica
c’è. Poiché il compromesso detto ha bisogno della complicità del dollaro per
funzionare, tanto vale estenderla ed avviare una convergenza permanente
euro-dollaro che sanerebbe i guai di ambedue.
Carlo Pelanda