Di Carlo Pelanda (30-9-2006)
Nel 1994
l’ufficio scenari del Pentagono valutò che
Le autorità locali, per fare i soldi vendendo
i terreni, approvano megaprogetti di costruzione. Ma
troppi grattacieli costruiti come scusa per una capitalizzazione anomala chi li
riempirà? Parecchi resteranno vuoti ed il capitale investito svanirà. Lo stesso
problema di sovracapacità portò, in altre economie
acrobatiche, alla megacrisi asiatica del 1997-98. Perfino peggiore è la situazione
delle piccole e medie imprese private. L’imprenditore non trova credito dalle
poche banche - perché questo va per il 70% ai grandi gruppi statali che non lo
ritornano mai - ed usa quello della famiglia estesa. Che
basta per far nascere l’impresa, ma non per svilupparla. Data
l’effervescenza del mercato lo stesso imprenditore, in
difficoltà con la prima azienda, ne avvia altre. Per questo l’economia cinese è
densa di piccoli conglomerati industriali sottocapitalizzati e competitivi solo per costo e non per
tecnologia, rendendone il modello
industriale troppo fragile. La grande crescita in
atto, oltre che dall’export, è sostenuta da enormi quantità di investimenti
diretti stranieri che il governo attira con un’abile propaganda del “mito
cinese”. Tale pompa di capitale è in grado di tenere per un po’ il sistema in
equilibrio, ma sta generando una bolla destinata a sgonfiarsi. La forza lavoro migrata - centinaia di milioni - dalla campagna alla
città comincia a soffrire la mancanza
assoluta di tutele e inizia ribellioni. Il governo, aumentando la quantità e
capacità repressiva della polizia interna, terrà sotto
controllo questo problema. Ma non sta riuscendo,
pur mostrando determinazione nel tentarlo, ad equilibrare il ciclo del capitale
e a qualificare l’economia reale. Senza cambiamenti stabilizzanti - democratizzazione
graduale e istituzioni solide - il
sistema salterà, ora proiettato a farlo tra il 2009 e 2012. Infatti
gli investitori più accorti stanno puntando sull’India, democrazia funzionante,
dove lo sviluppo è più solido. Per esempio, Montezemolo
ha guidato
Carlo Pelanda