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02/10/2008

Purtroppo Wall Street è molto bene rappresentata a Washington sia alla Casa Bianca (lo staff dei Presidenti di ogni colore politico) sia al Senato (in cui ogni Senatore può contare su una permanenza di almeno sei anni.

Main Street può contare invece solo sui Rappresentanti che (essendo rinnovati totalmente ogni due anni) sono molto più sensibili al comune sentire del corpo elettorale.

Questa situazione ha portato al primo rigetto del rimedio escogitato da Wall Street per addossare i costi della crisi ai contribuenti distorcendo la stessa legittimità del libero mercato negli USA. La libertà di scelta deve associarsi alla responsabilità delle scelte fatte.

Il Senato dietro pressioni delle lobby di Wall Street invece ha aderito all’irresponsabile piano di Bush. Ora temo che anche la camera dei Rappresentanti si allineerà dando il suo voto positivo a una vera e propria distorsione ‘a l’europeenne’ della costituzione di quel Paese leader del libero mercato. La sola realtà su cui si fonda saldamente la liberal-democrazia.

Questo atto porterebbe inevitabilmente Obama a vincere su McCain. Un fatto che non sarebbe stato assolutamente possibile (non ostante il ‘tifo’ dei progressisti filo-socialisti).

Se Obama vincesse (grazie a questa illiberale azione di ‘lobbying’ di Wall Street a beneficio delle finanziarie) vedremmo celermente applicare analoga ‘filosofia’ politica da parte di altre Lobby di Wall Street (finanziarie-assicurative) a beneficio dell’aumento di spesa statale in altri comparti di mercato (sanità, educazione, energia, ecologia).

In quel caso avremo assistito al paradosso dell’antica Roma che ‘catturata la Grecia, divenne Greca’.

Non più la ‘via del libero mercato al socialismo’ ma il travaso del socialismo di stato a sostituzione del liberismo di mercato.

Non mi sento più lo spettatore scettico ma ottimista che sono sempre stato. Sto riflettendo su un alternativo pessimismo cinico.

Sto invecchiando pure io. Non l’avrei mai creduto.

Cordialmente Carlo (Vitali)