Israele sta vincendo, ma l’Iran sta preparando una trappola
Di Carlo Pelanda (8-8-2006)
Nei think tank fioccano le
simulazioni. In quello frequentato da questa rubrica si tenta di capire quale
sarà la reazione dell’Iran all’offensiva israeliana contro Hezbollah.
Teheran è rimasta sorpresa dal
fatto che Israele, pur incerta inizialmente, abbia poi deciso di
proiettare la massima potenza possibile, calibrata sull’eliminazione totale della
capacità militare di Hezbollah. E dopo due settimane di operazioni si prospetta uno scenario in cui il gruppo filoiraniano sciita perderà il proprio territorio e le
migliori unità combattenti, quindi anche il potere nel sistema politico
libanese di cui è partito al governo. L’Onu, indipendentemente
dal lavorio sulle risoluzioni, sta lasciando parecchio tempo ad Israele per
compiere la bonifica. Inoltre sta emergendo un linguaggio di intervento
internazionale che alla fine potrebbe renderla definitiva. Anche perché è stato evidente che
i regimi arabi sunniti, stando in silenzio, abbiano
di fatto appoggiato in funzione antiraniana l’azione
di Israele. Ciò prepara una soluzione di eliminazione
dell’influenza iraniana sul Libano. Sul momento Teheran
ha tentato di rafforzare le milizie Hezbollah per
farle tentare di resistere sul campo ad Israele. Ma,
pur queste combattendo bene, è evidente che ciò non cambierà l’esito. Potrà
l’Iran accettare la sconfitta? Dai primi segnali pare che non lo vorrà fare. Teheran si è dichiarata pronta ad usare l’arma del petrolio
se continuerà la pressione contro il suo programma nucleare, ma intendendo la
questione libanese. Ha costretto
Carlo Pelanda