L’investimento per includere l’India nel perimetro occidentale porterà più vantaggi che rischi
Di Carlo Pelanda (9-9-2006)
L’Amministrazione
Bush sta da tempo costruendo con New
Dehli il seguente accordo: gli Stati Uniti concedono all’India
lo status di potenza nucleare legittima, togliendo le restrizioni punitive per
il suo riarmo avviato negli anni ’90, ma in cambio questa deve impegnarsi ad
aiutare la politica antiproliferativa con la priorità
del contrasto dell’Iran. Sta funzionando. Dal 2004 l’India è passata, cambiando
la posizione precedente, al fronte del contenimento delle ambizioni nucleari di Teheran. Ma parecchi analisti
vedono in questa mossa un cedimento pericoloso della politica antiproliferativa che potrebbe portare altri a costruire l’atomica
o fornire una scusa alla Cina per giustificare un
riarmo perfino più aggressivo di quello in atto. Per non parlare poi del
Pakistan. Altri sostengono che Washington abbia concesso troppo a Nuova Dehli senza avere garanzie di alleanza
stabile nel futuro. La stessa Amministrazione ha dubbi su quanto deve insistere
sul piano della condizionalità per rifinire l’accordo
detto. Ma indecisioni e preoccupazioni probabilmente verranno
superate, anche in caso di presidenza democratica nel 2008, per l’evidenza dei
vantaggi nel perseguire una politica di incentivi che porti, pur lentamente,
l’India entro una stabile alleanza con il sistema occidentale. La sola
conquista di New Dehli al
fronte anti-iraniano vale il rischio preso violando
il rigore antiproliferativo. L’alleanza prospettica
tra America ed India toglie spazio di gioco alla vocazione neoimperiale russa.
Inoltre costringe
Carlo Pelanda