E tempo di scelte realistiche

 

Di Carlo Pelanda (16-10-2001)

 

 

Qual linteresse nazionale dellItalia nella crisi in atto? C tanto dibattito, piuttosto fumosoe generico, sugli aspetti moralistici della guerra al terrorismo islamico e gli Stati che lo sostengono, ma molto poco su quelli realistici. In particolare, lItalia si trova in prima linea sul fronte del Mediterraneo, ma ancora oscuro, nel processo di formazione dellopinione pubblica, quale debba essere la migliore strategia per i nostri interessi.

Il primo punto che per esercitare un interesse nazionale bisogna acquisire la credibilit internazionale per negoziarlo. Per esempio, nel 1853-54 Cavour sped i 2/3 dellesercito piemontese per aiutare francesi ed inglesi nella guerra contro la Russia, lassedio di Sebastopoli. Linteresse nazionale era quello di ottenere da questi alleati laiuto senza il quale sarebbe stato impossibile sconfiggere lImpero asburgico e cos creare lItalia. Per motivi analoghi, se vogliamo influenzare la politica mediterranea dellOccidente, lItalia deve dimostrare di esserne un partner attivo e importante, per far ascoltare le proprie ragioni. Quali?

Il nostro interesse vitale di fondo che larea del Mediterraneo si trasformi al pi presto possibile in un mercato aperto e politicamente stabile. Ne siamo il centro geoeconomico ed evidentemente buona parte della nostra ricchezza futura dipender da questo evento. Che implica la cessazione del conflitto tra Israele ed i palestinesi, focolaio delle instabilit islamiche, e la modernizzazione degli Stati della costa Sud affinch si aprano allo sviluppo. Con il vantaggio non secondario di poter ridurre lemigrazione da quei territori in quanto vi sarebbe pi lavoro in loco. Inoltre, ovviamente, nostro interesse che larea islamica non cada preda di ondate fondamentaliste che, appunto, ci trasformebbero in prima linea di fuoco. In tale ottica realistica va definito il dettaglio delle nostre scelte.

Va detto che lItalia ha sempre avuto un politica estera ispirata a questo criterio. Ma ora i modi con cui stata svolta non sono pi possibili. In sostanza, i governi del passato avevano preso le posizioni pi filoarabe nello schieramento occidentale. Cos come, per inciso, la presenza di un forte movimento interno comunista e pro-sovietico ci aveva costretto a molti compromessi con Mosca. La Francia ha agito in modi simili, ma pi per mostrare la propria indipendenza dagli Usa. Noi labbiamo fatto per necessit, entro uno schema molto vicino al neutralismo, cio lidea che togliendosi fuori da scelte forti ci si poteva barcamenare tra blocchi contrapposti. Tale politica ci espose a gravi ambiguit, per esempio laver fatto fuggire i terroristi islamici dellAchille Lauro (1985) pur avendo questi ucciso un cittadino americano di religione ebraica. Gli americani, comprensibilmente, mai ce lo perdonarono, ma compensammo questo problema con altri atti di lealt. Allo stesso modo la nostra partecipazione alla guerra contro lIraq (1991) fu un esempio perfetto di ambiguit ai confini del requisito di appartenenza allOccidente. Molti ancora pensano che tale metodo ambiguo funzion per garantire la nostra sicurezza e commerci e che potrebbe funzionare ancora. In realt non ci permise di avere la credibilit per intervenire pi decisamente nel Mediterraneo. E se continuassimo cos, adducendo problemi di consenso interno per la nostra ritrosia, non potremmo certamente dare un contributo alla stabilit dellarea e quindi esercitare il nostro interesse.

Oltre che per la difesa della sicurezza globale, quindi dei nostri redditi personali, lItalia deve impegnarsi pi decisamente nel riordinamento del mondo islamico per poter applicare i propri interessi. Quello che ci servirebbe piuttosto impegnativo. Prima di tutto, sul lato del bastone, dobbiamo assicurarci che le risorse Nato ed europee siano stabilmente concentrate sul fronte Sud per garantire meglio la nostra sicurezza. Ora non cos. Su quello della carota dobbiamo cercare di usare pi spesa europea la nostra non basterebbe - a favore dello sviluppo della costa Sud del Mediterraneo. Per evitare che un giovanotto arabo militi con bin Laden o in altro gruppo simile, oltre che distruggere con la forza il mito del terrorista, bisogna anche finanziare unopportunit di lavoro per il ragazzo. Poi ci sar da capitalizzare sia Israele sia un nuovo Stato palestinese affinch ambedue trovino pi vantaggi nella pace. Inoltre non potremo lasciare del tutto fuori dal mercato europeo un pilastro filoccidentale come la Turchia se vogliamo rendere stabile il suo sistema politico islamico moderato. I nostri partner europei non lo vogliono fare e ci ci danneggia. La lista pi lunga e complicata e qui solo ne do un cenno per farvene capire la complessit. Ed anche il fatto che noi questo scenario di stabilizzazione, attraverso un uso sapiente di bastone e carota, lo vediamo con pi chiarezza perch ci siamo dentro fino al collo, mentre altri Paesi, con interessi geopolitici diversi, non necessariamente lo percepiscono allo stesso modo. Per questo motivo dobbiamo ottenere, appunto, la credibilit per organizzare uniniziativa mediterranea che coinvolga i partner. E lunico modo per farlo modificare la definizione del nostro tradizionale interesse nazionale, passando dal quasi neutralismo, pur entro lOccidente, al protagonismo politico e, inevitabilmente, militare. Pi lopinione pubblica italiana imparer a ragionare in questo modo realistico pi sar possibile per il nostro governo attuare negoziati impegnativi nella direzione detta.

 

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