La nuova Yalta euro-russa farà
bene all’occidente
Di
Carlo Pelanda (20-12-2006)
Il recente eurosummit ha sancito la fine dell’allargamento dell’Unione
europea. Non è una sorpresa. L’Europa confederata ha già saturato il suo
“spazio naturale” e dove ce ne è ancora, ad est, le
inclusioni sarebbero destabilizzanti. Ucraina, Bielorussia
e Moldova non potranno essere cooptate perché ciò equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra contro la Russia che considera Stato
satellite la seconda e vuole far rientrare la prima e la terza, dense di
popolazione russofila o russofona, nella propria sfera di influenza o renderle
“cuscinetti”. Quindi l’eurolimes si fermerà in
Bulgaria e Romania, nella Ue
dal 1° gennaio 2007, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Stati Baltici e Finlandia.
Tale confine orientale è stato definito dal risorgere dell’Impero russo. La Ue
ha accelerato l’inclusione di Romania e Bulgaria senza che ne avessero i
requisiti proprio per bloccarne l’espansione nell’area slava. Ma entro un accordo riservato o implicito tipo nuova Yalta: Stati balcanici sotto
protettorato e controllo europeo, o inclusi, in cambio della russificazione del resto. Il compromesso è realistico e,
garanzia di qualità, reciprocamente ricattatorio. La Russia, volendo, può
muovere i panslavisti balcanici
per creare guai entro il perimetro dell’Unione. Gli europei possono creare guai
ai russi sostenendo gli eurofili ucraini. Quindi
Mosca e Bruxelles (Berlino) dovranno andare d’accordo.
Questa rubrica saluta con favore tale compromesso perché renderà possibile una
nuova relazione tra Russia ed Ue finora resa
impossibile dal timore della prima al riguardo dell’espansione senza limiti della seconda. Quale? Un trattato ben strutturato di associazione economica che eviti a Berlino il ricatto energetico
e dia a Mosca le risorse per far decollare la piccola e media impresa che ora
manca del tutto con grave pregiudizio dello sviluppo futuro della Russia. Tale
spazio economico euro-russo fornirà anche un modello per la soluzione del caso
turco. Ankara ed Ue potranno creare un’area economica
comune, estesa alla Russia, in modo che la prima sia di fatto
inclusa nella seconda, ma non formalmente. Tale ipotesi apre una nuova
prospettiva per l’occidente intero: la possibilità per la Ue,
corroborata dall’accordo con Russia e Turchia, di proporre agli Stati Uniti
(Nafta) di far parte dello “spazio economico”, aperto a Giappone ed India. Sarebbe
l’Aquila a tre teste, l’integrazione delle democrazie
occidentali-occidentalizzate. Piace questa Europa che
inizia a ragionare come Impero capace di trattare con gli altri e a farne di
nuovi. Marta, spiega a D’Alema cosa
è successo mentre andava per banche in Egitto.
Carlo Pelanda