12/09/2012

Caro professore, ho letto con molta attenzione il suo interessantissimo articolo che poi non è altro, seppure in altra forma e in altra occasione, quello che lei scriveva, se non sbaglio, oltre un paio di lustri fa. Ricordo che io le scrissi una lettera con la quale esprimevo i miei dubbi sul fatto che Berlusconi potesse fare tesoro dei suoi ammonimenti e consigli perché, a mio giudizio, Berlusconi era diventato un perfetto "doroteo", tutto teso alla conservazione del potere a qualunque costo. Naturalmente motivai quel mio giudizio. Lei ebbe la bontà e la gentilezza di rispondermi che comprendeva ed in buona parte condivideva  la mia analisi, ma che bisognava avere comunque fiducia, perché la speranza era l'unica cosa che ci rimaneva. Pensa che Berlusconi o chi guiderà il centrodestra alle prossime elezioni abbia la forza e la voglia di fare quello che non si fece allora, quando i tagli erano meno imponenti dei 100 miliardi indicati oggi da lei? La nostra tragedia, io ritengo, consiste nel fatto che in Italia i liberali sono una infima minoranza e che la cultura cattosocialista, se non cattocomunista, abbia messo una radice così profonda e diffusa da farci perdere, a noi italiani, il senso del reale. Se il capo del PD, Bersani, ha ancora la sfrontatezza di inneggiare alla nostra Costituzione: "la più bella del mondo" e se si pensa che Casini e Vendola vogliono allearsi a quel partito, ma forse anche molti altri del centrodestra, che speranza possiamo nutrire?  Io condivido la sua analisi, molto meno la sua speranza che "la nazione capirà". Io spero che capisca, almeno, dopo la catastrofe che si avvicina. Ma forse anche la mia è "una pia speranza". Con immutata stima e simpatia le invio i miei più cordiali saluti. Giovanni Del Zoppo