Caro professore, come sempre trovo chiaramente illustrata e molto
pragmatica la Sua strategia per domare l'Iran che mi sembra
adattabile
anche a tutti i Paesi le cui strutture industriali siano deboli o
carenti.
Ritengo che la strategia possa mostrarsi efficace in brevi lassi
temporali non-ostante le sicure interferenze e contrasti che gli
'alleati occidentali' eserciterebbero diminuendone l'efficacia
eludendo,
per miopi interessi nazionali, i disincentivi agli investimenti ed
alle
forniture tecnologiche.
Se mi consente Le suggerirei di integrare i Suoi 4 punti coi 2
seguenti
che ritengo anch'esi validi nei confronti del pi?vasto fronte di
regimi
anti-occidentali.
Il primo punto che Le suggerirei ?l'avvio dell'aggiornamento del
trattato NATO ormai imposto dalla caduta dell'URSS e dal mutato
scenario
geopolitico in cui occorre valutare i rischi e le affinit?di
interessi
strategici (estensione verso Est e Medio-Oriente unitamente
all'allargamento della sfera di interesse dell'UE ma anche
disponibilit?br>
ad agire con una credibile e pronta forza armata al servizio
dell'ONU su
chiari mandati e con limpidi criteri di comando). Del trattato
NATO vedo
utili in particolare gli aspetti relativi alla cooperazione
industriale
tra i partner e gli associati.
Il secondo punto che LE suggerirei ?una comune azione in ambito
ONU per
riattribuire legittimit?ai suoi interventi globali. L'azione
potrebbe
essere condotta con alta efficacia sospendendo i versamenti alle
casse
ONU finch?non si sia raggiunto un nuovo e accettabile assetto
decisionale ed operativo. Chiudere l'ossigeno conduce infatti
rapidamente a maggiori dosi di disponibilit? come insegna
l'attuale
'caso Israele-Hamas'.
In entrambi i casi si tratta di poter condizionare immediatamente
i
controproducenti canali in cui vengono riversate risorse
finanziarie
notevoli che temporaneamente potrebbero essere assegnate su base
progetto con accordi bi-laterali.
In entrambi i casi si imporrebbe una condivisione dei concetti
base
della legittimit?di organismi multilaterali ormai
abbondantemente
obsoleti ma essenziali per lo sviluppo di qualsiasi azione
strategica
col sostegno dell'opinione pubblica occidentale che ne sostiene
l'onere
fiscale.
Le ricordo infine che, per il 'caso NATO' Le ho gi?segnalato la
concreta disponibilit?di poter impiegare per uno studio le
risorse di
quel giovane laureatosi in Scienze Politiche su questo tema che
vorrebbe
trattare fino a conseguire un PhD sotto la Sua guida. Se ci? potesse
avvenire in Georgia credo che il professor Philip Bobbitt potrebbe
trovare di interesse una collaborazione sugli aspetti
tecnico-giuridici
del tema.
Cordialmente Carlo Vitali
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