Gli argini tengono

 

Di Carlo Pelanda (22-10-2001)

 

 

Nellultimo mese molti si sono chiesti se il mercato riuscir a resistere allincertezza dovuta alla prospettiva di una lunga azione di bonifica del terrorismo, densa di eventi bellici pur selettivi, e al rischio di nuovi attentati che potrebbero vedere limpiego di strumenti di distruzione di massa, biochimici ed altri. E una domanda sensata. In effetti non c alcuna compatibilit tra guerra ed economia. La prima, di norma, deprime la seconda. Soprattutto, uneconomia molto finanziarizzata ipersensibile alle crisi di fiducia. Ma, detto questo, gli eventi delle ultime settimane permettono di valutare in concreto i comportamenti dei mercati e di proiettarne il significato in prospettiva. Il risultato sostiene lottimismo. Vediamo.

La prima condizione di stabilit del mercato globale riguarda la tenuta di due argini che possono incanalare qualsiasi disordine entro un alveo di flussi comunque ordinati. La prima diga, psicologica, riguarda la certezza che, qualsiasi cosa succeda nel breve e medio periodo, poi nel lungo il mercato torner a crescere. Il secondo tecnico. Riguarda la capacit della politica e del governo monetario di contenere i picchi di caduta nel brevissimo periodo, a causa di shock tipo quello dell11 settembre, affinch non si trasformino in crisi di liquidit tali da far saltare i consumi, la capitalizzazione delle imprese e il sistema bancario. Questo secondo argine stata gestito alla perfezione come gi accennato in un articolo precedente sia in America sia nel resto del mondo a livello di banche centrali. Da applauso. La stimolazione americana alleconomia, poi, stata possente. La potremo valutare solo tra qualche settimana, ma i primi dati sono buoni. Quella europea non c stata, e ci ha sorpreso negativamente, ma per fortuna prevalso ci che stato fatto bene negli Usa, cio nel cuore delleconomia mondiale. Il buon contenimento tecnico ha migliorato la psicologia del mercato. Ma di per se non sufficiente ad ottenere quelleffetto fiducia che garantisce la ripresa prima o poi. Infatti il mercato finanziario risalito dopo una breve caduta iniziale, ma poi si assestato su un livello di attesa. Di che cosa?

Di capire i termini esatti della guerra antiterrorismo e poterne valutare i rischi. Qui lamministrazione Bush ha dato una risposta molto raffinata e consistente. Parte dellincertezza era nata a causa del linguaggio iniziale che descriveva gli obiettivi delloperazione: guerra lunga, totale, con forse parecchi Stati da bonificare e non solo il regime talebano che occupa illegittimamente lAfghanistan. Qui il mercato si comprensibilmente scosso. Ma non tornato gi. Perch ha visto che alla scala delloperazione corrispondeva la costruzione di una coalizione internazionale talmente grande da poter gestire uniniziativa impegnativa con successo certo e capacit di contenere altre sorprese negative. La velocit con cui Bush ha coinvolto Cina, Russia, India ecc. ha dato il segnale che si sta usando una grande intelligenza diplomatica, tale da far prevedere che larchitettura di sicurezza guidata dagli Usa sar stabile e soprattutto cooperativa. Ci significa che le operazioni belliche, per altro selettive, avverranno con il sostegno ed il consenso di tutto il pianeta. Ci fondamentale perch rende possibile azioni conflittuali a conseguenze limitate e non totali. Esattamente quello che il mercato globale ha bisogno di sentirsi dire, credibilmente. Inoltre c la sensazione che la grande coalizione formata per lemergenza non sia solo tattica, ma possa mantenersi nel futuro come precursore di un ordine mondiale pi cooperativo. Anche perch lAmerica, pressata dal compito, ha attutito la durezza del suo stile negoziale aprendosi molto di pi allinteresse nazionale degli altri. Pechino, per esempio, ha colto questo punto e si messa, con sorpresa di molti, subito in linea. La Russia ha impostato perfino unalleanza permanente forte (per il controllo dellAsia centrale) con gli Usa. In sintesi, tante cose brutte potranno succedere, ma nessuna di queste riuscir a destabilizzare il mercato al punto da far perdere la fiducia di fondo perch ha trovato unarchitettura politica globale solida.

Questo non vuol dire che fatta. Ma, appunto, la crisi stata arginata in modi tali che qualunque cosa succeda il sistema non verr destabilizzato. Fino a che tale percezione durer improbabile che avvengano crolli sostanziali anche se qualche azione militare dovrebbe complicarsi o se i terroristi riuscissero ad infilare un altro colpo, perfino pi ferale del primo. Va anche detto al riguardo che lattacco bioterroristico attuato inizialmente con agenti leggeri ha avuto leffetto di istruire il sistema sia facendogli aumentare la vigilanza, sia, pi importante, abituando le popolazioni allidea. Pu capitare, ma si pu contenere perch le istituzioni sono pronte a somministrare velocemente i rimedi. Questo vale pi per lAmerica che per lEuropa, ma anche da noi si sta organizzando velocemente la sicurezza in tale settore. Ovviamente non tutti i soggetti di mercato ed i risparmiatori sono pronti a scontare in senso ottimistico quanto qui accennato. Si notano fenomeni limitati di eccesso di preoccupazione, spostamenti molto difensivi di capitale, ecc. Ma irrilevante perch ci fa parte della normale variet di opinioni nel mercato ed importante notare che quelle negative sono bilanciate da quelle positive. Al punto da farmi concludere con un battuta che rubo ad un collega docente di finanza: il mercato instabile molto di pi a causa del difficile rientro dalla bolla irrazionale degli anni precedenti che non per i rischi bellici o terroristici. Tenetene conto.

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