Auguri sinceri al banchiere
centrale di un’Europa che non c’è
Di Carlo Pelanda
(18-11-2003)
Auguri a Jean-Claude Trichet
che dal 1° novembre ha sostituito Wim Duisenberg alla guida della Banca
centrale europea. Ne ha bisogno perché l’euro ormai c’è, non si può tornare
indietro, ma non esiste né esisterà nel prevedibile futuro un governo economico
europeo capace di essere interlocutore della politica monetaria. Quindi Trichet
dovrà governare un’anomalia, compensandola in qualche modo. L’euro, concepito
nei primi anni ‘90 come momento conclusivo del processo integrativo, è stato
poi, nel settembre 1996, propulso da
Francia e Germania come scorciatoia per costringere gli Stati europei ad
unirsi. In base al principio che non può esistere una moneta unica senza un
governo altrettanto unico. Ma il modello politico che sta emergendo è un mix
tra federalismo e mantenimento delle sovranità, non una decisa costruzione del
primo. Gli Stati hanno ceduto parte della loro sovranità economica al Patto di
stabilità, ma non appaiono intenzionati a conferire quella che resta ad un
organismo eurofederale. In tal senso il “modello di transizione”, basato su
regole condivise di stabilità che sostituiscono provvisoriamente l’assenza di
una funzione politica paneuropea tende a prolungarsi. La conseguenza è che
senza governo unico l’euro non può dirsi “moneta unica”, cioè “unitaria”. Che
cosa è, allora? Una “moneta condivisa”, specchio di una situazione dove le
nazioni accettano criteri comuni, ma non rinunciano al potere di derogare da
questi in modo unilaterale, per esempio le violazioni del Patto di stabilità.
Il punto è che la Bce è stata disegnata per governare una moneta unica, non una
“condivisa”, e pertanto dotata di una capacità di regolare gli Stati attraverso
un mediatore confederale. Quest’ultimo esiste solo in forma debole (Ecofin,
Commissione) e quindi la Bce dovrà disintermediarlo per ottenere una capacità
diretta di persuasione e regolazione su ogni singolo Stato in modo da farlo
rigare diritto nelle materie rilevanti per la stabilità monetaria. Ma l’unico
modo per ottenerlo sarà quello di ridare forza alle Banche centrali nazionali
come interpeti locali della politica monetaria paneuropea. Cosa che implica
coinvolgere di più i singoli rappresentanti nelle decisioni della Bce. Una tale
nuova “Banca collegiale europea” avrà qualche chance di tenere in ordine il
sistema attraverso i suoi agenti nazionali che possono “ricattare” i governi,
anche via la vigilanza delle banche. Ma questo adattamento alla gestione della
moneta condivisa potrà essere fatto solo in modo informale e quindi conterà la
personalità di Trichet. Che sinceramente ci auguriamo sia straordinaria perché
in caso contrario ciao euro.