L'Europa ha bisogno di strutture formali

 

Di Carlo Pelanda (17-12-2001)

 

 

Ad ogni summit europeo, alla fine di ciascun semestre di presidenza nazionale a rotazione dellUnione europea (allItalia toccher nella prima parte del 2003, alla Spagna nel prossimo semestre dopo lo sfortunato turno del Belgio in via di conclusione), ci si interroga su cosa sia stato prodotto di utile. E i commenti si inerpicano in esercizi difficili per dire che qualcosa c stato, ma di nuovo poco, tutto il resto rimandato al summit successivo. E questo un sintomo che le cose non vadano? Per niente. LEuropa va vista come un film e non come una fotografia. E le cose vanno bene quando gli attori decidono che lo show debba continuare. Questo il fondamento portante dellUnione Europea: non si sa quale sar la sua configurazione finale, ma tutti sono daccordo che una ci dovr essere e rinnovano tale volont nei vertici. Quindi la lettura realistica dellanomalia europea la seguente: c tantissima Europa informale e poca formale, ma la quantit della prima sufficiente per sostenere la fragilit della seconda, se non ci si ferma nel continuo processo di costruzione. Quali conseguenze pratiche pi rilevanti possiamo aspettarci dal recente summit di Laeken visto nella luce detta?

Non banale ci che sembrato irrilevante. Gli europei hanno deciso che dovranno decidere, nel futuro, di darsi istituzioni formali pi strutturate di quelle attuali. Linteresse nostro, come cittadini impegnati a sopravvivere nella e alla quotidianit, che debba svilupparsi una pur minima costituzionalizzazione europea per dare solidit alleuro. Se non avvenisse, la moneta unica soffrirebbe della mancanza di un pilastro politico altrettanto europeo. Il mercato le toglierebbe credibilit, il valore di cambio scivolerebbe pi di quanto tanto abbia fatto finora e importeremmo pi inflazione (per esempio, petrolio pagato in dollari) che eroderebbe i redditi. Inoltre i capitali volerebbero verso monete pi solide, riducendo gli investimenti possibili a casa nostra. Quindi il nostro interesse primario che la moneta abbia una certa forza ed attrattivit. La parte importante verr determinata dalla capacit del sistema economico europeo di liberalizzarsi, diventare efficiente (concorrenza, meno protezionismo e tasse) e quindi crescere di pi. Ma prima che e affinch - ci avvenga una parte della forza della moneta verr data da quanto sar credibile la formazione di un mercato continentale veramente unico. La teoria, finora mai smentita, dice che il solo espandersi di un mercato con un raffittamento degli scambi al suo interno di per se un motore di ricchezza. Bene, leuro serve proprio a questo. Se, ovviamente, sorretto da una funzione politica che spiani meglio le frontiere e gestisca i problemi che nascono dalla progressiva cancellazione dei mercati solo nazionali. Non basta, infatti, solo la moneta unica. Se, per dire, in una localit dellEuropa i produttori fanno una merce al costo di dieci euro e in unaltra la stessa a cinque, la prima incorrerebbe in una crisi impoverente di competitivit. Per evitarla, lo Stato nazionale interessato potrebbe ricorrere al protezionismo (come succede ora in centinaia di settori nonostante i trattati lo vietino) annullando leffetto benefico della moneta unica. Quindi per gestire problemi del genere ci vuole un qualche minimo governo europeo che possa compensare in altro modo meno distruttivo il territorio che trova uno svantaggio nellintegrazione del mercato. E accompagnare in modo dolce la riforma competitiva del sistema inefficiente. Questa roba europea che non pu essere gestita n localmente n nazionalmente. E se non c una funzione politica paneuropea che se ne occupi naturale che la prospettiva del mercato integrato risulter meno convincente e, di conseguenza, pi debole la moneta. Questa, in soldoni, la catena logica essenziale. Per inciso, io ho sempre sostenuto che prima ogni nazione avrebbe dovuto liberalizzare il proprio sistema interno e solo dopo si sarebbe dovuto fare leuro, proprio per semplificare ed accelerare il mercato integrato ed il suo effetto ricchezza. Ma stato deciso diversamente e ora dobbiamo costruire la casa dal tetto invece che dalle fondamenta. Pazienza, ce la faremo comunque, perch non abbiamo alternative, anche se sar pi complicato. In questa prospettiva la cosa pi rilevante il chiedersi se sia successo a Laeken qualcosa di buono e nuovo in questa materia.

Per fortuna s. Appunto, stato deciso che si dovr decidere. Non ridete. Il vertice di Nizza che avrebbe dovuto gi varare un nucleo di costituzione europea linguaggio ombrello a cui si appendono poi le istituzioni operative fallito anche perch (frettolosit imperiale francese) non si era voluto praticare una fase negoziale preliminare che assorbisse ed incanalasse le diversit dei punti di vista. In questo senso lavvio di una Convenzione (presieduta da Giscard DEstaing) dedicata a rivedere i trattati europei in una direzione pi integrativa un buon passo. Ma si riuscir a dirimere la questione fondamentale del modello europeo, cio se debba diventare una confederazione o restare unalleanza, pur molto forte ed integrata, tra nazioni sovrane? No, questo non speratelo. Probabilmente si trover un compromesso tra le due alternative senza sposarne decisamente una. Ma potrete sperare che tale compromesso sar pi avanzato di quello attuale. Non poco, in questo film.

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