L’imbarazzante
superiorità del nazionalismo etico americano
Di
Carlo Pelanda (10-11-2001)
Patriottismo costituzionale. Jurgen Habermas
lo propone come caratteristica fondante dello Stato postmoderno: dall’identità
etnica a quella etica. Non mi identificherò più come italiano per lingua e
tradizioni da questa veicolati, ma principalmente per la mia cittadinanza in un
sistema di regole istituzionali che mi impegnerò ad amare e difendere perché le
ritengo buone sul piano razionale e non in quanto obbligato da una tradizione
vincolante. Questo progetto di sostituzione della cittadinanza etnica con
quella razionale, formulato
dall’illuminismo di sinistra, è certamente la chiave per rendere gli Stati più
cooperativi perché meno differenziati sul piano delle caratteristiche che
suscitano conflitti (identità territoriali troppo esclusive, nazionalismi
mistici, ecc.). E coincide, sul piano delle finalità, con quello
dell’illuminismo di destra, cioè la riconfigurazione delle nazioni affinché
possano convergere meglio per formare un unico mercato planetario. Ma non su
quello del metodo. Quanta “storicità” si può eliminare per trasformare le
comunità da etniche in etiche? La scuola europea privilegia il “doverlo fare
radicalmente” più che l’analisi del quanto sia realisticamente possibile.
Comprensibile, l’Europa è uscita storicamente sconfitta nel gioco dei poteri
mondiali a causa dei suoi eccessi di nazionalismo irrazionale ed i concetti
sviluppati in questa area risentono di uno spirito di emergenza per evitare nel
futuro altri errori di imbecillità morale. Ma tale emozione porta a
sovrastimare la possibilità di piegare la storia alla razionalità astratta.
Cosa che appare chiara se si studia come funzioni in realtà il patriottismo costituzionale
già esistente negli Stati Uniti. Questo non è basato sul principio della
sostituzione totale dell’etnos con l’ethos, ma su una composizione tra i due
dove resta prevalente il primo. Lo spirito americano è considerato dai
cittadini talmente “bello” (libertà, pionierismo, futurizzazione) da costituire
una piattaforma etnica che sostituisce un’altra per maggiore attrazione
differenziale. Ed è grazie a questa forza emotiva sottostante – l’equivalente
del patto con un dio superiore ad altri - che, poi, il cittadino statunitense
esprime la propria identità più in termini etici destoricizzati che etnici,
identificandosi con le istituzioni nazionali perché, appunto, considerate le
migliori al mondo. L’esempio statunitense mostra che la rielaborazione della
storia avviene a “caldo” e non a “freddo”, cioè che è inevitabile dare un
fondamento etnico “irrazionale” alla costruzione della nazione etica
“razionale”. Quanto è imbarazzante tale considerazione per i non-americani,
europei in particolare? Molto, il patriottismo costituzionale è evoluto in una
sola nazione superiore a tutte le altre. Successe già con Roma. Ciò comporta
tre alternative difficili: restare inferiori o superare l’America per forza e
bellezza oppure farsi americanizzare. Per chi non riesce a praticare la seconda
è più razionale scegliere la terza.